Ronchi, marcia di
marcia di Nome dato alla spedizione che, nella notte tra l’11 e il 12 sett. 1919, partì da R., al comando di G. D’Annunzio, per occupare la città di Fiume (➔ Fiume, impresa di), di cui l’Italia aveva chiesto senza successo l’annessione nelle trattative di pace di Parigi. In agosto i battaglioni di granatieri italiani che presidiavano Fiume erano stati ritirati al di qua della linea d’armistizio, a R., piccolo centro del Friuli Venezia Giulia. In questi battaglioni D’Annunzio trovò i primi aderenti per un colpo di mano su Fiume. L’impresa fu organizzata segretamente insieme al capo della legione fiumana H. Venturi e al maggiore Reina, comandante di un reggimento di granatieri. Una colonna di circa mille uomini, agli ordini di D’Annunzio, si mosse alla volta di Fiume. Lungo la strada si unirono altri reparti di truppa. Sulla linea d’armistizio le truppe regolari italiane cercarono, senza successo, di arrestare la marcia. D’Annunzio riuscì a entrare in città, senza colpo ferire, tra l’entusiasmo della popolazione fiumana. L’occupazione durò oltre un anno finché, con il Trattato di Rapallo (12 novembre 1920), la città fu costituita in Stato libero e indipendente e i legionari furono costretti a sgombrarla dopo l’intervento delle truppe regolari (dicembre 1920).