BENDIDIO (Bendedei, Bendedio), Marco Antonio
Nacque da famiglia ferrarese sicuramente prima del 1517. Celio Calcagnini scrisse nel novembre 1536 in una lettera "magna virtute iuveni M. Antonio Bendedeo" : Epistol., Lib. 12, n. 13 (in Calcagnini, Opera, Basileae 1544, p. 168).
Il padre fu Alberto, un segretario del duca di Ferrara e uomo di rilievo alla corte estense, come già suo padre Niccolò (cfr. G. A. Scalabrini e altri, Memoria di nobiltà della famiglia Bendedei, Mantova 1739). La madre Eleonora era figlia di Marco Provana, appartenente a famiglia saluzzese, trasferita a Ferrara al tempo di Ercole I, quando Marco divenne familiare del duca e capitano dei castello di Ferrara, ottenendo nel 1477 il diritto di cittadinanza (cfr. A. Frizzi, Notizie intorno a varie familie ferraresi, in Bibl. Ariostea di Ferrara, Ms. Cl. I. 221, sub voce Provana). Dei due suoi fratelli, di cui si conosce l'esistenza, Alessandro e Niccolò, il secondo nel novembre 1537 sposò Alessandra Rosetti; si sa anche che il B. era parente di certa Diana Ariosto (probabilmente una fanciulla di nove anni nel 1537, e figlia di Nicola Maria; cfr. M. Catalano, Vita di Ludovico Ariosto, Genève 1931, II, p. 367, n. 243).
Da giovane il B. passò a Mantova, ove divenne familiare di Isabella d'Este, marchesa di Mantova; prima, forse, aveva frequentato a Ferrara la scuola tenuta dal Calcagnini che probabilmente gli fece ottenere il posto alla corte di Mantova. Nel 1534, in occasione dell'elezione di Dorotea Strigia a regina delle feste del carnevale, egli compose sei ottave, altre cinque per Barbara Soardi e altrettante per Giulia Montina, che succedettero alla Strigia. Mentre era in viaggio con la marchesa e le dame di corte il B. scriveva per loro lettere alle damigelle rimaste in Mantova. Nella primavera del 1535 si trovava a Solarolo in Romagna, un feudo di Isabella, e nell'agosto ancora una volta in Mantova, prima di intraprendere un viaggio di circa quindici giorni a Goito, Cavriana, Desenzano, Sirmione, Maguzzano, Peschiera, Castello di Lazise e Bardolino nel settembre; ritornò a Mantova per la via di Castiglione. Le lettere scritte durante queste ed altre gite sono galanti, vivaci, e danno un quadro leggero della vita, dei giuochi e divertimenti della corte di Isabella d'Este. Tra la fine di marzo e i primi dell'aprile 1536 si recò in pellegrinaggio a Loreto in compagnia dì Francesco Zaita "percorrendo sedici miglia al giorno sempre a' piedi", partendo da Mantova e facendo tappe a Bagnolo, Ostiglia, Ferrara, Ravenna, Pesaro, dove fu ospite nella Villa Imperiale, e Loreto, da dove ritornò a Mantova; nel giugno era di nuovo per poco tempo a Solarolo, prima di ritornare nel luglio a Mantova. I compagni del B. durante i viaggi e gli svaghi di corte erano Lelio Capilupi, il prevosto Trotto, Quintilio Furga ed Alessandro Buonvicino. Mentre era al servizio di Isabella conobbe inoltre Benedetto Lampridio, precettore del figlio dei duca Federico II. Negli ultimi mesi del 1537 soggiornò a Ferrara per le nozze del fratello Niccolò e partecipò alle feste che vi si svolsero in onore della principessa di Molfetta, Isabella di Ferrante di Capua. Le lettere scritte durante questo periodo mostrano chiaramente le relazioni strette e amichevoli che esistevano fra le damigelle della corte di Mantova e quelle di Ferrara.
Tra il 1534 e 1537 il B. scrisse varie poesie e nel 1536 inviò una sua novella alle damigelle della corte di Mantova. Assistette Ippolito e Camillo Capilupi nella composizione di un sonetto per la venuta della marchesa Isabella a Mantova nel 1537; fu anche musicata una canzone da lui scritta in onore della principessa di Molfetta.
Forse dopo la morte di Isabella d'Este, avvenuta nel 1539, il B. passò al servizio del cardinale Ercole Gonzaga, che dopo il 1540 assolse le mansioni di reggente per il giovane duca Francesco III. Nel carnevale del 1542 egli era certamente a Mantova al servizio del cardinale; partecipò allora ad una "moresca" in abiti pastorali disegnati da Giulio Romano.
Poco dopo il B. passò al servizio dei cardinale Ippolito II d'Este, da cui poco prima dei 1545 fu mandato in Francia, e ne divenne poi confidente. Nominato Ippolito dal re di Francia nel 1552 luogotenente della Repubblica di Siena, il B. fu inviato in questa città l'8 ottobre ad annunciarne l'imminente arrivo; successivamente fu mandato presso papa Giulio II I a giustificare le azioni del cardinale.
Non si conosce la data della morte.
Opere: Le sue lettere autografe originali spedite insieme alle poesie e alla novella, fra il 1534 e il '37, si trovano in Prose e Rime di B., Bibl. Universitaria di Bologna, ms. 1671 (cfr. G. Mazzatinti, Inventari dei manoscritti delle Bibl. d'Italia, XXI, Firenze 1914, p. 120), che proviene da una biblioteca delle soppresse corporazioni religiose (cfr. L. Frati, Giochi ed amori alla corte..., in Arch. stor. lomb., XXV [1898], p. 351). Una copia del manoscritto è nella Bibl. comun. di Mantova, ed una altra era alla Bibl. Capilupi di Mantova (cfr. G. Andres, Catalogo dei manoscritti Capilupi di Mantova, Mantova 1797, p. 224, dove è erroneamente attribuito a Timoteo Bendedei).
Dal manoscritto di Bologna (cc. 77r-85r) fu tratta la novella pubblicata per la prima volta da A. M. Borromeo, Catalogo de' novellieri italiani..., 2 ediz., Bassano 1805, pp. 107-32; ripubblicata poi in M. A. Bendidio, Novella, Bassano 1805, di cui soltanto ventiquattro copie furono stampate, e ristampata nel Saggio di caratteri in novelle, s. I. né d. [ma Venezia 1847], pp. 5-29. L. Di Francia, Novellistica..., I, Milano 1924, pp. 330 s., la giudica "una mediocrissima novella".
Sette lettere del B. del settembre 1535, che si trovano nel manoscritto di Bologna, sono state pubblicate in Del viaggio fatto della Marchesa Isabella d'Este Gonzaga a Cavriana ed al Lago di Garda nel 1535: Lettere descrittive di M. A. Bendido [sic]. Per Nozze Beschi-Pastori, a cura di P. Ferrato, Mantova 1878, e ristampate in Curiosità storiche mantovane, Mantova 1878 (disp. IX). Brani di lettere ed un'intera del 1537, sempre dal manoscritto di Bologna, sono pubblicati da L. Frati, pp. 350-65; altri brani sono riportati da G. Bertoni, Nuovi Tarocchi Versificati, in Giorn. stor. d. letter. ital., XLIII (1904), pp. 66 s.; A. M. Borromeo (1805) stampò la lettera che accompagnava la novella. Una lettera a Camillo Olivo, senza data, ma scritta prima del 1545, e dalla Francia, fu stampata in Lettere volgari di diversi nobilissimi huomini, et eccellentissimi ingegni... Libro secondo, I ediz., Venezia 1545, pp. 149 s., e ristampata in Nuova scielta di lettere..., I ediz., I, Venezia 1574, pp. 368 s. Erra il Mazzuchelli (11, 2, p. 797) dicendo che cinquantatrè lettere del B. sono stampate in Nuova scielta di lettere, I, pp. 79 s.; non si trovano nemmeno nelle edizioni posteriori (cfr. Borromeo, [1805] , p. 7, e Frati, p. 351 n. 1). Inedita è ancora la sua opera poetica.
Fonti e Bibl.: È possibile che riservino qualche precisazione biografica intorno al B. i rogiti degli archivi notarili di Ferrara e Mantova. Intanto le fonti più importanti sono le sue lettere e gli studi dove queste sono stampate. Cfr. inoltre: A. D'Ancona, Il teatro mantovano nel sec. XVI, in Giorn. stor. d. letter. ital., VI (1885), pp. 2-5, dove è riportata una lettera di un contemporaneo che parla del B.: questa lettera si trova ora in Mantova: Le Lettere, II, Mantova 1962, pp. 564-66 (v. anche a p. 603); V. Pacifici, Ippolito secondo d'Este, Cardinale di Ferrara, Tivoli s. d. [ma 1920], pp. 143, 211. Di poco valore e spesso inesatti sono: M. A. Guarini, Compendio histor. delle Chiese... di Ferrara, Ferrara 1621, p. 186; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 2, Brescia 1760, p. 797; [G. Baruffaldi], Continuaz. delle Memorie istor. di Letterati Ferraresi, Ferrara 1811, pp. 149 s.; G. B. Passano, I novellieri ital., I, Milano 1864, pp. 40 s.; Il, Torino 1878, p. 72; [A. D'Ancona], recensione a Del viaggio..., in Nuova Antol., 15 giugno 1878, pp. 790 s.; A. Luzio-R. Renier, Coltura e relazioni letter. d'Isabella d'Este, in Giorn. stor. d. lett. ital., XXXV (1900), p. 198 n. 1; G. Bertoni, Poesie, leggende, costumanze del medio evo, Modena 1917, pp. 230 s.; L. Di Francia, Novellistica, cit.. I, pp. 330-331.