DONÀ (Donati, Donato), Marco
Appartenente al ramo detto "con le Rose", nacque a Venezia da Natale di Nicolò e dalla sua seconda moglie, Franceschina di Zaccaria da Mosto, vedova di Giovanni di Alvise Moro.
Il nonno del D., Nicolò, fu senatore nel 1363, nel 1372 partecipò alla guerra contro i Carraresi e il re d'Ungheria, nel 1379 fu capitano delle barche del sestiere di Cannaregio contro i Genovesi, e morì nel 1383. Il padre del D., Natale, fu senatore nel 1409; inoltre fu consigliere, podestà e capitano a Treviso, capitano delle galere di Fiandra, capitano a Verona nella prima guerra con Filippo Maria Visconti, capitano a Padova e Brescia nella seconda guerra col duca di Milano; ballottato, ma non eletto, come procuratore di S. Marco nel 1434, venne nominato nel privilegio concesso dall'imperatore Sigismondo ad Andrea q. Bartolomeo Donà, suo cugino; fu fratello di Maffio, e Pietro (quest'ultimo, scrittore celebre, fu arcivescovo di Candia nel 1423, vescovo di Padova dal '28 e partecipò ai concili di Pavia e Basilea).
Il D. dovette nascere presumibilmente nel 1413, se fu estratto alla "barbarella" il 2dic. 1433; fu fratello di Maffeo, Luca, Francesco e Giovanni (la famiglia si completava con quattro sorelle, accasate fra il '19 ed il '55 nelle famiglie Bernardo, Loredan, Bembo e Malipiero). Sappiamo che negli anni fra il 1434 e il 1443 il D. soggiornò a Padova. dapprima al seguito del padre (che li era capitano) e dello zio Pietro, poi come studente. Da testimone, infatti, partecipò nel gennaio 1434 e nell'aprile 1435 a due cerimonie di laurea, l'una di Barbone Morosini, suo amico, e l'altra d'un tale "Frutismonte archidiaconi segobiensis". Risulta anche presente, insieme con altri scolari, a numerosi dottorati (Acta graduum), conseguì la licenza (il giorno 17) e il dottorato (il giorno 18) in diritto civile, presentato dai celebri Antonio de Rosellis, Giovan Francesco Capodilista, Benedetto de' Dottori e Giovanni da Prato. Una solida preparazione, dunque, acquisita in lunghi anni di studio e che doveva di li a poco rivelarsi utilissima per il suo cursus; gli rimasero, di questi anni padovani, le amicizie fraterne con Barbone Morosini, Zaccaria Trevisan il Giovane (su questo, si veda Venezia, Bibl. naz. Marciana, Mss. It., VII, 2321 [7251]: A. Zeno, Memorie di scrittori veneziani, ad vocem), Pietro Lippomano, Taddeo d'Este e col fiorentino Palla Strozzi.
Appartengono all'aprile 1452 ed all'agosto 1454 i primi incarichi sicuri. Nel primo anno fu ambasciatore a Roma e poi, in qualità di oratore e a nome della Repubblica, di Alfonso d'Aragona nonché del duca di Savoia (legati in alleanza dal 16 apr. 1451), stipulò in Casale la condotta di Guglielmo di Monferrato a servizio della lega, come capitano generale al di qua del Ticino e di Piacenza, capo di 800 lance e 1.000 fanti per un compenso di 1750 ducati al mese. Nel '54, invece, con Carlo di Rosso Marino e Girolamo di Francesco Barbarigo, pattuiva nel monastero di S.Gregorio in Venezia insieme con rappresentanti del duca di Milano e con quelli del Comune fiorentino un'alleanza venticinquennale estensibile anche al papa e all'Aragonese. In quell'anno, intanto, - e successivamente nel '55, '56, 1 57, '59, '60, '63 - fu eletto savio di Terraferma, abbinando a questa carica altre incombenze. Nel '54-'55 fu infatti nominato podestà di Vicenza al posto di Alvise di Marco Diedo; nel '56 andò ambasciatore presso Sigismondo Pandolfo Malatesta e nel '58 fu podestà a Vicenza; nel '60-'61, capitano a Bergamo succedendo a Giovanni Malipiero e venendo sostituito da Gerardo Dandolo; nel '63 fu ambasciatore in Borgogna a sollecitare l'invio di truppe da usarsi contro i Turchi; nel '65, capitano a Verona. Fu questa l'ultima carica, giacché morì probabilmente in quell'anno.
Giureconsulto "di grande stima" e "dottissimo nelle lingue greca e latina", il D. operò come traduttore e scrittore. Di lui si ricordano due orazioni, Oratio in laude Zachariae Trevisani, tenuta il 25 ag. 1442, e l'Oratio pro principio Studii Patavini (King). Fu corrispondente, tra gli altri, di Marco Bembo (una lettera del D. al Bembo del 1458 è edita nella Collectanea trapezuntiana…, a cura di J. Monfasani, Binghamton 1984, pp. 419 ss.) e di Ludovico Foscarini (lettere del Foscarini al D. si trovano tra le Epistolae di quest'ultimo conservate nel cod. Lat. 441 dell'Österreichische Nationalbibliothek di Vienna, ff. 30r-33v, 285r-286r, 299rv; la seconda di queste lettere è stata edita da G. B. Picotti, La Dieta di Mantova e la politica dei Veneziani, Venezia 1912, pp. 459 s.). Il D. fu elogiato da Francesco Pisani; a lui Giorgio Bevilacqua de Lazise dedicò il suo De bello Gallico (King) e Niccolò Saguntini la sua traduzione del De civili institutione di Plutarco, edita a Brescia nel 1455.
Il D. aveva sposato, forse nel 1444, la figlia di Galeotto Malaspina da Verona, vedova di Piero Morosini; solo il Gasperi parla di una sua figliolanza, citando, in particolare, un Pietro "et i figli di questo, Ermolao e Bernardo".
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Venezia, Misc. Codd., I, Storia ven. 19: M. Barbaro-A. M. Tasca, Arbori..., III, c. 351; Venezia, Bibl. dei Civico Museo Correr: M. Barbaro, Genealogie... (ripr. fot.), III, 2, sub voce Donà; Ibid., Codd. Cicogna, 3781: G. Priuli, Pretiosi frutti…, I, c. 263v; ibid., 3526: G. P. Gasperi, Catalogo, c. 47; Venezia, Bibl. naz. Marciana, Mss. It., VII, 156 (8492): M. Barbaro, Libro di nozze..., c. 171; ibid., VII, 198 (8383): Reggimenti della Repubblica, cc. 8v, 17v, 29r, 150r; ibid., VII, 2320 (7250): A. Zeno, La Biblioteca veneta, ad vocem; ibid., VII, 16 (8305): G. A. Cappellari Vivaro, Il Campidoglio..., II, cc. 33r, 36r; F. Pisani, Oratio de universae philosophiae ornamentis, in A. Valier, De cautione adhibenda in edendis libris, Padova 1719, p. 266; ILibri commemor. della Repubblica di Venezia. Regesti, a cura di R. Predelli, V, Venezia 1901, docc. 225, 313; Acta graduum academicorum Gymnasii Patavini ab anno 106ad annum 1450, a cura C. Zonta-I. Brotto, Padova 1970, nn. 977, 1039, 1085, 1096, 1112, 1121, 1174, 1250, 1541, 1622, 1731 s.; Relazioni dei rettori veneti in Terraferma, VII, Podestaria capitanato di Vicenza, Milano 1976, pp. XXXV, IX; Podestaria e capitanato di Verona, Milano 1977, p. LXXXI; Podestaria e capitanato di Bergamo, Milano 1978, p. XXXIX; G. B. Angelini, Catal. cronologico de' rettori di Bergamo..., Bergamo 1742, p. 41; G. Degli Agostini, Istoria degli scrittori viniziani, I, Venezia 1752, pp. 204, 329; B. Bressan, Serie dei podestà e dei vicari della città e territorio di Vicenza durante la signoria veneziana, Vicenza 1877, p. 124; S. Rumor, Ipodestà vicentini nei secoli XII-XX (1166-1926), Vicenza 1927, p. 28; G. Zippel, Lorenzo Valla e le origini della storiografia umanistica a Venezia, in Rinascimento, VII (1956), pp. 96 s. n. 1; A. Pertusi, Gli inizi della storiografia umanistica del Quattrocento, in La storiografia venez. fino al secolo XVI, Firenze 1970, p. 299; F. Gaeta, Storiografia, coscienza nazionale e politica culturale a Venezia nel Rinascimento, in Storia della cultura veneta, III, 1, Vicenza 1980, pp. 288.; M. L. King, Venetian humanism in an age of patrician dominance, Princeton 1986, ad Indicem.