PAOLINI, Marco
Attore e autore teatrale, nato a Belluno il 5 marzo 1956. Autodidatta, attore di strada e clown, ha trovato i principi e la disciplina necessari al mestiere nell'attività dell'ISTA (International School of Theatre Anthropology) di E. Barba (Volterra, 1981). Con il TAG Teatro di Venezia (1984-86) ha lavorato a diversi spettacoli sulla Commedia dell'arte. Dal 1987 al 1994 ha collaborato con il Teatro Settimo diretto da G. Vacis, partecipando, come attore e coautore, a molti allestimenti (Riso amaro, 1987; Libera nos, 1989; La storia di Romeo e Giulietta, 1991; Trilogia della Villeggiatura, 1993). Dal 1992 tiene corsi e laboratori alla Civica scuola d'arte drammatica 'Paolo Grassi' di Milano. Ha fatto alcune brevi apparizioni cinematografiche in Caro diario di N. Moretti, nel Toro di C. Mazzacurati e in Piccoli maestri di D. Luchetti.
Dal 1990, anno in cui ha fondato la compagnia Moby Dick-Teatri della Riviera con sede a Mira (Venezia), sviluppa sempre più una produzione di opere 'a solo'.
Le storie, i contenuti, le memorie della sua terra, diventano temi centrali degli spettacoli. Partendo dai ricordi di bambino, P. ritrova la sua origine di portavoce della tradizione orale, narratore epico di una storia che verrà ricordata e rivissuta solo grazie alle parole e al loro tramandarsi. Il suo è un teatro di narrazione in cui l'attore, ritrovando lo scambio interpersonale che tiene viva l'attenzione dello spettatore, aggancia quest'ultimo al filo della storia e continua a catturarlo respiro dopo respiro. Nascono così gli Album di Marco Paolini, una 'teatronovela in forma di monologo' in quattro episodi (Adriatico, 1987; Tiri in porta, 1990; Liberi tutti, 1992; Aprile '74 e 5, 1994), che accompagna il protagonista Nicola dall'infanzia fino all'adolescenza. Ogni album è una tappa di crescita, e sullo sfondo, che via via assume sempre più importanza, s'intravede l'Italia degli anni Sessanta.
La narrazione in chiave autobiografica trasforma l'esperienza personale e individuale in momento di scambio e di conoscenza; o, ancora, consente di entrare in rapporto con la storia e la memoria collettiva: dal 1993 P. racconta il disastro del Vajont (Il racconto del Vajont, scritto in collaborazione con G. Vacis, regia di quest'ultimo) centinaia e centinaia di volte, in un monologo che dura poco più di tre ore, nelle piazze, nelle scuole, nei circoli culturali, negli ospedali, alla radio, nei teatri e nei festival di tutta Italia. Ricostruendo minuziosamente i vari episodi che portarono al crollo della diga del Vajont, P. ha creato uno spettacolo smontando e riassemblando, insieme agli spettatori, le tessere del mosaico del disastro. Il monologo, divenuto poi un libro, è stato rappresentato in diretta televisiva dalla diga del Vajont il 9 ottobre 1997, in occasione del 34º anniversario della sciagura, divenendo subito un 'caso' che è stato assunto come emblema di un modo diverso ed efficace di fare televisione.
Del 1997 è Il Milione, quaderno veneziano di Marco Paolini, racconto di un viaggio che si snoda su una grande carta della Laguna con salti nel tempo e nello spazio. Dal gennaio 1998 ha iniziato una ricerca incentrata sui bestiari con i lavori Bestiario in Brenta, Bestiario parole mute e L'orto.