Marco Antonio
Politico romano (n. forse 82 a.C.-m. 30 a.C.). Figlio di Marco Antonio Cretico e di Giulia parente di Cesare. Nel 52 fu questore; nel 50, augure e tribuno della plebe, oppose il veto alla deliberazione con la quale si voleva dichiarare Cesare nemico della patria. Ne fiancheggiò con una colonna la marcia dal Rubicone, e rimase quindi in Italia con imperio propretorio (49); partecipò alla battaglia di Farsalo (48) e nel 47 fu magister equitum di Cesare. Console nel 44 con Cesare, alla morte di questo fu a capo della reazione contro i congiurati, mirando anche alla successione. Ciò provocò la reazione del legittimo erede, Ottaviano, il quale (43) sconfisse M.A. che aveva posto a Modena l’assedio a Decimo Bruto; ma poi, volendo evitare la scissione del partito cesariano, promosse il triumvirato rei publicae constituendae con M.A. e Lepido. M.A. pretese la morte di Cicerone suo acerrimo nemico. Mosse quindi contro Bruto e Cassio, e li vinse, con Ottaviano, a Filippi (42). Diviso l’impero, M.A. ebbe l’Oriente. Con Cleopatra, regina d’Egitto, concepì il disegno di trasformare l’impero romano in una monarchia orientale. Rinnovò tuttavia gli accordi con Ottaviano a Brindisi (40) e, rimasto vedovo di Fulvia, sposò la sorella di lui Ottavia. Quindi condusse un’infelice spedizione contro i parti. Maturando poi i piani di trasformazione dell’impero, ripudiata Ottavia, riconosciuti i figli avuti da Cleopatra, suscitò di nuovo l’opposizione di Ottaviano, che poté facilmente farlo apparire nemico di Roma. Ad Azio (31) la flotta egiziana fu vinta da Ottaviano e M.A. e Cleopatra si salvarono a stento. Quindi, caduta Alessandria, M.A. si uccise. Le vicende di M.A. e Cleopatra hanno ispirato numerose opere di poesia, delle quali la più famosa è la tragedia di W. Shakespeare, Antony and Cleopatra, desunta in parte dal racconto di Plutarco, rappresentata probabilmente nel 1607 e pubblicata nel 1623.