MARCIANA (Marciana Augusta)
Sorella maggiore di Traiano forse già nata nel 48 d. C. Verso il 105 aveva ricevuto il titolo di Augusta. Nell'iscrizione dell'arco di Ancona è chiamata diva; dunque nel 115 non era più in vita ed era già stata consacrata.
Sulla scorta dei ritratti monetali della diva Marciana, coniati da Traiano e da Adriano, si è giunti a distinguere con relativa sicurezza le sue immagini scultoree da quelle della figlia Matidia, con le quali presenta una notevole affinità di acconciatura e di fisionomia. L'idealizzazione dei volti delle due principesse ha reso spesso difficoltoso discernere l'una dall'altra; tuttavia sembra di poter attribuire senz'altro a M. due ritratti. L'unico sicuro è conosciuto da varie repliche; di cui la più nota è la testa colossale di Ostia; le altre si trovano nel Museo Naz. di Napoli, nella Loggia dei Lanzi a Firenze, nel Metropolitan Museum, nei Magazzini dei Musei Vaticani. La pettinatura è una delle più complicate dell'epoca: sopra una stretta banda di capelli, che incornicia il volto, si innalza un doppio ordine di ciocche ondulate, rigidamente verticali, che formano un alto, artificioso diadema; la massa della chioma, attorta in treccette, è avvolta in una grande crocchia a ciambella. Il ritratto rappresenta M. vecchia; è probabile che sia stato scolpito quando essa era ancora vivente, perché, sebbene i tratti del volto siano nobilitati, vi si leggono le tracce dell'età ed è visibile pure chiaramente la somiglianza con Traiano nella costruzione del volto, nella bocca dalle labbra sottili, nei solchi profondi ai lati, nell'arcata sopracciliare. L'opera ha un carattere di sobrio realismo, una plastica vigorosa e talora incisiva, che l'accosta anche stilisticamente all'iconografia del fratello imperatore.
Rimane incerta l'attribuzione di un altro ritratto attraverso una testa del Museo Capitolino, Sala Imperatori 29, di cui in Newby Hall si trova una variante velata. Il volto della diva M. vi appare giovane, trasformato dall'intento idealizzatore di una corrente d'arte classicheggiante. La pettinatura non ha riscontro nel ritratto sopracitato e nelle monete: alle rigide ciocche verticali, appaiono sostituiti due ordini di grandi riccioli a spirale, artificiosamente eretti. Si è osservato che potrebbe appartenere ancora agli ultimi anni di Traiano, poiché negli occhi mancano le indicazioni plastiche. È noto che la tendenza classicheggiante riprese vigore nell'ultimo periodo del regno di questo imperatore: tuttavia non è da escludere una datazione sul principio dell'età adrianea.
Bibl.: J. J. Bernoulli, Röm. Ik., Stoccarda 1882-94, II, 2, p. 96 ss.; M. Wegner, Marciana, in Jahrbuch, LIV, 1938, col. 290 s.; R. West, Römische Porträt-Plastik, II, Monaco 1941, p. 78 ss.; M. Wegner, Röm. Herrscherbildnisse, in Archivo Español de Arqueología, XXVI, 1953, p. 75 s.; id., Hadrian, Plotina, Marciana, Matidia Sabina, Berlino 1956, pp. 77 ss.; 121 s. Monete: Brit. Mus. Cat. Emp., III, pp. LXXII, s.; CVIII, pp. 125 ss.; 230 s.