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Camillo, Marco Furio

di Giorgio Scichilone - Enciclopedia machiavelliana (2014)
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Camillo, Marco Furio

Giorgio Scichilone

Più volte console e dittatore, C. (circa 446 - 365 a.C.) è celebre per le vittorie riportate sui Veienti, che si erano ribellati a Roma, e sugli invasori Galli. Le sue gesta vengono richiamate nei Discorsi, dove gli è concesso l’eccezionale onore (accordato soltanto ad altri sette personaggi antichi, tutti romani eccetto Annibale) di essere menzionato nel titolo di un capitolo (il xxiii del III libro): Per quale cagione Cammillo fusse cacciato di Roma. Citando Livio (Ab urbe condita libri V 26), M. rileva come i soldati lo ammirassero e insieme lo odiassero:

Quello che lo faceva tenere meraviglioso era la sollicitudine, la prudenza, la grandezza dello animo, il buon ordine che lui servava nello adoperarsi e nel comandare agli eserciti; quello che lo faceva odiare era essere più severo nel gastigargli che liberale nel rimunerargli (§ 5).

La replicata esaltazione delle virtù di C. – «prudentissimo di tutti i capitani romani» (xii 25) o «esemplo di umanità e di piatà» (xx 5) – e la sua assenza tanto nel Principe quanto nell’Arte della guerra suggeriscono che la sua figura abbia, nella visione di M., una caratura strettamente ‘repubblicana’. Le sue virtù, infatti, si riscontrano positivamente con punti decisivi della precettistica politica di M., quali l’uso prudente della religione per realizzare il bene comune (I xii-xiii) e il modo che gli Stati devono tenere nell’ampliare, fuggendo le vie di mezzo. In entrambi i casi, la Roma repubblicana è il modello da imitare, e C. incarna l’esempio migliore che si possa addurre; ma nel secondo caso il rilievo di C. è accentuato per l’inusuale ampiezza della citazione latina. In II xxiii 10, M. riporta infatti un lungo brano di Livio che contiene il discorso tenuto da C. al senato per indicare come agire nei confronti dei popoli che si erano sottratti all’autorità romana. Questa magistrale pagina di storia rappresenta un nucleo vitale della teoria machiavelliana, già esattamente anticipata in uno scritto cancelleresco del 1503, dove dal medesimo capitolo liviano dal quale il Segretario ricavava le parole di C. traeva anche quelle che insegnavano a Firenze come «trattare i popoli della Valdichiana ribellati».

Vedi anche
Veio (lat. Veii) Antica città etrusca situata presso l’od. Isola Farnese. A sporadiche presenze riferibili a un orizzonte culturale subappenninico e protovillanoviano fa seguito una stabile occupazione del sito. Dell’abitato etrusco, fiorente soprattutto fra l’8° e il 6° sec. a.C., oltre a resti di capanne ... Brènno (lat. Brennus). - 1. Capo dei Galli che nel 390 a. C. vinsero i Romani all'Allia e conquistarono Roma. È celebre la frase che egli avrebbe pronunziato, quando, trattando coi Romani il prezzo del riscatto, gettò sul piatto della bilancia la sua spada: "Guai ai vinti" (Vae victis). 2. Capo d'un'orda gallica ... Equi (lat. Aequi) Antica popolazione italica, di stirpe osco-umbra, che abitava le montagne tra il Lago Fucino e l’alta valle dell’Aniene. Fieri avversari di Roma, in lega spesso con i Volsci, nel 458 a.C. furono vinti da Cincinnato, nel 389 da Camillo, e furono sottomessi da Publio Sempronio Sofo nel 304; ... Gaio Licìnio Stolóne (lat. C. Licinius Stolo). - Tribuno della plebe (377 a. C.) insieme a Lucio Sestio; presentò le leggi che da loro furono denominate Licinie Sestie. Fu console nel 361.
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    Dizionario di Storia (2010)
    Politico e condottiero romano (m. 365 a.C.). Fu diverse volte tribuno militare tra il 401 e il 381; dittatore nel 396, conquistò la città etrusca di Veio. Esiliato ad Ardea in seguito a un’accusa, secondo una tradizione non unanimemente accettata dalla critica, nel 390 sarebbe tornato a Roma, occupata ...
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    Fu censore nel 403 a. C., tribuno militare con potestà consolare negli anni 401 e 398, e interrex nel 397. Creato dittatore nel 396, pose fine al decennale assedio di Veio facendo penetrare nella città dei soldati romani per un cunicolo sotterraneo. La città fu distrutta, il dittatore trionfò. Il territorio ...
Vocabolario
camillo
camillo s. m. (f. -a) [dal lat. camillus, f. -a, di etimo incerto]. – Antico termine del rituale latino pagano con cui si designavano i fanciulli, liberi di nascita, che assistevano i sacerdoti (spec. i flàmini) nei sacrifici.
marco³
marco3 marco3 s. m. [dal ted. Mark «polpa», propr. «midollo»] (pl. -chi). – L’insieme dei tessuti vegetali, delle mucillagini, ecc., residuati in operazioni di spremitura o di estrazione da vegetali (per es., nella spremitura dell’olio...
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