GATTINARA (Gatenaria), Marco
Nacque intorno al 1442. Non è noto con certezza il suo luogo di nascita: forse Gattinara, località del contado vercellese dalla quale proveniva la sua famiglia, o Vercelli, dove questa si era insediata da diverse generazioni, come testimoniano alcuni epitaffi presenti nella locale chiesa di S. Marco.
Il G. studiò medicina presso lo Studio di Pavia dove, agli inizi degli anni '60, risulta già in stretto contatto con l'illustre medico Giovanni Matteo Ferrari da Grado, professore nella locale università fin dal 1432. Questi infatti nel 1462 iniziò la stesura di un commento al nono libro del Liber medicinalis ad Almansorem del celebre medico arabo Rhazes (c. 865-925), chiedendo un aiuto proprio al G. in qualità di amanuense. Il commento, più noto con il titolo Opera medica seu Practica Rhasis libri noni ad Almansorum, fu poi stampato nel 1472 (cfr. Gesamtkatalog der Wiegendrücke, n. 9830) a Milano per i tipi di Filippo Cavagni (Filippo da Lavagna); in questa occasione, come riferiscono due documenti resi noti dal Maiocchi, il G. funse anche da testimone nell'atto della stipula del contratto con l'officina tipografica.
Addottoratosi in medicina, il G. prese a insegnare, a Pavia, medicina de nonis nell'anno 1467. La sua pratica professionale andò svolgendosi a fianco del Ferrari che, a causa della sua pessima salute, gli affidava sovente l'incarico di sostituirlo nella delicata mansione di archiatra della famiglia ducale; proprio in qualità di suo collaboratore il G. si trovava al capezzale del figlio di Galeazzo Maria Sforza, Ermete, quando il suo maestro morì il 30 dic. 1472 (Ferrari, pp. 322-328). Ulteriore prova degli stretti contatti fra il G. e il Ferrari si trova nell'inventario della biblioteca di quest'ultimo, reso noto dalla Gasparrini Leporace, dove il G. risulta uno dei principali beneficiari del prestito di libri.
Con la scomparsa del Ferrari il G. dovette succedergli nella cattedra, come attestato con sicurezza per gli anni 1480 e 1487 quando egli era certamente incaricato della lectura Almansoris presso lo Studio ticinese. La clientela del G. fu ampia nei numeri e di altissimo rango, procurandogli una notevole fama per cui a più riprese furono richieste le sue prestazioni anche a Milano.
A Pavia si sposò, non è noto quando, con la pavese Margherita di Albertino Mairola. Morì nel 1496.
Direttamente legata all'incarico della lectura Almansoris è il De curis egritudinum particularium noni Almansoris comunemente noto come Practica uberrima, pubblicato postumo a Pavia nel 1509 per i tipi di Giacomo Pocatela di Borgofranco, unitamente al De curis febrium libellus utilis di B. Astari, all'opuscolo di C. Landolfi dedicato al medesimo tema e, infine, al Tractatus de morbo gallico di Sebastiano Aquilani. La Practica uberrima è un trattato terapeutico nella forma di commento al nono libro del Liber medicinalis ad Almansorem di Rhazes. Il nono libro di questa opera tratta delle malattie secondo il canonico ordinamento a capite ad calcem. L'opera del G. appartiene alla schiera dei commenti condotti con una certa libertà e indipendenza nei confronti del testo. Essa è divisa in ottantatré capitoli, ciascuno dei quali si occupa della cura di una malattia "particolare", cioè localizzabile in un dato organo. È pertanto estraneo alle intenzioni del G. fornire indicazioni di carattere anatomico, patologico o fisiologico. La Practica uberrima si segnala per la notevole incidenza della pratica osservativa, in genere dispiegata dal G. con una cospicua dose di buon senso e acume. Questo aspetto, unito alla rara sinteticità e concisione con cui vengono affrontati i diversi capitoli e alla sostanziale fedeltà all'antico e autorevole patrimonio della medicina "tradizionale" (greco-romana e araba), rese il trattato del G. particolarmente apprezzato dalle generazioni seguenti di medici, come testimoniato dalle numerose edizioni susseguitesi, dopo quella del 1509, nel corso del tempo: Pavia 1514; Venezia 1516, 1521, 1559, 1560, 1575; Bologna 1517; Trino 1542; Lione 1516, 1525, 1532, 1539, 1542; Basilea 1537; Parigi 1540; Francoforte sul Meno 1604. Fra i suoi estimatori va annoverato il medico francese Jacques Dubois (Jacobus Sylvius), che pubblicò nella prima metà del XVI sec. un trattato sulla cura delle affezioni interne basandosi sull'autorità di Galeno e del Gattinara.
È stata anche attribuita al G. la paternità del trattatello: Annotatio una et altera de Taraxaco, Cichoreo, Iva, Esula et Soldanella edito, stando la letteratura erudita, da O. Brunfels in appendice alla sua opera. Ma sull'infondatezza di tale conclusione ha avuto facile gioco il Gedda (pp. 208 s.), che più opportunamente ritiene che tale appendice sia stata compilata dallo stesso Brunfels estrapolando alcuni passi di interesse botanico dalla Practica uberrima.
Fonti e Bibl.: Memorie e documenti per la storia dell'Università di Pavia e degli uomini più illustri che v'insegnarono, I, Pavia 1877-78, p. 118; H.M. Ferrari, Une chaire de médecine au XVe siècle. Un professeur à l'Université de Pavie de 1432 à 1472, Paris 1899, p. 17, docc. XLIII, XLVI; L. Maiocchi, L'introduzione della stampa a Pavia, in Bollettino della Società pavese di storia patria, II (1902), pp. 66-75; O. Brunfels, Catalogus illustrium medicorum sive de primis medicinae scriptoribus, Argentorati 1530, pp. 75, 77; J. Dubois, In Hippocratis elementa commentarius, Parisiis 1548, p. 22; Id., Morborum internorum prope omnium curatio brevi methodo comprehensa ex Galeno praecipue et Marco Gattinaria… selecta, Venetiis 1549, pp. 3 s. e passim; I.A. van der Linden, De scriptis medicis libri duo, Amstelodami 1637, p. 345; A. Rossotti, Syllabus scriptorum Pedemontii…, Monteregali 1667, p. 413; D. Le Clerc, Historie de la médecine…, I, La Haye 1729, p. 782; J.J. Manget, Bibliotheca scriptorum medicorum veterum et recentiorum, Genevae 1731, p. 438; J. Astruc, Mémoire pour servir à l'histoire de la faculté de médecine de Montpellier, Paris 1757, p. 340; Id., Traité des maladies des femmes, Paris 1761, IV, p. 195; A. von Haller, Bibliotheca chirurgica, Bernae-Basileae 1774, I, p. 169; Id., Bibliotheca medicinae praticae, Basileae 1776, p. 465; V. Malacarne, Delle opere dei medici e cerusici che nacquero e fiorirono prima del sec. XVI negli Stati della real casa di Savoia, Torino 1786, pp. 168-179; G. De Gregory, Istoria della vercellese letteratura ed arti, I, Torino 1819, pp. 464 s.; G.G. Bonino, Biografia medica piemontese, Torino 1824, p. 101; S. De Renzi, Storia della medicina in Italia, II, Torino 1845, pp. 338, 383, 386; C. Dionisotti, Notizie biografiche dei vercellesi illustri, Biella 1861, pp. 177 s.; J.F. Malgaigne, Histoire de la chirurgie en Occident depuis le VI jusqu'au XVIe siècle, Paris 1870, p. XCVI; C. Daremberg, Histoire des sciences médicales, Paris 1870, p. 341; G. Moglia, Il borgo di Gattinara, Vercelli 1887, pp. 18, 223; H. Haeser, Lehrbuch der Geschichte der Medizin, Jena 1881, II, p. 192; L. Meunier, Histoire de la médecine, Paris 1911, p. 179; A. Benedicenti, Malati, medici e farmacisti, I, Milano 1924, p. 407; A.C. Klebs, The Practica of Giammatteo Ferrari da Gradi editio princeps, in Essays on the history of medicine presented to Karl Sudhoff…, a cura di Ch. Singer - H.R. Sigerist, Zürich 1924, p. 219; L. Gedda, Un trattato di terapia agli inizii dell'Evo moderno, in Rivista di storia delle scienze mediche e naturali, XIX (1928), pp. 151-162, 208-241; A. Castiglioni, Storia della medicina, Milano 1936, p. 320; T. Gasparrini Leporace, Due biblioteche mediche del Quattrocento, in La Bibliofilia, LII (1950), pp. 208, 210, 214; Short-title catalogue of books printed in Italy and of Italian books printed in other countries from 1465 to 1600, London 1958, p. 292; R. Bettica Giovannini, La medicina vercellese nel Medioevo e nel Rinascimento, in Annali dell'Ospedale Maria Vittoria di Torino, LVII (1964), p. 62; L. Belloni, La medicina a Milano fino al Seicento, in Storia di Milano, XI, Milano 1966, pp. 626 s.; A catalogue of sixteenth century printed books in the National Library of medicine, a cura di R.J. Durling, Bethesda, MD, 1967, nn. 2014-2026; Le cinquecentine piemontesi, a cura di M. Bersano Begey - G. Dondi, Torino 1966, III, p. 217 n. 1333; A.G. Cavagna, Libri e tipografi a Pavia nel Cinquecento, Milano 1981, pp. 232, 240; T. Pesenti, Professori e promotori di medicina nello Studio di Padova dal 1405 al 1509. Repertorio bio-bibliografico, Padova 1984, p. 155; Biographisches Lexikon der hervorragenden Ärzte, II, p. 504; Ergänzungsband, p. 316.