CAPRA, Marcello
Nacque a Nicosia in provincia di Enna (non a Cipro, come afferma qualche fonte) nel 1510 da Giovanni Filippo, nobile siciliano.
Compiuti in Sicilia i primi studi, seguì i corsi di medicina all'università di Padova, dove ebbe come maestro G. B. Montano. Il vivace ambiente padovano contribuì in modo determinante alla sua formazione, unitamente all'assidua lettura dei testi medici classici; tornato in Sicilia, si fece propugnatore delle nuove teorie sperimentali, suscitando la diffidenza e l'opposizione dei medici del paese natale. Decise quindi di recarsi ad esercitare a Palermo e di qui a Messina, dove la sua fama, confermata dalla richiesta di consulti medici da varie parti dell'isola, spinse i Messinesi a concedergli la cittadinanza onoraria "ex privilegio" e don Giovanni d'Austria a nominarlo suo medico personale ed archiatra della flotta spagnola da lui comandata. Il C. lo seguì in numerose spedizioni contro i Barbareschi e contro i Turchi; nel 1571 era con lui alla battaglia di Lepanto. Tornato in Sicilia, fu incaricato dal viceré don Diego Enriquez de Guzmán, conte di Alba de Liste, di prendere provvedimenti per debellare le epidemie che infestarono l'isola nel 1591 e 1592. Le sue osservazioni sugli effetti delle malattie epidemiche, la descrizione del loro decorso, la spiegazione del metodo di cura a volta a volta adottato, e che dovette avere un certo successo, sono contenute nell'opera, pubblicata l'anno successivo, dal titolo De morbis epidemicis,qui miserrime Siciliam depopulabantur anno Christianae salutis 1591 itidemque 1592, causis,symptomatibus et curatione, Messanae 1593.
A Nicosia fondò un'accademia medico-filosofica, considerata tra le prime del genere in Italia, che raccolse diversi esponenti degli studi filosofici d'ispirazione peripatetica. Il C. si occupò anche - seguendo un interesse largamente diffuso dall'aristotelismo padovano - del problema dell'anima, della sua sede e dell'immortalità, in due opere né vive né originali: De sede animae et mentis ad Aristotelis praecepta adversus Galenum. Quaesitum, Panormi 1589, una sorta di trattato di fisiologia generale; e De immortalitate animae rationalis iuxtaprincipia Aristotelis adversus Epicurum, Lucretium et Pythagoricos.Quaesitum, Panormi 1589, dove si possono notare tracce dell'insegnamento del Pomponazzi fuse con motivi averroistici. Come egli stesso afferma nell'opera sulle epidemie (p. 125) scrisse pure un trattato sulle virtù medicinali della scorzonera, pianta commestibile dai fiori gialli.
Morì, non è noto precisamente se a Messina o a Nicosia, verso la fine del sec. XVI.
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