Zanuso, Marco
Architetto e designer, nato a Milano il 14 maggio 1916. Dal 1976 professore di disegno industriale presso la facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, ha presieduto l'ADI (Associazione Disegno Industriale) a più riprese, fra il 1957 e il 1959 e fra il 1966 e il 1974. È inoltre membro dei CIAM (Congrès Internationaux d'Architecture Moderne) dal 1956 e del Consiglio d'amministrazione della Triennale di Milano dal 1977; nella stessa Milano è stato anche consigliere comunale (1956-60), membro della Commissione edilizia (fra il 1961 e il 1969) e della Commissione di piano regolatore (1961). Dal 1947 al 1949 è stato direttore della rivista Domus e successivamente redattore di Casabella-continuità (1952-54), nel periodo della direzione di E.N. Rogers. Fra i molti riconoscimenti ricevuti si ricordano: il gran premio (1948 e 1954), la medaglia d'oro (1951, 1954, 1957 e 1964) e la medaglia d'argento (1960) della Triennale di Milano; il Compasso d'oro (Milano 1956, 1962, 1964, 1967 e 1979); l'Interplas Award (Londra 1965); le due medaglie d'oro e l'Honor Award della Biennale dell'Industrial Design (Lubiana 1966); la medaglia d'oro dell'International Design Congress (Yverdon 1969); il premio Bolaffi (Torino 1972); la medaglia del comune di Milano (1984); la medaglia del Presidente della Repubblica (Roma 1984).
Come architetto ha progettato, fra l'altro: la casa bifamiliare in mattoni al quartiere QT8 a Milano (in collab. con R. Menghi, 1952); le sedi Olivetti di Buenos Aires e San Paolo (1955-57); alcune case per vacanze ad Arzachena in Sardegna (1963-64), particolarmente attente all'inserimento nel paesaggio e che anticipano, con l'uso di materiali locali, le scelte adottate per la casa Press a Lydenburg, in Sudafrica (1978); il cimitero di Longarone (1970-71); il giardino del 'Paese dei balocchi' a Collodi (Pistoia, 1972); il Palazzo dei congressi di Grado (1975-79); la sede IBM di Segrate (1974-77) e il grande stabilimento IBM Italia di Santa Palomba (1979-82); la ristrutturazione del teatro Fossati e l'adiacente nuova sede del Piccolo Teatro a Milano (1979). Come designer ha progettato oggetti che, esplorando le potenzialità estetiche di nuovi materiali, si pongono come sintesi di funzionalità e gusto formale. Si ricordano, per es., quelli prodotti da Anic, Arflex (divano-letto Sleep-o-matic, 1951; poltrona, divano e tavolo Springtime, 1964), Bonacina, Borletti (macchina per cucire 1100/2, 1956), Brionvega (televisori Doney, 1962, e ST/201, 1970), Elam, Fiat, Fusital, Gavina (sedia metallica Lambda, 1958-62), Girmi, IBM, Kartell, Lanerossi, MIM, Moretti e Bianchi (poltrona MOMA, 1949), Necchi (macchina per cucire 575, 1972), Olivetti, Poltrona Frau, Saffa, Sorin Biomedica, Siemens (telefono Grillo, 1966), Techniform, Terraillon, Vortice (ventilatore Ariante, 1974), Zanotta (tavoli Marcuso, 1969, Eta Beta, 1978, Laveno, 1986).
Suoi oggetti sono stati esposti al Museum of Modern Art di New York, all'interno della mostra Italy. The new domestic landscape, e al Philadelphia Museum of Art (Design since 1945, 1983); alcuni di essi fanno oggi parte delle collezioni permanenti di questi stessi musei.
Fra i suoi principali saggi: Elementi di tecnologia dei materiali come introduzione allo studio del design (1967); La progettazione e l'organizzazione degli ambienti di lavoro (in collab. con P. Nicolin, 1974). Vedi tav. f.t.
bibliografia
G. Dorfles, Marco Zanuso designer, Roma 1971.
Zanuso, ed. T. Wilson, Melbourne 1971.
Design Marco Zanuso, a cura di F. Burkhardt, Milano 1994.
P. Ryan, Zanuso, Marco, in Contemporary architects, ed. M. Emanuel, London 1994.
Marco Zanuso architetto, a cura di M. De Giorgi, Milano 1999.