VENIER, Marco Antonio
Nacque a Venezia nel luglio del 1484 dal matrimonio tra Cristoforo di Francesco e Andriana Tiepolo di Marco (Archivio di Stato di Venezia, Avogaria di Comun, reg. 107, c. 335v).
L’avo, Francesco (v. la voce in questo Dizionario) di Dolfino, fu procuratore di S. Marco de ultra per merito; il padre, deceduto in giovane età, riuscì officiale alla Dogana da Mar, officiale alle Rason Vecchie e consigliere in Cipro. Marco Antonio ebbe almeno un fratello, Girolamo, officiale alle Beccarie e podestà alla Motta, e una sorella, Lucrezia, accasatasi nel 1503 con Paolo Bragadin di Giovanni Alvise, dal quale ebbe discendenza (ibid., c. 24r).
Di alto livello la formazione culturale. Nonostante avesse estratto la Balla d’oro il 4 dicembre 1504 (Venezia, Biblioteca nazionale Marciana, Ms. It., VII.814, c. 270v), preferì addottorarsi in artibus. Il 6 aprile 1512, Marino Sanuto registrò le sue conclusiones per la laurea dottorale tenute a Venezia, nella chiesa dei Ss. Giovanni e Paolo, stanti le urgenze della guerra tra la Lega Santa e la Francia (Sanuto, 1886-1903, XIV, col. 83), con promotor Marino Brocardo, medico, filosofo e padre del poeta Antonio. Ne sortì un opuscolo a stampa, segnalato da Emmanuele Antonio Cicogna tra i libri dell’erudito di inizio Ottocento Francesco Bernardi, Doctoratus in artibus Ecclesiae Sancti Johannis et Pauli post disputationem Marcus Antonius Venerius Pat. Ven. Christophori filii... (Venezia, Biblioteca del Civico Museo Correr, Cicogna, 3042/XXXV).
Si indirizzò alla carriera diplomatica: già il 2 ottobre 1512 era tra i candidati ad ambasciatore ordinario a Firenze (Sanuto, 1886-1903, XIV, col. 161). Fece esperienza nelle magistrature minori come auditor vecchio (29 novembre 1512; Biblioteca nazionale Marciana, Ms. It., VII.816, c. 87r), Provveditore di comun (16 agosto 1515; ibid., c. 232r), provveditore sopra il fisco (28 marzo 1518; Sanuto, 1886-1903, XXV, coll. 311-312), provveditore alla Sanità (15 giugno 1519; Biblioteca nazionale Marciana, Ms. It., VII.817, c. 214r), provveditore sopra gli Offici (4 novembre 1520; ibid., c. 318r). Nel 1516 sposò Girolama Dandolo di Daniele (Archivio di Stato di Venezia, Avogaria di Comun, b. 107, c. 336r). Da questa ebbe due figli, Daniele, senatore e duca di Candia, sposatosi con Modesta Michiel, che continuò il casato, e Cristoforo. La permanenza in città gli diede modo di essere attivo nella scena culturale. Intervenne alle conclusiones del lettore in filosofia Sebastiano Foscarini di Pietro (8 novembre 1515; Sanuto, 1886-1903, XXII, col. 152), fu presente alla oration tenuta in greco da Vettore Fausto l’8 ottobre 1518 (ibid., XXVI, col. 107), partecipò alle conclusiones di Domenico Zorzi di Stefano, allievo di Foscarini, il 3 novembre 1519 (ibid., XXVII, col. 50).
Verosimilmente in questi anni scrisse l’unica sua opera a stampa pervenutaci, la Physiologia Marci Antonii Venerii filii Christophori... Eletto ambasciatore in Inghilterra il 15 luglio 1521 (Biblioteca nazionale Marciana, Ms. It., VII.818, c. 28v), rifiutò l’incarico per entrare in Collegio come savio di Terraferma (29 dicembre 1521 e 27 dicembre 1522; ibid., cc. 60v, 124v). Divenne senatore il 14 dicembre 1522, venendo confermato il 15 novembre 1523 (ibid., cc. 121r, 186r), qualche giorno prima della nomina ad ambasciatore ordinario al duca di Milano, Francesco II Sforza (24 novembre 1523; ibid., c. 188v). Partì, con il segretario Domenico Vendramin, l’11 maggio 1524 (Sanuto, 1886-1903, XXXVI, col. 328), raggiunto a Verona dalla commissione del Senato il 19 maggio (ibid., col. 335). Bloccato a Bergamo dalla peste, incontrò Francesco II a Trezzo sull’Adda il 2 agosto 1524 (ibid., col 516). Seguì il duca nella campagna militare, informando Senato e Collegio, e rientrò con lui a Milano il 6 marzo 1525 (ibid., XXXVIII, col. 55).
Stabilitasi la tregua con la Francia, fece ritorno a Venezia e il 4 dicembre 1525 lesse la relazione di Milano ai Pregadi (ibid., XL, coll. 421-425). Savio di Terraferma il 31 dicembre 1525 (Biblioteca nazionale Marciana, Ms. It., VII.818, c. 321v), e poi avogadore di Comun (15 aprile 1526; ibid., VII.819, c. 7r) fino al 21 giugno 1526, fu designato ambasciatore ordinario in Inghilterra a re Enrico VIII Tudor (ibid., VII.197, c. 102r), essendo deceduto a Londra Lorenzo Orio di Paolo, suo predecessore. Partito il 28 luglio, ricevette gli ordini del Senato il 1° agosto, sulla via di Parigi (Archivio di Stato di Venezia, Senato, Secreta, reg. 51, cc. 64r-66r). Doveva qui concordare con re Francesco I Valois-Angoulême le modalità del coinvolgimento dell’Inghilterra nella Lega di Cognac, le cui trattative erano già state avviate alla corte inglese dal segretario di Orio, Gaspare Spinelli (ibid., cc. 70v-71v). Giunto a Londra il 13 novembre, discusse con Enrico VIII e il suo cancelliere, il cardinale Thomas Worsley, le garanzie per la neutralità inglese in Italia. Il 1° aprile 1529 espose la sua relazione di Inghilterra in Senato (Sanuto, 1886-1903, L, coll. 101-103).
Savio di Terraferma (29 marzo 1529; Biblioteca nazionale Marciana, Ms. It., VII.819, c. 206), il 1° agosto 1529 fu destinato ambasciatore ordinario al confederato Alfonso I d’Este, duca di Ferrara (Sanuto, 1886-1903, LI, col. 232). Gli si raccomandò di informare quella corte sugli sviluppi delle alleanze e di ottenere una maggiore partecipazione del ducato allo sforzo bellico (Archivio di Stato di Venezia, Senato, Secreta, reg. 53, cc. 183r-184r). Scelto il 31 dicembre come uno dei quattro ambasciatori a Carlo V nel congresso di Bologna con papa Clemente VII, si preferì che vi si recasse con Alfonso I (ibid., cc. 265v-266r), per poter poi esser con lui a Mantova, dove il duca doveva avere udienza dall’imperatore (25 marzo 1530; Sanuto, 1886-1903, LIII, col. 81).
Di nuovo a Venezia, il 9 maggio 1530, lesse in Senato la relazione di Ferrara (ibid., col. 195), quindi entrò senatore ordinario (4 settembre 1530; Biblioteca nazionale Marciana, Ms. It., VII.819, c. 296v). Il 15 marzo 1531 fu nominato ambasciatore ordinario a Roma, con segretario Alvise Borghi di Giovanni Battista (ibid., VII.820, c. 3v), in luogo di Pietro Pesaro di Nicolò, che compiva l’incarico. Nella commissione decretatagli il 22 maggio 1531, gli si ordinò di comporre la questione della tassazione dei beni dei sudditi veneti in Romagna e di concordare l’assegnazione dei vescovadi nei domini della Repubblica (Archivio di Stato di Venezia, Senato, Secreta, reg. 54, cc. 73r-74v). Mediò le pretese di Clemente VII sul possesso del palazzo a S. Giacomo dell’Orio, dato dalla Repubblica ad Alfonso I d’Este, dal quale il segretario della nunziatura, Roberto Maggi, era stato «cazà fuora con botte» (Sanuto, 1886-1903, LV, coll. 141, 142, 212). Fu con Clemente VII a Bologna (2 dicembre 1533; ibid., LVII, col. 677) e, preso congedo da questi a Roma, tornò a Venezia nell’agosto del 1533 (Archivio di Stato di Venezia, reg. 55, c. 114v).
Riprese il senatorato, nella zonta del quale era stato eletto, lui assente, il 30 settembre 1532 (Biblioteca nazionale Marciana, Ms. It., VII.820, c. 109r). Vi fu confermato anche negli anni 1533, 1534, 1536, 1547 e 1549. Fu anche savio di Terraferma (31 dicembre 1533; Archivio di Stato di Venezia, Segretario alle Voci, Pregadi, reg. 1, c. 8) e governatore alle Entrate (3 maggio 1535; Biblioteca nazionale Marciana, Ms. It., VII.820, c. 290). Scelto ambasciatore straordinario a Costantinopoli, per due volte rifiutò (25 febbraio 1536 e 18 agosto 1537; Archivio di Stato Venezia, Segretario alle Voci, Pregadi, reg. 1, cc. 55 e 56), mentre fu uno dei quattro ambasciatori a Carlo V a Genova (7 ottobre 1536; ibid., c. 28). Eletto censore il 12 ottobre 1537, entrò nel Consiglio dei dieci il 1° settembre 1538, e ricoprì per tre volte la carica di riformatore dello Studio di Padova, fu consigliere di Venezia per il sestiere di Dorsoduro e, dal 18 luglio 1541, per undici volte savio del Consiglio. Il 10 febbraio 1550 accettò l’ambasciata di complimento a papa Giulio III e il 7 maggio 1551 la podestaria di Padova. Passate le consegne al podestà entrante, Marco Antonio Grimani di Francesco, non lasciò più la Dominante, stanti gli incarichi di prestigio ottenuti: correttore della promissione ducale il 25 maggio 1553 – fu lui stesso ballottato doge nel serrato scrutinio del 2 giugno che favorì Marcantonio Trevisan di Domenico –, correttore delle Leggi, di nuovo consigliere di Venezia per il sestiere di Dorsoduro (Bibliotea nazionale Marciana, Ms. It., VII.824, cc. 12r, 157r, 163r, 167rv, 336). Il 17 maggio 1554 i suoi meriti furono riconosciuti con la nomina a procuratore di S. Marco de citra (ibid., c. 232rv).
Morì di lì a poco, «longamente amalà», il 2 aprile 1556 nella sua casa di S. Gregorio (Archivio di Stato di Venezia, Provveditori alla Sanità, reg. 797, alla data). Trovò sepoltura nella cappella da lui edificata in S. Maria del Carmelo, vulgo dei Carmini (ibid., Notarile, Atti, reg. 3096, c. 168r).
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Venezia, Avogaria di Comun, reg. 107, cc. 24r, 335r, 336r; Capi del Consiglio dei dieci, Lettere ai Rettori, b. 82 (Padova), nn. 142 (1551), 147-149 (1552); Dieci savi alle Decime, b. 20/24 (S. Barnaba); Misc. Codd., s. 1, 23, Storia veneta: M. Barbaro - A.M. Tasca: Arbori de patritii veneti, VII, c. 241; Notarile, Atti, reg. 3096, c. 168r; Provveditori Sanità, Necrologi, reg. 797, 2 aprile 1556; S. Maria dei Carmini, b. 35/35, cc. 35r-45v; Segretario alle Voci, Pregadi, reg. 1, cc. 7 (18 luglio 1541), 8 (31 dicembre 1533), 9 (2 gennaio 1535), 18 (21 dicembre 1544), 19 (19 giugno 1547, 19 giugno 1548, 3 settembre 1549), 27 (10 ottobre 1538, 10 aprile 1541), 28 (7 ottobre 1536, 20 luglio 1541), 44 (22 ottobre 1538, 9 dicembre 1544, 26 gennaio 1549), 55 (25 febbraio 1536), 56 (18 agosto 1537); Senato, Secreta, Deliberazioni, regg. 50, cc. 53r, 107rv, 139r, 147r-148v, 158r, 173r; 51, cc. 64r-66r, 70v-71v, 100v-103v, 107rv, 130v-131v, 132r; 52, cc. 7r-8r, 17v-19r, 83v-84r; 53, cc. 14r, 17v-19r, 30v-31r (11 maggio 1528), 80rv, 183r-184v, 204rv, 257v-258r, 262v, 265v-266r; 54, cc. 73r-74v, 85v, 87r, 90r-91r, 92rv, 92v-93v, 94r-97r, 100rv, 113r, 114r-115r; 55, cc. 2r-3r, 4r-5r, 10v-13r, 26rv, 34rv, 50r-51v, 56v, 84r-88r, 93r, 100v-101r, 104v-108r, 114r-115v, 115v-116v, 137r-139v; 57, cc. 5v-6v, 9v-10v, 63v; 67, cc. 22rv, 22v-24r, 25rv (26 aprile 1550), 26r-29r (3 maggio 1550); Biblioteca del Civico Museo Correr, Cicogna, 2551 (= 1003): Annali della Repubblica di Venezia..., alle date 7 febbraio e 6 aprile 1536; Classe III. Commissioni, 321 (= 2230) (frammento miniato di commissione data a Venier); Biblioteca nazionale Marciana, Mss. It., cl. VII.18 (= 8307): G.A. Cappellari-Vivaro, Campidoglio Veneto..., IV, cc. 163v, 169v; Ms. It., cl. VII.197 (= 8162): Registro di ambascerie..., cc. 102 (23 giugno 1526), 161 (29 dicembre 1529); codd. 814 (= 8893): Consegi..., c. 270 (4 dicembre 1504); 816 (= 8895), cc. 87 (29 novembre 1512), 232 (16 agosto 1515); 817 (= 8896), cc. 214 (15 giugno 1519), 318 (4 novembre 1520); 818 (= 8897), cc. 28 (15 luglio 1521), 60 (29 dicembre 1521), 121 (14 dicembre 1522), 124 (27 dicembre 1522), 186 (15 novembre 1523), 188 (24 novembre 1523), 321 (31 dicembre 1525); 819 (= 8898), cc. 7 (15 aprile 1526), 206 (29 marzo 1529), 296 (4 settembre 1530); 820 (= 8899), cc. 3 (15 marzo 1531), 109 (30 settembre 1532), 175 (30 settembre 1533), 244 (30 settembre 1534), 290 (3 maggio 1535); 821 (= 8900), cc. 40 (30 settembre 1536), 111 (12 ottobre 1537), 167 (1° settembre 1538), 279 (2 maggio 1540); 822 (= 8901), cc. 21 (7 agosto 1541), 171 (23 settembre 1543), 204 (23 marzo 1544), 298 (16 agosto 1545); 823 (=8902), cc. 37 (30 settembre 1546), 246 (30 settembre 1549), 278 (10 febbraio 1550), 292 (29 aprile 1550), 317 (7 settembre 1550), 323 (29 settembre 1550); 824 (= 8901), cc. 12 (7 maggio 1551), 133 (31 dicembre 1552), 157 (25 maggio 1553), 163 (11 giugno 1553), 167 (30 giugno 1553), 172 (30 luglio 1553), 232 (17 maggio 1554), 245 (30 giugno 1554), 266 (4 ottobre 1554), 314 (29 giugno 1555), 336 (4 ottobre 1555).
A. Gratarol - G. Gratarol, Antonii Grataroli Philosophi ac Medici De Immortalitate Animae ad Mentem Aristotelis..., Venetiis 1554 (dedica a M.A. Venier); P. Paruta, Istorie veneziane, in Degl’Istorici delle cose veneziane..., tt. 3-4, Venezia 1718, t. 3, pp. I, 356, 368, 408, 561, 571, 614, 649, t. 4, p. 215; E.A. Cicogna, Delle inscrizioni veneziane..., I, Venezia 1824, p. 125, II, 1827, p. 162, IV, 1834, pp. 20 s.; Calendar of State Papers..., III-V, a cura di R. Brown, London 1869-1873, ad indices; M. Sanuto, I diarii..., XIV-LVIII, a cura di N. Barozzi et al., Venezia 1886-1903, ad indices; Relazioni dei rettori veneti..., IV, a cura di A. Tagliaferri, Milano 1973, p. L; A. Milan, Il catalogo delle iscrizioni, in La chiesa [...] di S. Maria del Carmelo a Venezia..., Saonara 2017, p. 209.