MARCHESINO da Reggio (Giovanni Marchesini)
Non sono molte le notizie relative alla sua vita. Un documento proveniente dal convento francescano di Bologna ricorda che un M., lettore, originario di Reggio, fu nel convento di Imola testimone in un testamento nel 1275 (cfr. Acta Franciscana); il colophon di alcuni manoscritti e una citazione dal De conformitate di Bartolomeo da Pisa consentono di identificare questo M. con l'autore del dizionario biblico intitolato Mammotrectus, del Centiloquium e di diverse altre opere di carattere teologico. Nel colophon di alcuni manoscritti il nome dell'autore è citato come frater Mammotrectus, dal titolo della sua opera principale. Il nome Giovanni, probabilmente apocrifo, non compare nella bibliografia relativa a M. fino al 1623. A partire da Sisto da Siena diversi studiosi, tra i quali Johann Fabricius nella Bibliotheca Latina, hanno ritenuto che M. fosse vissuto nel XV secolo.
L'opera più importante di M. è il Mammotrectus, un vasto dizionario di termini tratti dalla Bibbia e da altri testi religiosi. Scopo dell'autore, come si afferma nel prologo dell'opera, è di insegnare il significato, l'etimologia, la pronuncia, gli accenti e la morfologia di tutte le parole difficili presenti nella Bibbia, in quanto M. era contrariato dall'ignoranza dei chierici che assumevano il ruolo di predicatore. La parola che dà il titolo all'opera fa riferimento ai bambini che hanno bisogno di essere svezzati dal latte della madre, con una metafora che significa fornire insegnamenti elementari. Nel prologo M. afferma che colui che indirizza i passi dei piccoli può essere chiamato Mammotrectus, in quanto risponde al compito di un vero maestro.
Il Mammotrectus è diviso in tre parti. La prima, e maggiore, consiste in un commento alla Bibbia disposto secondo l'ordine dei libri biblici, che contiene la pronuncia, l'importanza, la morfologia e l'etimologia dei vocaboli del testo. La seconda parte contiene brevi trattazioni di ermeneutica scritturale, di festività e usi presenti nel Vecchio Testamento, dei nomi di Dio e l'elenco dei concili ecumenici. La terza parte offre la spiegazione di parole presenti in testi religiosi di genere diverso. Si tratta di antifone, responsori, preghiere eucaristiche, inni, sermoni e omelie per ogni giorno dell'anno ecclesiastico e per le feste dei santi, opere agiografiche, la regola francescana e alcune bolle papali riguardanti l'Ordine francescano. L'ultima bolla ricordata è datata 1279 e offre il termine post quem della compilazione del Mammotrectus. Il termine ante quem è invece il 1297, quando quest'opera è menzionata per la prima volta nella biblioteca di s. Ludovico d'Angiò.
Il Mammotrectus ebbe grande popolarità fra il tardo Medioevo e l'inizio dell'Età moderna. Abbondano testimoni manoscritti risalenti alla seconda metà del XIV secolo e l'opera fu stampata più volte tra il 1470 e il 1521. John Wycliffe, che tradusse la Bibbia in inglese, fu tra coloro che si servirono del Mammotrectus. Proprio per la sua popolarità l'opera provocò l'irritazione e il disprezzo da parte di riformatori come Erasmo e Lutero, che vedevano in essa una delle manifestazioni dell'ignoranza del clero. In una lettera del 1515, indirizzata a Maarten Dorp, Erasmo, per esempio, si lamenta dell'ignoranza dei teologi che mancano di pregi e di capacità di giudizio e che usano il Catholicon, il Mammotrectus e repertori simili come se fossero una sorta di cornucopia. L'opera fu bersaglio altresì dell'ironia di Rabelais, che in Gargantua (cap. XIV) e in Pantagruel (Marmotretus de Baboinis et Cingis, cum commento d'Orbellis: cap. VII) lo menziona come uno dei libri presenti nel catalogo immaginario della biblioteca dell'abbazia di St-Victor.
Nel Centiloquium M. offre nozioni elementari di teologia; per lungo tempo si credette che questa fosse un'opera scritta da Bonaventura da Bagnoregio e con il suo nome fu più volte stampata fino al 1600. La testimonianza presente nel colophon di alcuni manoscritti risalenti all'età medievale e forti somiglianze linguistiche con il Mammotrectus, fanno sì che l'autore dell'opera possa essere identificato con Marchesino. Nel prologo l'autore afferma che suo intendimento è di istruire i chierici giovani e quelli ignoranti sui rudimenti della teologia per svezzarli dal latte e prepararli al cibo solido. L'opera è di carattere compilativo e comprende estratti dalle opere di Bonaventura, Pietro Lombardo, Guglielmo di Auxerre, Alessandro di Hales e altri autori.
Gli studiosi hanno ipotizzato che una Summa confessionis o Confessionale, che era stata in origine attribuita a Bonaventura e stampata più volte nelle edizioni moderne delle opere dello stesso Bonaventura, sia in realtà opera di M., ma questa attribuzione non presenta elementi di certezza. I colophon di alcuni fra i più antichi manoscritti dell'opera (San Gallo, Stiftsbibliothek, Mss., 789, e Monaco, Bayerische Staatsbibliothek, Clm, 6023) la attribuiscono a un certo Goscelinus. Due opere di M. che presentano le stesse caratteristiche sono conservate solo in un manoscritto (Assisi, Biblioteca comunale, Mss., 488). Si tratta degli inediti Tractatus de poenis e Tractatus de vitiis, che trattano delle pene infernali e dei sette vizi capitali.
Inoltre due serie inedite di sermoni di M. sono conservate in copia unica. Si tratta dei Sermones fratris Marchesini super omnia festa nostri kalendarii, id est Ordinis fratrum minorum (Todi, Biblioteca del Convento di S. Fortunato, Mss., 129) e dei Sermones Mammotrecti super Dominicas a prima adventus ad vigesimam quartam post Pentecosten (Bamberga, Staatsbibliothek, Misc. theol., 156). Una terza serie di sermoni, i Sermones de sanctis, identificata da Wadding, secondo Sbaraglia non sarebbero sermoni, bensì spiegazioni di parole ed etimologie tratte da testi di carattere agiografico. Si tratta però con ogni probabilità di parti del Mammotrectus che hanno avuto una circolazione autonoma.
Per le edizioni del Mammotrectus si vedano L. Hain, Repertorium bibliographicum, nn. 10551-10574 e Indice generale degli incunaboli delle biblioteche d'Italia, nn. 6145-6159. Si aggiungano inoltre le edizioni: Basilea 1480 (Johann von Amorsbach) e 1484 (Peter Kollicker); Venezia 1470 (Franciscus de Heilbrun e Nicholaus de Franckfordia), 1482 (Andreas de Paltasichis), 1492 (Bonetus Locatellus), 1498 (Johannes Rubeus), 1506 (Jacobus Pentius de Leuco) e 1511 (Petrus de Quarengiis); Strasburgo 1494 (Martin Flach); Metz 1509 e 1511 (G. Hochfelder); Parigi s.d. (Poncet le Preux) e 1521 (Petrus Viard).
Il Centiloquium è stato edito a Zwolle nel 1480 (Pieter van Os) e a Parigi nel 1510 (Jean Petit) e 1517 (B. Rembolt). Si trova inoltre in Sancti Bonaventurae Opuscula, in Gesamtkatalog der Wiegendrucke (= GW), nn. 4644, 4646-4648, 4650. Si aggiungano le edizioni: Parigi 1499 (Pierre Le Dru, pro Jean Petit); Venezia 1504 (Jacobus Pentius de Leuco) e 1564 (Dominicus Nicolinus).
La Summa confessionis è stampata in Sancti Bonaventurae Opuscula, GW, n. 4648. Si aggiungano Venezia 1504 (Jacobus Pentius de Leuco) e 1564 (Dominicus Nicolinus).
Fonti e Bibl.: Bartholomeaus de Pisa, De conformitate vitae beati Francisci ad vitam Domini Iesu, I, Ad Claras Aquas 1906, p. 523; Acta Franciscana e tabulariis Bononiensibus deprompta, Ad Claras Aquas 1927, pp. 58, 584 s.; Erasmo da Rotterdam, The correspondence, III, Toronto-Buffalo 1976, pp. 121 s.; Sixtus Senensis, Bibliotheca sancta…, Coloniae 1586, p. 277; F. Azzari - O. Azzari, Compendio dell'historie della città di Reggio, Reggio 1623, c. 2a; L. Wadding, Scriptores Ordinis minorum, Romae 1650, pp. 247 s.; J.A. Fabricius, Bibliotheca Latina Mediae et Infimae Aetatis, II, Patavii 1754, pp. 12, 22; S. Berger, De glossariis et compendiis exegeticis quibusdam Medii Aevi, Parisiis 1879, pp. 31-47; Id., La Bible au XVIe siècle. Étude sur les origines de la critique biblique, Paris 1879, pp. 19-22; S. Bonaventura, Opera omnia, V, Ad Claras Aquas 1891, pp. XLVIII s.; VIII, ibid. 1898, p. CXI; X, ibid. 1902, p. 23; G. Sbaraglia, Supplementum et castigatio ad Scriptores trium Ordinum S. Francisci, II, Romae 1921, pp. 204-206; A. Kleinhans, De studio Sacrae Scripturae in Ordine fratrum minorum, in Antonianum, VII (1932), pp. 413-440; L. Oliger, De bibliotheca sancti Ludovici episcopi Tolosani, ibid., pp. 495-500; B. Distelbrink, Bonaventurae scripta authentica dubia vel spuria critice recensita, Roma 1975, pp. 98, 105; F. Van Liere, Tools for fools: Marchesinus of R. and his Mammotrectus, in Medieval Perspectives, XVIII (2003), pp. 246-262; Dict. de théologie catholique, XIII, coll. 2102-2104.