FEDELE, Marco
Nacque a Napoli il 10 dic. 1884 da Giovanni e da Concetta Prestinengo. Dopo aver compiuto gli studi nella sua città, nel 1909 vi si laureò in scienze naturali con una tesi sulla morfologia del cuore dei Sauri; estese poi i suoi studi con criterio comparativo ai Batraci e ai Rettili in generale, con particolare interesse per il problema della innervazione cardiaca, che costituirà l'argomento fondamentale della sua ricerca scientifica.
Nel 1910 la pubblicazione di due memorie, Sulla innervazione del cuore nei Rettili e nei Batraci (in Monitore zool. ital., XXI [1910], pp. 291-294) e Ricerche sulla innervazione del cuore. Rettili e Batraci (in Atti d. R. Acc. d. scienze fis. e mat. di Napoli, s. 2, XV [1910], pp. 1 -21) gli valse il premio della Fondazione Pilla al migliore neolaureato; quasi contemporaneamente ' tramite concorso, ottenne il "tavolo di studio" presso la Stazione zoologica di Napoli. In questo attrezzatissimo laboratorio di ricerca poté acquistare, oltre a notevoli conoscenze nel campo della tecnica istologica, fisiologica e neuro-anatomica, anche una adeguata pratica nel campo della pesca scientifica e delle culture di allevamento. Sempre nel 1910 divenne assistente di A. Della Valle, direttore dell'istituto di anatomia comparata di Napoli; nel 1912, per ragioni economiche fu costretto a lasciare l'incarico per passare all'insegnamento delle scienze nelle scuole medie. Subito dopo la prima guerra mondiale, per incarico di G.B. Grassi andò a riordinare l'Istituto di biologia marina di Rovigno (Istria), di cui negli anni 1919-20 divenne direttore. Nel 1920 ritornò a Napoli alla cattedra di scienze naturali nel locale liceo artistico, alternando cosi l'attività didattica allo studio prediletto della biologia marina.
I suoi lavori scientific i si applicano a quasi tutti i tipi animali, dai Vertebrati ai Protozoi su temi quali l'innervazione cardiaca e la sensibilità vasale, gli apparati reticolari e il sarcolemma nella fibra muscolare cardiaca di Pesci, Batraci, Rettili e Mammiferi, le espansioni nervose motrici, la nutrizione e l'attività ciliare in relazione al sistema nervoso nei Metazoi. Nel 1912 pubblicò una breve nota, Apparati reticolari e sarcolemma nella fibra muscolare cardiaca (in Rend. d. R. Acc. d. scienze fis. e matem. di Napoli, XX [1912], 1-2, pp. 36-43).
Il F., probabilmente interessato a questi temi dall'esempio del maestro Della Valle, si occupò soprattutto dei Tunicati con pubblicazioni che rimontano al 1920-22, dando anche a questo settore una impronta molto personale. Nel suo primo studio su questo argomento: Nuovo organo di senso nei Salpidei (in Monitore zool. ital., XXI [1920], pp. 10-21), lavorando con opportuni reagenti, dimostrò come nelle Salpe fra la zona delle ciglie vibratili e la parte dorsale esista un piccolo organo sensitivo, provvisto di cellule bipolari in rapporto con il sistema nervoso dotato di una elevata specializzazione del senso tattile destinato a raccogliere stimoli di vario tipo dall'ambiente in cui l'animale vive. Furono così create le basi di uno studio sistematico dell'apparato nervoso dei Tunicati che culminerà con la scoperta del centro paracordale.
È infatti merito del F. aver dimostrato, con particolari tecniche di colorazione, che il cordone cellulare dorsale, organo collegato con la parte posteriore del tubo neurale primitivo della larva e creduto generalmente atrofico, ha invece una grande attività proliferativa nel giovane e nell'adulto e che da questa proliferazione si differenziano non solo gli elementi del vistoso centro paracordale (sede direttiva del sistema nervoso viscerale), ma anche quelli che contribuiscono all'accrescimento del ganglio nervoso centrale. È cosi dimostrato che nei Tunicati non si può parlare di una generica rete nervosa periferica ma di un vero e proprio sistema nervoso coerente con il piano strutturale dei Cordati.
A questo studio il F. fece seguire quello sulla simmetria e la unità dinamica della catena delle Salpe: notando nelle forme aggregate di Salpe in movimento un notevole coordinamento che determina una specie di onda ritmica di contrazione, una "omoritmia", provò come esistano non solo connessioni nervose che fanno capo al ganglio centrale e che si trovano sulle pareti degli organi di attacco dei vari individui della catena, ma anche cellule sensoriali adibite alla trasmissione delle sensazioni.
Riguardo all'attività ciliare nei Metazoi già alcuni autori quali T. Kinoshita e W. Bauer nel 1910 avevano messo in evidenza come il sistema nervoso agisca sulla attività vibratile; il F. andò oltre e, lavorando con opportune tecniche di laboratorio su Doliolidi e su Ctenofori, dimostrò come l'attività ciliare necessaria alle varie funzioni relative all'ambiente possa variare in relazione a stimoli di natura meccanica, chimica ed elettrica, e si possa anche avere, all'infuori di ogni influenza nervosa, una variazione nel ritmo fino a una inversione di direzione della stessa attività vibratile.
Nel 1924 il F. rinunciò alla cattedra di scienze nel liceo artistico della sua città per dedicare più tempo alla ricerca scientifica, divenendo capo reparto zoologico all'acquario di Napoli. Nel 1926 le sue molteplici pubblicazioni nel campo della sistematica, della morfologia e della fisiologia gli valsero la libera docenza in zoologia. Nel 1928 la Sociedad de oceanografia de Guipúzcoa, apprezzando le sue doti di organizzatore, lo volle in Spagna per la fondazione della locale stazione zciologica e dell'acquario di San Sebastiano; il F. vi diresse i lavori di costruzione, mettendo poi il laboratorio in grado di funzionare.
Tornato a Napoli riprese il suo lavoro, pubblicando la memoria Muscoli ed attività muscolare nei Thaliacea (in Boll. d. Soc. dei naturalisti di Napoli, XLIV [1932], pp. 237-250), con la quale nel 1935 vinse il premio "Della Valle" della Società dei naturalisti di Napoli.
Sono anche di questo periodo sia i lavori sulla nutrizione degli animali pelagici del golfo di Napoli che si cibano di plancton sia quelli in cui vengono ipotizzati i meccanismi di sensibilità vasale e di innervazione del tronco arterioso dei Rettili. Le prime ipotesi formulate e pubblicate dal F. nel 1930 sulla struttura istologica della zona ricettiva aortica nei Vertebrati, e in particolare nei Rettili (Cheloni e Sauri), furono poi confermate in forma definitiva nella grossa memoria I nervi del tronco arterioso nel quadro della innervazione cardiaca nei Rettili ed il problema del "depressore" nei Vertebrati (in Mem. d. R. Acc. d. Lincei, cl. di scienze fis. mat. e nat., VI [1937], pp. 387-507; con 33 figure e 10 tavole), premiata nel 1935 dalla Accademia dei Linceì con il contributo del ministero della Educazione nazionale. In tale lavoro sperimentale il F. prende in esame le ramificazioni nervose del tronco arterioso nei Cheloni e nei Sauri (Testudo graeca e Lacerta viridis) e dimostra che esistono due paia di nervi centripeti del tronco arterioso derivati dai gangli vagali. Studiando tale complesso nervoso dal punto di vista morfologico ed istologico, e seguendone il decorso fino alle terminazioni, il F. ne dimostra l'importanza nella regolazione della pressione sanguigna e del ritmo cardiaco che da esso viene nettamente rallentato; conclude infine affermando che dal punto di vista anatomico e fisiologico questo complesso nervoso dei Rettili è paragonabile al nervo "depressore" dei Mammiferi.
Nel 1937, con il ritorno alla attività didattica nelle scuole medie, il F. fu destinato all'insegnamento delle scienze a Matera; sono di questo periodo i lavori sulla sistematica delle Scifomeduse, sulla fibra muscolare striata delle Salpe e, riprendendo un tema già trattato, sul significato del "cordone cellulare dorsale" riguardo alla genesi degli elementi nervosi viscerali degli Ascidiacei.
Nel 1938, riuscito primo nel concorso per la cattedra universitaria, il F. fu nominato a Cagliari professore e direttore dell'istituto di zoologia; contemporaneamente gli venne affidata anche la direzione della stazione biologica di San Bartolomeo (Cagliari) e nel 1945 fu nominato preside della facoltà di scienze della stessa università. In questi anni pubblicò i lavori sulla revisione sistematica dei Ctenofori del Mediterraneo, l'accrescimento e la rigenerazione del sistema nervoso dei Tunicati, l'innervazione intracardiaca del "Limulus" e la inversione della attività ciliare provocata in molti animali marini da varie sostanze chimiche. Dopo una forzata interruzione di ogni attività scientifica causata dalla guerra, nel 1945 il F. riordinò e riorganizzò l'istituto di zoologia, devastato dai bombardamenti.
Morì improvvisamente a Cagliari il 9 luglio 1946.
Il F. è considerato uno dei migliori zoologi italiani di questi ultimi decenni per una visione globale dei fenomeni biologici in una panoramica morfologica e funzionale e per l'importanza dei risultati scientifici raggiunti. Le pubblicazioni fra studi e memorie sono 63 compresi i disegni illustrativi che sono opera sua. Oltre a quelle già menzionate ricordiamo: Sulla nutrizione degli animali pelagici. Ricerche su Doliolidae, in Memorie d. R. Comitato talass. ital., mem. 78 (1921), pp. 1-26; Le attività dinamiche ed i rapporti nervosi nella vita dei Dolioli, in Pubbl. d. Stazione zoologica di Napoli, IV (1923), pp. 129-240; Simmetria ed unità dinamica nella catena di Salpa, in Boll. d. Soc. d. naturalisti di Napoli, XXXV (1923), pp. 20-32; Sulla organizzazione e le caratteristiche funzionali dell'attività nervosa dei Tunicati, I, Ricerche sul sistema nervoso periferico degli Ascidiacea, in Atti d. R. Acc. d. Lincei, cl. di scienze fisiche, matem. e nat., XXXII (1923), 2, pp. 98-102; II, Attività riflesse ed effettori autonomi negli Ascidiacea, ibid., pp. 184-188; Sulla inversione del movimento vibratile nei Ctenofori, in Boll. d. Soc. d. naturalisti di Napoli, s. 2, XXXVII (1925), pp. 95-112; La metamorfosi del Phyllosoma dello Scyllarus arctus, ibid., pp. 215-223; Contributo alla conoscenza dei rapporti neuro-muscolari. Le espansioni motrici intercalari nei Thaliacea, ibid., pp. 250-257; Il problema della regolazione della attività vibratile nei Metazoi, in Boll. d. Soc. ital. di biol. sperimentale, I (1926), pp. 329-332; Sulla struttura e funzione dei ciechi epatopancreatici nei Molluschi opistobranchi, ibid., pp. 484-488; L'opera e gli insegnamenti di G. B. Grassi, in Boll. d. Soc. d. naturalisti di Napoli, XXXVIII (1926), pp. 59-70; Taliaci nuovi e rari del Golfo di Napoli, ibid., pp. 291-300, Apparati reticolari e sarcolemma nel miocardio dei Vertebrati, in Boll. d. Soc. ital. di biol. sperimentale, IV (1929), 1, pp. 353 ss.; Sui nervi centripeti cardiaci dei Vertebrati, ibid., V (1930), pp. 623-628; Sulla innervazione e i dispositivi sensitivi periferici del tronco arterioso dei Rettili, in Atti d. R. Acc. d. Lincei, cl. di scienze fis. mat. e nat., s. 6, XII (1930), 2, pp. 464-468; Sulla sensibilità vasale nei Vertebrati. Dispositivi sensitivi periferici nel tronco arterioso dei Rettili, in Boll. d. Soc. ital. di biol. sperim., V (1930), pp. 1089-1093; Sul ritmo muscolare somatico delle Salpe, ibid., VIII (1933), pp. 475-478; Ancora sulla inesistenza di una rete nervosa periferica nei Tunicati, in Rend. d. R. Acc. d. Lincei, cl. di scienze fis. mat. e nat., s. 6, XXV (1937), pp. 656-661; Differenziazione e significato del cordone cellulare dorsale e genesi degli elementi nervosi viscerali negli Ascidiacei, in Rend. d. R. Acc. d. scienze fis. e mat. di Napoli, s. 4, VIII (1938), pp. 98-117; Ctenofori mediterranei, in Boll. di zoologia, XI (1940), pp. 153-174, Accrescimento e rigenerarazione del ganglio cerebroide nei Tunicati, in Boll. d. Soc. ital. di biol. sperim., XVI (1941), 7, pp. 397-399; Sulla regolazione della attività ciliare: inversione riflessa o per azione chimica delle vibrazioni, in Rend. del Seminario d. Facoltà di sc. di Cagliari, XI (1941), 2, pp. 56-61; Sulla sistematica dei "Phillyrhoidae". ..., ibid., XII (1941), 1-2, pp. 1-19; Sulla innervazione intercardiaca del "Limulus polyphemus", in Arch. zool. ital., XXX (1942), pp. 39-137.
Fonti e Bibl.: Necr., in Rivista di Biologia, XLI (1949), pp. 205-219; in Rassegna medica sarda, IV (1946), pp. 1-4; in Rendiconti del Seminario della Facoltà di scienze di Cagliari, XV (1947), pp. 182-188.