BESSO, Marco
Nato a Trieste il 9 sett. 1843 da Salvatore e da Regina Cusin, nel 1859 fu costretto, per un dissesto economico della famiglia, ad impiegarsi presso una società di assicurazioni che lo mandò dapprima presso la sua agenzia di Lubiana poi, dietro richiesta dello stesso B., ad Insbruck. Qui egli frequentò corsi universitari, specialmente di letteratura tedesca. Abbandonata l'Austria nel settembre 1863, accompagnò a Roma D. Francesconi, incaricato di concludere le trattative in corso tra il governo pontificio e le Assicurazioni generali.
Le Generali dovevano infatti subentrare alla Società privilegiata pontificia di assicurazioni, fondata nel 1837. In seguito all'annessione italiana della maggior parte dei territori dello Stato della Chiesa, le agenzie della Pontificìa erano, ad opera del Francesconi, passate nelle mani delle Assicurazioni generali, cosicché la Società pontificia, ridoíta ad operare nell'esiguo territorio restante, era stata costretta a liquidare. Dietro intervento del governo austriaco lo Stato pontificio aveva acconsentito a cedere il privilegio alle Assicurazioni generali, ed il Francesconi intendeva concludere le trattative. Queste si prolungarono. però, più del previsto, e il Francesconi finì per lasciare al B. l'incombenza di condurle a termine.
Concluso l'incarico, il B. venne assegnato all'agenzia di Roma, dove rimase fino al 1866. In questo periodo entrò a far parte del Comitato nazionale romano, che mirava alla liberazione di Roma. A causa dei frequenti viaggi a Firenze, faceva da tramite tra quello ed il ministero degli Interni, per ricevere documenti ed istruzioni; prese inoltre parte alla redazione del giornale clandestino Roma dei Romani.
Chiamato a Milano nel 1866, il B. vi diresse la locale agenzia; in questo periodo s'iscrisse alla massoneria. Dopo aver trascorso alcuni mesi a Trieste, nell'autunno del 1867 si trasferì in Sicilia, dove, per lo stato di arretratezza del paese, poté far poco per lo sviluppo della sua Compagnia. Nella primavera del 1870, anziché rientrare negli uffici delle Assicurazioni generali, ottenne di potersi dedicare a studi nel campo assicurativo.
Propose, in quel tempo, la creazione di una società di assicurazione per i rischi dei trasporti, ramo allora trascurato, ma lo scoppio della guerra franco-prussiana ne interruppe la realizzazione. Compì anche vari studi di carattere tecnico, traducendo nel contempo un manuale inglese, allora molto quotato, sulla propaganda assicurativa (J. Baxter Langley, The Life Agent's Vademecum and Practical Guide to success in Life Assurance business,London 1854).
Concentrò le ricerche nel campo, allora poco studiato in Italia, delle assicurazioni sulla vita, e della connessa tecnica attuariale di cui aveva esaminato all'estero i possibili sviluppi, e ne divenne un fervente sostenitore, riuscendo infine ad ottenere dalla Compagnia un mandato per la organizzazione di questo ramo assicurativo in Italia. Il successo, conseguito attraverso una ben riuscita organizzazione propagandistica, lo rese particolarmente stimato dalla direzione della sede di Trieste, da cui dipendeva tale ramo.
Di notevole interesse anche i suoi scritti in materia di legislazione commerciale, specie quello Di una lacuna nel progetto di codice dì commercio (Firenze 1882), in cui il B. lamentava la mancanza di una norma che regolasse le relazioni tra la società emittente e i possessori di obbligazioni al di là del mero rapporto obbligatorio con la conseguente parificazione, in caso di insolvibilità della società, degli obbligazionisti a creditori comuni. Caldeggiava quindi, oltre alla creazione di associazioni di obbligazionisti, la presenza di un loro rappresentante nel consiglio di amministrazione delle società, ai finì di rafforzare la stabilità del settore creditizio delle anonime. Suggerimenti questi messi poi in pratica dal codice civile del 1942,secondo modalità simili a quelle proposte dal Besso.
Nel 1871 gli fu affidata la direzione dell'agenzia di Bologna, cui seguì, poco dopo, quella di Firenze, ove sposò Ernesta Pesaro Maurogonato. Nel 1875 il B. pubblicò in questa città uno studio su Le casse pensioni delle Ferrovie dell'Alta Italia,in cui dimostrò la loro insufficienza finanziaria, provocando così una vivace polemica. Nello stesso periodo si occupò, su invito del governo, della Società nazionale di mutuo soccorso degli impiegati di Milano, anchessa pericolante; chiamato a far parte del consiglio di previdenza, fu incaricato di redigere il progetto di legge per il riconoscimento giuridico delle Società di mutuo soccorso, nel quale propose che il governo, prima della loro erezione in ente morale, esigesse l'osservanza delle norme relative agli impegni verso i soci: le Società, che erano ostili all'intervento governativo, riuscirono a far naufragare il progetto.
Nel 1877 tornava a Trieste per sostituire M. Levi nella segreteria generale della compagnia, carica che tenne fino al 1885, quando gli subentrò il fratello Giuseppe, mentre egli diveniva direttore e consulente tecnico della compagnia.
In questo periodo le Assicurazioni generali ebbero un forte sviluppo, non solo per l'espandersi delle nuove branche assicurative dei trasporti e della vita, ma per l'impulso che il B. diede alla creazione di nuovi centri assicurativi, in particolare all'estero, sia aprendo nuove sedi della compagnia, sia partecipando alla creazione di nuovi enti assicurativi specie in Austria e Ungheria.
Nel 1909 il B. assumeva la presidenza delle Assicurazioni; il suo ruolo nella guida della Compagnia doveva tuttavia continuare ad essere determinante se nel 1912, coll'introduzione del monopolio pubblico delle assicurazioni sulla vita, il suo intervento fu decisivo ai fini della deliberazione presa dalle Assicurazioni generali di continuare il ramo vita nei termini concessi dalla legge, in netto contrasto con la linea seguita dalle altre compagnie assicuratrici in Italia. Rimane tuttavia da chiarire quale fu l'atteggiamento del B. al momento dell'elaborazione e del varo di questo progetto di legge.
Vasta fu d'altra parte la partecipazione del B. alla vita finanziaria e industriale del paese. Nel 1914 ricopriva le cariche di consigliere di amministrazione della Banca Commerciale Italiana, dell'Istituto italìano di credito fondiario, della Società per lo sviluppo della imprese elettriche in Italia, di presidente della Società anonima italiana contro gli infortuni, della Società anonima di Assicurazione a premio fisso contro la grandine, della Società italiana elettrocarbonium, della Società italiana forni elettrici (società finanziaria di controllo di altre imprese operanti nel settore delle applicazioni elettriche), della Fabbrica Itíliana di carburi e derivati, nonché vice presidente della Società italiana per l'utilizzazione delle forze idrauliche nel Veneto, ed in fine presidente della Società Generale Immobiliare di lavori di utilità pubblica agricola.
Ricca anche la sua attività pubblicistica su vari periodici, dalla Nuova Antologia,a L'Opinione, L'Economista d'Italia, La rivista settimanale di Firenze. Fu membro dal 1878 dell'Institute of Actuaries di Londra. Morì a Milano il 7 ott. 1920.
Il B. ebbe anche interessi di bibliofilo e di filantropo. Pubblicò una raccolta di proverbi, Roma nei proverbi e nei modi di dire (Roma 1889), di cui uscì una edizione ampliata dal titolo Roma e il Papa nei proverbi e nei modi di dire (Roma 1904). Studioso di Dante, alle cui opere era stato introdotto da N. Tommasco, da lui frequentato durante il periodo di residenza a Firenze, il B. riunì una vasta biblioteca dantesca, coi migliori commenti alla Commedia, gli incunaboli, le edizioni più rare. Nel 1912, dopo aver consultato il materiale bibliografico raccolto nella biblioteca dei re Giovanni di Sassonia, pubblicò a Roma La fortuna di Dante fuori d'Italia,con una lunga introduzione. Per questi interessi letterari fu nominato nel 1912 socio corrispondente dell'Istituto veneto di scienze, lettere ed arti, e nel 1920 dell'Accademia nazionale dei Lincei.
Il B. destinò a fini benefici molte delle sostanze accumulate. Finanziò borse di studio destinate a giovani studiosi di scienze economiche; istituì inoltre tre fondazioni: la prima, intitolata al figlio Salvatore, premortogli, a favore di studenti triestini; la seconda, intitolata alla moglie, Emesta, circolo di cultura per insegnanti; la terza a suo nome, fornita di una ricca biblioteca specializzata negli studi romanisti e danteschi.
Fonti e Bibl.: Fondazione M. Besso, Corrispondenza di M. B. con i fratelli Giuseppe e Michele; lettere varie a M. Besso. Un elenco completo delle pubblicazioni del B. si trova in C. Ferraris. Commemorazione di M. B.,in Rend. dell'Accad. dei Lincei,classe di scienze morali, s. 5,XXIX(1920), pp. 350 ss.; E. Morpurgo, Commemorazione di M. B.,in Boll. d. Ass. gen. di Venezia,ott. 1920, pp. 3-12.
Per notizie sul giornale Roma dei Romani,vedi O. Majolo Molinari, La stampa Periodica romana dell'Ottocento,II,Roma 1963, p. 841. Si veda inoltre: M. B., Autobiografia,Roma 1925; A. De Gubernatis, Piccolo dizionario,Roma 1895,pp. 99; C. Frati, M. B.,Firenze 1920, L'Illustrazione italiana,17 ott. 1920; L. Rava, Le mem. autobiogr. di M. B. e la Fondazione Besso,in Nuova Antologia,16 genn. 1925; Il centenario delle Assicurazioni generali, 1831-1931, Trieste 1931, pp. 183 s., 187 ss. e passim; A. Caracciolo, Roma capitale,Roma 1957, passim;M. Maroni, La Biblioteca di M. B.,in Almanacco dei Bibliotecari italiani,1962, pp. 173-176.