VISCONTI, Marco
Figlio di Matteo I e Bonacossa Borri, distinto per qualità di condottiero. Appare a fianco del padre ad Asti nel dicembre 1310 nelle trattative con Enrico VII per la pacificazione con i Torriani. Nel dicembre 1313 conquistava Tortona e sbaragliava nel luglio del 1315, alla confluenza della Scrivia nel Po, Ugo del Balzo siniscalco di re Roberto e i suoi alleati. Nella lunga lotta dei guelfi e di papa Giovanni XXII contro la signoria viscontea, fu dal padre Matteo incaricato del cosiddetto assedio di Genova, cominciato nell'aprile del 1318 per ricondurre i fuorusciti Doria e Spinola, che divenne poco più di un blocco parziale. Marco doveva fronteggiare anche i nemici in Piemonte, essendogli affidate Tortona e Alessandria: il 2 dicembre del 1320 a Moncastello vinceva Ugo del Balzo che tentava di prender Tortona e vi restava ucciso; e il 6 luglio 1322 a Bassignana sul Po vinceva Raimondo di Cardona con i guelfi, liberando il castello assediato. Larga parte ebbe nella difesa di Milano del '23-'24 contro l'esercito guelfo pontificio. Passato il pericolo, cominciò la gelosia di Marco verso Galeazzo che si comportava come unico signore: Marco d'accordo col cugino Lodrisio si mise in relazione con l'imperatore Ludovico il Bavaro (a Trento nel febbraio del 1327) e contribuì a far spogliare della signoria ed arrestare Galeazzo quando Ludovico fu coronato a Milano, senza averne però alcun vantaggio. Seguì l'imperatore a Roma e pare insistesse per far liberare il fratello; ebbe in questa circostanza la sua più nota avventura. Alcune centinaia di mercenarî tedeschi, ribellatisi perché non pagati, avevano occupato il castello del Cerruglio presso Lucca (ottobre 1328); l'imperatore concluse con i Visconti una convenzione per cui li liberava e restituiva ad Azzone, figlio di Galeazzo, il Vicariato: una parte della somma (25.000 fiorini) era destinata ai mercenarî, perciò Marco fu inviato ad essi come comandante, di fatto quale ostaggio. Non arrivando i denari, i mercenarî occuparono Lucca (aprile 1329) che Marco, andato nel luglio a Firenze, offrì di cedere. Non essendosi concluso l'accordo, Marco il 29 luglio lasciava Firenze e passando per Bologna (ove si abboccò col Legato) giunse il 14 agosto a Milano, dove tenne un contegno ostile verso i fratelli e il nipote Azzone. Nei primi giorni di settembre morì improvvisamente, pare ucciso nel palazzo stesso visconteo, e, secondo alcuni cronisti, gettato dalla finestra.
Bibl.: v. bibl. alla voce visconti.