CALDERINI, Marco
Pittore, nacque il 22 luglio 1850 a Torino da Michelangelo, corriere delle Regie Poste, e da Virginia Pernaud, di nazionalità francese. Portò a termine gli studi classici e s'iscrisse alla facoltà di lettere presso l'università di Torino; si diplomò inoltre insegnante di lingua francese (1867) e di storia e geografia per le scuole secondarie (1869). Alla pittura non avrebbe probabilmente pensato, se tra i suoi compagni di studio non ve ne fossero stati alcuni iscritti all'Accademia Albertina, i quali lo spronarono a fare altrettanto. Gli studi artistici, intrapresi per passatempo, lo appassionarono a tal punto da fargli frequentare l'Albertina dal 1867 al 1873. Da principio seguì i corsi di disegno di E. Gamba (1867-1869) e di pittura di A. Gastaldi (1869), poi quelli di pittura del paesaggio (1870-1873), istituiti da A. Fontanesi, ottenendo in quest'ultimo corso la medaglia d'oro nel 1872. Insieme con gli altri allievi, seguiva il Fontanesi a dipingere all'aperto nei dintorni di Torino (A. Griseri, Ilpaesaggio nella pittura piemontese dell'Ottocento, Milano 1968, p. 17).
Il C., terminata l'Accademia, prese uno studio con il suo amico F. Mosso;nel 1875 abbandonò definitivamente l'insegnamento di francese, che teneva presso il circolo filologico della città, per dedicarsi alla pittura, confortato in questa decisione dal successo ottenuto: aveva partecipato, ancora allievo, alle Esposizioni annuali della Società promotrice torinese, aveva venduto al principe di Savoia Carignano il dipinto Sul giardino dei ripari nel 1871, e nel 1873 alla Società stessa Giardino reale.
Alternò di frequente l'attività artistica con quella di scrittore e critico d'arte. Fu, infatti, collaboratore di diversi giornali, come l'Illustrazione italiana, la Rassegna nazionale, la Gazzetta piemontese, la Gazzetta letteraria di Torino e la Gazette des Beaux Arts, e inoltre delle Serate italiane e di Science et Art.Nell'anno 1884 egli pubblicò, a Torino, traducendole dalla lingua francese, le Memorie postume di F. Mosso, pittore, che per l'aggiunta di lettere del Mosso a lui dirette, di un profilo del pittore e di un elenco delle sue opere costituisce una vera e propria monografia, ricca di interesse per i riferimenti biografici al C. stesso (2 ediz., ibid. 1892). Fu il primo di una serie di volumi dedicati a vari artisti, che, all'accuratezza della compilazione, uniscono una notevole felicità di intuito critico (A. Fontanesi, 1901; La carriera di G. B. Quadrone, 1902 [anche in lingua francese]; A. Pasini, 1916; V.Vela, 1920; C. Marocchetti, 1928, tutti pubblicati a Torino).
Tema centrale e costante della pittura del C. è il paesaggio nei suoi molteplici aspetti; i suoi quadri hanno tutti in comune il fatto di essere stati dipinti dal vero. Sebbene fosse lontano dallo spirito romantico del maestro, non era tuttavia indenne da un sentimentalismo, equilibrato però dalla resa del vero, che "non fu mai il puro e semplice verismo inteso quale abdicazione di ogni critica, scelta, sensibilità soggettiva alla realtà esteriore…" (Bernardi, 1937, p. 241).
Il C. partecipò a numerosissime esposizioni di interesse nazionale e internazionale, spesso ottenendo importanti premi: alla Società promotrice di Torino quasi ininterrottamente dal 1870 al 1898 (e 1909, 1911-1914, 1919, 1926, 1936); all'Accademia di Belle Arti (1876, 1885, 1894, 1895, 1897, 1912) e alla Permanente (1911) di Milano; alle Mostre di Napoli (1877), Roma (1883, 1909), Venezia (1887; e alle Biennali 1895, 899, 1901, 1903), Bologna (1888), alla Colombiana di Genova (1891), Firenze (1907-1908), oltre che a Nizza (1883), Barcellona (1888, 1907), Londra (1888), Colonia (1889), Parigi (1893, 1900, 1905). Oltre che in collezioni private, opere del C. sono conservate nella Galleria civica di Torino, nella Galleria naz. d'arte moderna di Roma, nella Galleria Ricci Oddi di Piacenza (nel cui archivio è conservato "un centinaio di sue lettere indirizzate a G. Ricci Oddi": F. Arisi, Galleria… Ricci Oddi…, Piacenza 1968, pp. 112s.), nella Civica Galleria d'arte moderna e nella Pinacoteca di Brera a Milano, ecc.
Nella sua lunga carriera artistica il C. ottenne altri riconoscimenti, oltre quelli già ricordati, quali la nomina a membro del Comitato di accettazione e allestimento per l'esposizione torinese del 1884, a presidente sia della commissione degli artisti piemontesi per il concorso dell'Esposizione di Parigi (1889), sia della sezione di pittura del circolo degli artisti di Torino (1889), a membro della commissione permanente di Belle Arti presso il ministero della Pubblica Istruzione, insieme al Morelli (1881); ed ancora la nomina a socio delle Accademie di S. Luca di Roma, di Belle Arti di Milano, Bologna e Torino.
Il C. si spense a Torino, dove aveva sempre vissuto e lavorato, il 26 febbr. 1941. Una mostra retrospettiva gli fu allestita nel 1947 a Torino.
Fonti e Bibl.:Oltre ai catal. delle mostre citate all'interno della voce, ai loro Album e recensioni della stampa, alla bibl. in U. Thieme-F. Becker, Künsterlexikon, V, pp.383 s., si veda: P. Lombroso, M. C., in Emporium, VIII(1898), pp. 243-256; G. Gatti, Pittura ital. dall'800 ad oggi, Roma 1925, pp. 87 s.; M. Calderini, Quadri studi e schizzi diversi ripr. in zincotipia, Torino 1932 (54 tavv.); R. Buscaroli, La pittura di paesaggio in Italia, Bologna 1935, p. 495; M. Bernardi, Arte piemontese, Torino 1937, pp. 240-246; E. Zanzi, Ricordo di M. C. discepolo e biografo di A. Fontanesi, in Emporium, XCIII(1941), pp. 251-253; M. Guerrisi, C. e la scuola di Fontanesi, in Primato, II(1941), 7, p. 19; P. D'Ancona, La pittura dell'Ottocento, Milano 1954, p. 329; M. Bernardi, Ottoc. piemontese, Torino s.d. (dopo il 1945), pp. 309-313.