ROMAGNESI, Marco Antonio
Il capostipite di una famiglia di comici, rimasta celebre nella storia della commedia dell'arte. Marco Antonio, che si acquistò gran nome sotto la maschera di Pantalone, nei primi del Seicento faceva parte della compagnia del duca di Mantova; nel 1613, era nella compagnia dei Confidenti, diretti da Flaminio Scala, e si faceva acclamare per i suoi felici improvvisi.
Un figlio di lui, del quale non si sa il nome, recitava con lode le parti di "innamorato" sotto il nome di Orazio. Insieme con la moglie, la brava Brigida Bianchi (Aurelia), seguì la compagnia Locatelli a Parigi, dove morì nel 1660.
Marco Antonio, figlio del precedente (nato a Mantova intorno al 1633, morto a Parigi nel 1706), aveva vivamente richiamato su di sé il favore del pubblico recitando nella compagnia del duca di Mantova le parti di "innamorato" col nome di Cintio. Il successo lo seguì alla corte di Francia (1660) e poi in Inghilterra, dove si recò col permesso del re. Sostituì il Costantini (v.) al Teatro italiano: verso il 1689 ebbe dal ministro Colbert l'incarico di recarsi in Italia per scritturare i migliori comici per il Teatro italiano di Parigi: e riformò in tal modo la compagnia, che riuscì una delle migliori. Assunse poi la parte di "caratterista" (1694) e sotto la maschera di Dottor Boloardo conseguì la popolarità. Divenuto cittadino francese, lasciò le scene quando i comici italiani furono espulsi da Parigi.
Dei figli suoi, Gaetano, lasciò la Francia nel 1697, recitò nelle Fiandre e nei Paesi Bassi e morì a Bruxelles nel 1700.
Belmonte Carlo Virgilio (1670-1731), fratello del precedente, fu prima ufficiale del re, poi comico "innamorato" col nome di Leandro. Chiuso il Teatro italiano ed espulsi i comici, fu tra i pochi cui fu concesso di rimanere in Francia col Tortoriti, purché non recitassero a Parigi. Giovanni Antonio, figlio di Gaetano (1690-1742), rimase due anni col Quinault, poi recitò con i Costantini nei teatri delle fiere tradizionali. Nei 1718 esordì al Théâtre Francais con vero successo. Scrisse parecchie commedie e farse da solo e in collaborazione con varî, tra cui il Riccoboni; una scelta di tali opere fu pubblicata in 2 volumi a Parigi (1744).