Scrittore greco (Creta, sec. 17º) di famiglia veneziana: scrisse, circa il 1669, una commedia, Fortunato (Φορτουνᾶτος), uno degli ultimi prodotti del "teatro cretese". Imitando uno o più esemplari italiani, svolge una storia d'amore che si conclude felicemente per un "riconoscimento", secondo le consuetudini della commedia classica. Il dialogo è vivace, la lingua è fondamentalmente il dialetto cretese e indulge a una certa scurrilità popolaresca. Ai cinque atti si alternano intermezzi lirici in cui si parla del giudizio di Paride e della guerra di Troia.