ATTENDOLO, Marco (Marco de Cotignola, Marchetto Sforzesco)
Figlio di Margherita, sorella di Muzio, e di Giacomazzo de, Manegoldi da Cotignola, primo marito della madre, visse e operò quasi sempre con suo fratello Foschino. La prima notizia datata riguardante l'A. è del 1414, quando insieme con il fratello Foschino e con altri parenti, tutti sotto la guida di Muzio, partecipò a una spedizione militare che aveva lo scopo di domare le città ribellatesi a Giovanna II. Nel 1415, afiorché Muzio fu catturato da Pandolfello Alopo e dovette, per riottenere la libertà, sposare Caterina, sorella dell'Alopo, e lasciare molti parenti come ostaggi, l'A. fu tra questi ultimi. Nel 1417 (10 agosto) l'A. condusse nella rocca di Falvaterra, di Cristoforo Gaetani, Iacopo Caldora e il conte di Monteodorisio, che erano stati catturati da Muzio. Il 27 maggio 1423 fu inviato da Muzio a Pomigliano (Nola), per condurvi i prigionieri catalani catturati negli scontri di Capua. Nel giugno dello stesso anno, sbarcato a Napoli Alfonso d'Aragona invano ostacolato da Muzio, Marco e Foschino si recarono a Benevento conducendo con loro i prigionieri catalani, mentre Muzio si recava ad Aversa scortando la regina. Dopo questi avvenimenti l'A., con il fratello Foschino, fu costretto ad abbandonare il Regno di Napoli, lasciando nelle mani di re Alfonso tutte le ricchezze e i possedimenti che aveva ottenuti da Giovanna II. Egli nel 1430 ritornò in Cotignola, ove edificò una casa, e poi si recò al seguito di Micheletto Attendolo che serviva i Fiorentini. Nel 1434 (maggio-giugno) Micheletto lo consegnò quale ostaggio ai Romani per ottenere di poter passare con la sua compagnia per Trastevere. Nel 1436 l'A. tornò nel Regno di Napoli, ove, sempre insieme con Micheletto, di cui nel 1439 sposò la figlia Francesca, combatté a lungo contro gli Aragonesi nelle file dell'esercito angioino. Nello stesso 1436 conquistò Potenza (15 aprile) e altre località, occupò in giugno parte della costiera d'Amalfi e, spostatosi in Calabria, batté l'infante Pietro d'Aragona, porgendo aiuto a Reggio assediata. Nel 1441 faceva parte dell'esercito angioino-sforzesco che fu battuto a Troia da Alfonso d'Aragona il 10 luglio. L'anno appresso l'A. si sottomise all'Aragonese, facendosi comprendere, insieme col fratello Foschino, nelle capitolazioni stipulate fra Alfonso e la città di Lucera il 15 nov. 1442, e offrendo al nuovo signore un contributo di 1000 ducati. Il. 26 febbr. 1443 partecipò al corteo trionfale di Alfonso svoltosi a Napoli. Fu quindi anche al servizio della Chiesa e poi al seguito dei cugino Francesco che gli affidò dapprima il governo di Borgonuovo nel Piacentino, quindi la luogotenenza ducale della città di Piacenza ed infine lo creò castellano di Milano. Se ne ignora la data di morte. L'A. fu autore d'una biografia dello zio Muzio, il cui unico manoscritto conosciuto, conservato nella Biblioteca Apostolica Vaticana (cod. Urb. Lat. 871) cartaceo, risale al secolo XVII.
Di questa biografia fu pubblicata ad opera di Pier Matteo Carranti una versione latina con il seguente titolo: Marci Attenduli Cotignolani Sphortiae gestorum Liber Primus, e Vulgari in Latinum conversus, Petro Mattheo Carranto interprete, ad Illustriss. et Invictiss. Franciscum Sphortiam, Ducem Nonum Mediolani, edita a Bologna nel 1526.
Fonti e Bibl.: L. Crivelli, De vita, rebusque gestis Sfortiae... commentarius, in L. A. Muratori, Rer. Italic. Script., XIX, Mediolani 1731, col. 624; A. Minuti, Vita di Muzio Attendolo Sforza a cura di G. Porro Lambertenghi, in Misc. di storia ital., VII, Torino 1869, pp. 111, 179, 207, 241, 286, 288, 301; I. Ciampi, Cronache e statuti della città di Viterbo, in Doc. di storia ital., V, Firenze 1872, p. 136; L. Botta, Una inedita cronachetta degli Sforza, in Arch. stor. per le prov. napol., XIX (1894), pp. 725, 726, 734; Codices Urbinates latini, a cura di C. Stornajolo, II, Codices 501-1000, Romae 1912, p. 589; P. Conenuccio, Compendio de le istorie del regno di Napolì, Bari 1929, pp. 241 s.; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, I, 2,Brescia 1753, p. 1217; N. Ratti, Della famiglia Sforza, I, Roma 1794, pp. 8, 10 n. 4, 25, 33 n. 32, 366; G. Solieri, Le origini e la dominazione degli Sforza a Cotignola, Bologna 18971 pp. 25 s.; N. F. Faraglia, Storia della regina Giovanna II d'Angiò, Lanciano 1904, pp. 40, 51 n. 2, 74 n. 3, 94, 95, 241, 245; Id., Storia della lotta tra Alfonso V d'Aragona e Renato d'Angiò, Lanciano 1908, pp. 75, 187 n. 1, 234, 305 n. 1, 315, 331; C. Argegni, Condottieri, Capitani, Tribuni, I, Milano 1936, p. 56.