PIACENTINI, Marcello
Architetto, figlio di Pio (v.), nato l'8 dicembre 1881 in Roma, dove vive. Conseguì nel 1904 la laurea di architetto civile; è ora insegnante di urbanistica nell'Istituto superiore di architettura di Roma. Accademico d'Italia dal 18 marzo 1929, è segretario dell'accademia stessa per la classe delle arti.
Fra i concorsi vinti dal P. ricorderemo quelli per il manicomio provinciale di Potenza (1906), per la trasformazione del centro di Bergamo (1906), per la congiunzione dei palazzi capitolini (1913), per il piano regolatore della spianata del Bisagno in Genova (1923), per un arco di trionfo nella stessa città (1923).
Fra le numerosissime opere da lui eseguite citiamo: Corso cinema teatro in Roma (1915); trasformazione del teatro Quirino in Roma (1915); Banca d'Italia in Piazza del Parlamento in Roma (1918); Teatro Savoia in Firenze (1922); Teatro Quirinetta in Roma (1925); Albergo degli Ambasciatori in Roma (1926); sistemazione completa del nuovo centro di Bergamo (1927); trasformazione dei teatri Argentina (1927) e Reale dell'Opera, in Roma (1928); Casa madre dei mutilati in Roma (1928); Palazzo di giustizia in Messina (1928); monumento alla Vittoria in Bolzano (1928); Cinema teatro Barberini in Roma (1930); Palazzo delle Assicurazioni sociali in Milano (1930); Arco di trionfo in Genova (1931); Ministero delle Corporazioni (1932); trasformazione del centro della città di Brescia (1932); città degli studî in Roma (1935), oltre a moltissime ville e case di abitazione. Sono in corso di esecuzione i piani regolatori di Bolzano e di S. Remo, il museo della Magna Grecia in Reggio Calabria, il Palazzo di giustizia in Milano.
La personalità artistica del P. si è subito svincolata dall'imitazione banale dei vecchi stili, dalla convenzionalità vuota, dalle pretensiose formule decorative, ma l'ardita modernità che egli ha attinta attraverso un'instancabile elaborazione non ripudia le migliori tradizioni. Sobrio, chiaro, robusto, sensibile agli effetti di limpida eleganza decorativa, il P. ricava valori spaziali non esclusivamente dalla quantità volumetrica, ma dall'accorto e gustoso giuoco della prospettiva.
Bibl.: L. Angelini, E. Suardo, L'architetto M. P., in La rivista di Bergamo, 1924; A. Muñoz, M. P., in Architettura e arti decorative, 1925; U. Nebbia, La casa madre dei mutilati in Roma, Milano-Roma 1928; C. E. Oppo e C. Tridenti, La Quirinetta, Roma 1927; R. Papini, Bergamo rinnovata, Bergamo 1929; A. M. Bessone Aurelj, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXVI, Lipsia 1932.