FERRO, Marco
Nacque a Padova il 9 apr. 1750 da Vincenzo. Studiò nel locale seminario e successivamente all'università, dove si laureò in legge; esercitò sin da giovane con grande successo la libera professione e ricoprì a lungo anche la carica di avvocato fiscale nell'armata veneta.
La sua fama nella società veneta e nella cultura italiana è legata al Dizionario del diritto comune, e veneto, che contiene le leggi civili, canoniche e criminali, i principi del gius naturale, di politica, di commercio, con saggi di storia civile romana e veneta (Venezia 1778-1781), un vasto repertorio giuridico destinato ai giovani della "veneta advocatura" ma ben presto diventato prezioso per tutti gli studiosi delle istituzioni civili e politiche della Repubblica di Venezia. Quando ne iniziò la pubblicazione il F. era ancora molto giovane, ma già ricco di un'ampia e solida cultura ancorata alle più vive correnti filosofiche del secolo dei lumi; già il termine Dizionario rinvia chiaramente all'Encyclopédie di d'Alembert, ma nelle singole voci il debito e l'adesione profonda al pensiero illuminista francese sono evidenti anche al di là delle citazioni dirette.
L'"acuto e ingegnoso" Montesquieu è la fonte di ispirazione più frequente ed autorevole; l'Esprit des lois è citato sempre con ammirazione e consenso, sia che si tratti di delineare la celebre teoria dell'influenza del clima sul carattere, i costumi e le leggi delle nazioni sia di denunziare i mali del "dispotismo", una forma di governo che provoca "l'infelicità del principe e dei sudditi" ed è tipica solo delle nazioni "incatenate dalla superstizione, dall'educazione, dall'abito e dal clima" (Dizionario, III, pp. 58-61, 209-211; IV, 308-313). Altri autori citati con caldo consenso sono Pufendorf, il "celebre" Genovesi, che rischiara l'argomento del governo "con modi e tratti luminosissimi" (VI, pp. 71-98), Hume, Raynal, Hobbes, Spinoza, Melon, e in genere i fisiocrati, dai quali egli attinge le numerose voci economico-finanziarie.
Il suo moderato illuminismo, che rifiuta recisamente l'"ateismo", "empio" e "reo sistema" privo di qualsiasi fondamento e ben meritevole di persecuzione sino alla morte (II, pp. 54-66), si apre con particolare entusiasmo al pensiero di C. Beccaria, autore del "giudicioso" Deidelitti e delle pene e più volte invocato come autorità decisiva in alcune voci particolarmente delicate sull'ordinamento sociale e giuridico della Repubblica veneta: ad esempio nella voce "denunzie" la difesa delle denunzie segrete veneziane ("sono di molta utilità al pubblico interesse, poiché con tale mezzo vengono manifestati quei debiti, che vanno a ferire la pubblica sicurezza"), collegata a quella degli "inquisitori di Stato" (un tribunale "vestito di quella venerabile segretezza, che è dovuta alla essenza ed al frutto della cosa"), è significativamente controbilanciata dalla contraria opinione di Beccaria (IV, pp. 231 ss.; VI, pp. 243-246).
Il Dizionario è soprattutto un manuale che si inserisce con consapevole incisività nel dibattito sulla riforma del diritto veneto settecentesco; il Discorso preliminare prende le mosse dal diritto naturale per tracciare l'evoluzione del "diritto delle genti", "usi stabiliti tra gli uomini nel corso vario dei tempi", e del "diritto civile", "ecco la Ragione umana, che domina e governa i popoli della terra, che s'applica alle diverse occorrenze delle nazioni, che promuove il bene d'ogni individuo". Largo spazio è riservato alla storia del "diritto comune". Proprio il rapporto tra diritto comune e diritto veneto è il nodo centrale del Dizionario: al diritto veneto, sottolinea il Cozzi, il F. assegna un ruolo secondario privilegiando invece quello comune "già tanto dispregiato dai Veneziani, rifiutato ora in tanta parte d'Europa" (Repubblicadi Venezia, p. 363).
II F. morì a Venezia il 23 marzo 1784.
Bibl.: E. A. Cicogna, Delle inscrizioni veneziane, I, Venezia 1824, p. 226; G. Vedova, Biografia degli scrittori padovani, I,Padova 1832, p. 403; M. Berengo, La società veneta alla fine del '700. Ricerche storiche, Firenze 1956, pp. 5, 10, 12, 31, 148, 307; G. Cozzi, Note sui tribunali e procedure penali a Venezia nel '700, in Riv. Stor. ital., LXXVII (1965), 931-952; Id., Politica e diritto nei tentativi di riforma del diritto penale veneto nel Settecento, in Sensibilità e razionalità nel Settecento, a cura di V. Branca, II, Firenze 1967, pp. 378-82; Id., Repubblica di Venezia e Stati italiani. Politica e giustizia dal sec. XVI al sec. XVIII, Torino 1982, pp. 84, 164, 198, 283, 317, 323, 332 s., 336, 361 ss., 375, 385, 393.