SEVERINO, Marco Aurelio
Anatomico e chirurgo italiano, nato a Tarsia (Calabria) nel 1580, morto di peste a Napoli il 15 luglio 1656. Dopo avere intrapreso gli studî legali, li abbandonò per addottorarsi in medicina a Salerno. Esercitò la professione a Napoli, combattendo arditamente la tradizione non avvalorata dall'esperienza. Nominato chirurgo degli Incurabili, si dimostrò audace novatore, suscitando intorno a sé invidie e avversità che gli valsero perfino il carcere. Ma finì col trionfare e la cattedra di medicina e di anatomia che tenne nell'università napoletana salì in alto onore. Fu profondo conoscitore dell'anatomia umana e abilissimo zootomo.
Nella sua Zootomia democritea (Norimberga 1645), considerata giustamente come il primo trattato generale di anatomia comparata, sono contenute importanti scoperte, come quelle delle ghiandole enteriche, che dovevano esser poi dette del Peyer. Il S. fu indubbiamente il maggiore chirurgo dell'età sua, anche se trasmodò nell'uso del ferro e del fuoco: egli deve esser considerato come "uno dei rigeneratori della chirurgia italiana" (De Renzi). Nell'epidemia difterica del 1610 in Napoli praticò ripetutamente la tracheotomia. Fra le sue opere chirurgiche si devono ricordare: De recondita abscessuum natura libri VIII (Napoli 1632); De efficaci medicina libri IlI (Francoforte 1646); Trimembris chirurgia (ivi 1653); inoltre Antiperipatias, hoc est adversus aristotelicos de respiratione piscium diatriba (Napoli 1659).
Bibl.: A. Haller, Bibliotheca chirurgica, Berna 1775; Magliari, Elogio di M. A. S., Napoli 1815; De Angelis, M. A. S., in Biografia universale antica e moderna, LIII, Venezia 1829; S. De Renzi, Storia della medicina in Italia, IV, Napoli 1846.