ANZOLETTI, Marco
Nacque a Trento il 4 giugno 1866 da famiglia di musicisti. Dal padre Luigi, violoncellista, apprese i primi elementi della musica.
L'A. crebbe, inoltre, in un favorevole ambiente famigliare, poiché anche tutti gli zii erano musicisti: Francesco, pianista, organista e compositore; Giovanni, violinista; Giuseppe, violinista e compositore; la sorella Luisa, poetessa e scrittrice, in seguito fu sovente sua collaboratrice al pianoforte. Dalla scuola paterna e da quella dello zio Giuseppe, l'A. passò - dopo aver esordito in pubblico a dieci anni, suonando composizioni di L. Spohr e Paganini - al conservatorio di Milano nel 1879 per continuarvi i suoi studi di violino con Gerolamo de Angelis e di composizione con Gaetano Coronaro. Diplomatosi con tre grandi premi nel 1885, l'A. si recò nel 1886 a Vienna per seguire un corso di perfezionamento sotto J. Grün.
Intrapresi, quindi, giri di concerti in Austria e in Italia, l'A. si affermò ben presto, suscitando ovunque ammirazione per la sua tecnica eccezionale. Nel 1889 vinse per concorso la cattedra di violino del conservatorio di Milano, dove la sua scuola formò poi eccellenti artisti, quali Bianca Panteo ed altri.
L'attività e l'opera dell'A. appartennero, quindi, a quell'orientamento di gusto e di ideali che mirava a far sorgere in Italia il culto della musica da camera e sinfonica, negletto a favore del melodramma, mentre era patrimonio indiscusso della cultura tedesca.
Significativo l'apprezzamento dimostrato da J. Brahms, che inviò all'editore F. A. Simrock di Berlino le 24 Variazioni per violino e pianoforte, scritte dall'A. su un suo tema e inviategli in omaggio (1893-94). In un concorso bandito nel 1895 dalla Società del Quartetto di Milano, l'A. vinse il primo premio con una Sonata in do minore per violino e pianoforte, edita poi da Breitkopf & Härtel a Lipsia. Molto l'A. scrisse per il suo strumento, con accompagnamento di pianoforte o di organo: sonate, trio e quartetti d'archi, concerti, ecc. eseguiti da lui stesso o da altri valenti violinisti e in parte editi dalle migliori case italiane e straniere. Dedicò anche all'organo pregevoli composizioni, fra le quali degna di particolare ricordo la Gran fantasia sacra per due organi, premiata al concorso per il collaudo dei due organi del duomo di Milano nel 1909.
Alcuni anni prima (1902) aveva riportato molto successo a Vienna una sua cantata per coro e grande orchestra, eseguita alla Cappella imperiale, né va dimenticato un poema sinfonico, L'ospite della terra, per grande orchestra, che l'A. stesso aveva ridotto per violino e pianoforte ed eseguito a Milano (1913). A scopo didattico, l'A. compose inoltre 12 Studi per la viola (Milano, Ricordi, 1919), Il repertorio del piccolo violinista (dodici piccoli pezzi per violino e pianoforte) e Moto perpetuo sopra movimenti di scale, entrambi editi dal Ricordi a Milano nel 1920. Ancora attivo, l'A. morì nella sua villa di Mesiano di Povo (Trento) il 23 genn. 1929.
Delle cinque opere che l'A. scrisse per il teatro, tutte su libretto proprio, Militza o Serbia, dramma su un episodio della guerra fra il Montenegro e la Turchia, 1896-97; Le Gare, 1902; Faida, dalla Faida di Comune di G. Carducci, 1910-15; Belfagor, dalla novella di N. Machiavelli, 1920, fu rappresentata La fine di Mozart, al teatro Lirico di Milano il 25 ott. 1898.
Alla precipua attività di musicista e compositore, l'A. aggiunse anche quella di scrittore di argomento musicale, lasciando notevoli testimonianze della sua cultura e senso critico. Si ricordano a tal proposito una conferenza su Giuseppe Tartini, pubblicata dalla tipografia milanese "Perseveranza" nel 1891, che l'A. aveva tenuto alla Famiglia Artistica di Milano il 12 aprile, durante la quale aveva eseguito quattro sonate del Tartini stesso e uno studio critico e biografico sempre sullo stesso autore, stampato a Milano dalla rivista Italianissima nel 1917; altri articoli: Sulle vicende dell'arte e sulla vita di Wolfango Mozart, in La Rassegna nazionale, XXI(1899), pp. 449-476; In occasione del centenario di D. Cimarosa, ibid., XXIII(1901), pp. 317-322; L'insegnamento del violino in Italia, ibid., XXXI,(1901), pp. 66-71; e inoltre 43 Sonetti musicali, editi dal Cogliati (Milano 1902) e Mozart, scene della vita intima in cinque quadri (ibid. 1906).
Tutte le opere manoscritte dell'A. sono state lasciate alla Biblioteca comunale della città di Trento.
Bibl.: A. Bonaventura, Violinisti italiani moderni, in A. Untersteiner, Storia del violino, dei violinisti e della musica per violino, Milano 1906, pp. 208-210; H. Riemann, Musiklexikon, I, Mainz 1959, p. 43; Diz. Ricordi della Musica e dei Music., Milano 1959, p. 46.