Commediografo (Milano 1862 - Varese 1929), figlio di Emilio. Dopo alcuni drammi di scarso successo (L'incontro, 1883; L'amico, 1886) s'impose con Le vergini (1889) e La moglie ideale (1890) come ritrattista attento e partecipe del mondo borghese, confermando poi la propria fama con commedie quali La morale della favola (1899), L'ondina (1903) e La porta chiusa (1913). Attivissimo organizzatore, diresse la SIAE (1896-1911) e fu a capo della compagnia del Teatro Manzoni di Milano (1912-15); critico teatrale dell'Illustrazione italiana dal 1919, raccolse i suoi articoli in Cronache teatrali (10 voll., 1920-29). Scrisse anche romanzi (La biondina, 1893), racconti (Storie di palcoscenico, 1895; Anime a nudo, 1920) e poesie (Quando muore l'amore, post., 1935). Morì suicida.