ROSSO, MARE (lat. antico Sinus Arabicus; A. T., 109-110-111)
Tipico mare mediterraneo tropicale, compreso fra i paralleli 3° e 12° 40′ N., e i meridiani 32° 20′ e 42° 25′ E. Si estende per una lunghezza assiale di 2230 km. dall'estremo NO., Suez, all'estremo SE., l'ingresso del Bāb el-Mandeb. La larghezza è variabile; la sezione più larga è quella fra 16° e 20° lat., nella quale la massima distanza fra le due opposte sponde supera alquanto i 300 km. A N. si biforca in due rami, il Golfo di Suez a O., il Golfo di el-‛Aqabah a E., tra i quali s'interpone la penisola del Sinai (v. sinai).
Storia dell'esplorazione. - Conosciuto e frequentato sino dalla più remota antichità, descritto in peripli che la letteratura classica ci ha conservati, il Mar Rosso cominciò a essere oggetto di sistematiche ricognizioni ai fini della navigazione e della scienza a partire dal sec. XVI, allorché cominciarono a frequentarlo i Portoghesi per le loro imprese contro i Turchi. Un primo ampio lavoro sistematico d'illustrazione fu quello compiuto nel 1541 da João de Castro, reso noto in breve riassunto solo due secoli dopo e per la prima volta pubblicato nella sua integrità nel 1833 secondo il codice autografo che si conserva nel Museo Britannico e l'atlante custodito negli archivî del Ministero degli Affari Esteri a Parigi. A parte le determinazioni astronomiche di coordinate geografiche compiute da C. Niebuhr (v.) nei suoi viaggi in Arabia (1762-63) e da J. Bruce (v.) di cui poco si poté valere la cartografia, i primi lavori sistematici di rilevamento idrografico furono quelli dell'ammiraglio francese F.-E. Rosily che nel 1787 scandagliò il Golfo di Suez; quelli eseguiti dagli inglesi cap. Popham (1800-1801) e lord Valentia (1809), e più specialmente quelli compiuti per ordine del governo dell'India dai capitani Elwon e Moresby (1829-34), che fruttarono la grande carta generale (General chart of the Red Sea) alla scala di circa 2 milioni, pubblicata dall'ammiragliato britannico nel 1841, la quale, nonostante le molte deficienze e scorrettezze delle quali fu poi in parte emendata in successive edizioni, ne rimane ancora la rappresentazione generale più attendibile. Per quanto riguarda l'esplorazione batimetrica giovarono le operazioni per la posa del cavo telegrafico compiute nel 1858. L'acquisto della Baia di Assab e successivamente l'occupazione di Massaua da parte dell'Italia diedero occasione alla marina italiana d'intraprendere rilievi e scandagli lungo le coste adiacenti, onde a più riprese si pubblicarono carte e piani che notevolmente corressero e ampliarono le precedenti rappresentazioni. Un lavoro più sistematico, e comprendente anche osservazioni e raccolte di carattere fisico e biologico, venne compiuto dalla R. Nave Scilla negli anni 1891-95 nei canali nord e sud di Massaua e nell'Arcipelago delle Dahlac; lavori interrotti poi dalla guerra italo-etiopica. Seguirono negli anni 1895-96-97 le fruttifere campagne talassografiche della nave austriaca Pola (v.).
I lavori italiani ripresi nel 1903 dalla R. Nave Staffetta e con più largo programma dalla Magnaghi (anni 1923-24), interessano oltre che l'idrografia della costa e delle isole eritree lo studio delle maree e delle correnti nello stretto di Bāb el-Mandeb, le ricerche biologiche, ecc.
Il bacino del Mar Rosso costituisce una depressione incassata fra i tavolati arcaici dell'Arabia e dell'Africa. È una profonda fossa, che fa parte del grandioso allineamento di fosse tettoniche estese dalla Siria e dal Mar Morto sino alla zona equatoriale dell'Africa orientale. Le perturbazioni che nel Terziario originarono le fratture e le dislocazioni, furono accompagnate da intensa attività vulcanica, tuttora in atto nei vulcani della Dancalia, spenta da poco tempo nell'isola vulcanica di Gebel eṭ-Ṭeir (15°30′ N.), e documentata chiaramente dalle formazioni insulari e costiere a sud del 14° parallelo. Il Golfo di Suez, l'antico Sinus Heroopoliticus, lungo 315 km., ha piccole profondità (massimo 80 m.) sino allo stretto di Gubal, ove s'inabissa verso la grande vallata del Mar Rosso. È separato dal Mediterraneo, già da antiche ere, da un istmo su cui sorgono alture di poco rilievo e si estendono laghi con forte salinità (Piccolo Lago Amaro, Grande Lago Amaro, Lago et-Timsāḥ). L'istmo è tagliato dal Canale di Suez, aperto nel 1869. Il bacino del Golfo di el-‛Aqabah, l'antico Sinus Aelaniticus, è sull'allineamento dei fossati tettonici, ha fondali di oltre 1000 m., ed è separato dal Mar Rosso per una soglia di circa 120 m. di massima quota.
Alla congiunzione dei due golfi, a sud della penisola del Sinai, comincia la vallata principale del Mar Rosso, la quale presenta la massima profondità nella zona assiale, mentre degrada verso quote meno basse nelle fasce laterali. La media profondità è stimata di circa 490 m.; i massimi fondali (2360 m.), sono verso il 21° parallelo.
La costa, rocciosa in singoli tratti, generalmeute è costituita di sabbie e banchi madreporici. Alla fascia costiera pianeggiante, di limitata estensione, fanno seguito aride alture e lunghi orli montuosi degli altipiani retrostanti.
Le due zone laterali del mare sono cosparse di scogliere madreporiche e d'isolotti, per estensioni immense, soprattutto nei settori centrali e meridionali, ove formano estesi arcipelaghi (Dahlac, Farasān, ez-Zebā‛ir, Ḥānīsh). Le barriere seguono l'allineamento costiero; talora fra esse e la costa restano ampî canali, nei quali è possibile una sicura navigazione, come avviene nei canali di Massaua, fra la costa e le Dahlac, mentre più spesso le barriere aderiscono alle coste creando estesissime zone pericolose per la navigazione. La sola zona assiale del Mar Rosso è libera da scogli; in essa le navi trovano una rotta del tutto sicura. La larghezza del canale assiale profondo e libero si restringe procedendo da N. a S.; raggiunge circa 80 km. verso il 17° parallelo; si fa in seguito via via più angusta. Nel tempo stesso anche il fondo marino si eleva. In corrispondenza delle isole Gebel ez-Zuqar e Ḥānīsh esiste un bassofondo che separa nettamente la conca del bacino principale dall'angusta conca del bacino estremo meridionale. Questa è solcata, nella parte assiale, da un canale profondo circa 200 m., orientato in direzione di Perim, isolotto vulcanico incuneato fra lo stretto principale di Bāb el-Mandeb e lo stretto minore dello stesso nome.
Il Mar Rosso non riceve fiumi perenni. Nella sua parte settentrionale raramente cadono piogge e scarse sono le precipitazioni anche nel bacino meridionale. Nella parte settentrionale il paesaggio ha un carattere di desolata aridità, pari a quella dei deserti continentali fra cui è incassato il mare. Nella metà meridionale le precipitazioni, se pure sempre scarse, sono apprezzabili, e la vegetazione sulle isole e sulle coste è rappresentata da varie specie di piante xerofile.
L'evaporazione è molto elevata e trova compenso negli afflussi di acque oceaniche attraverso lo stretto di Bāb el-Mandeb. S'intuisce che debba esistere un alto grado di salinità, che aumenterà via via nel corso dei secoli.
Pure essendo eccezionalmente calde e salse, le acque del Mar Rosso sono ricche di una fauna assai varia per numero di specie e molteplicità d'individui. È una fauna di tipo tropicale, avente poche forme comuni con quella mediterranea. L'industria peschereccia troverebbe illimitate risorse; tuttavia essa è praticata in ristretta misura, a causa degli ostacoli rappresentati dal clima e dalla natura madreporica di quasi tutto il fondo marino nelle aree costiere.
La flora marina è scarsa. Sono tipiche alcune alghe, fra cui il Trichodesmium erythraeum, a cui sono dovute le velature superficiali che formano estesissime macchie rosso-brune in talune epoche e zone.
Le condizioni fisiche e dinamiche delle acque sono da lungo tempo oggetto di ampie esplorazioni. Le notizie qui riassunte derivano dalle osservazioni compiute nelle recenti campagne italiane.
Le acque del Mar Rosso non hanno nulla di speciale quanto al colore: sono quasi azzurre e molto limpide nella parte settentrionale; nel bacino meridionale assumono colorazione verdastra e minore trasparenza.
La temperatura presenta questa caratteristica: è normalmente inferiore alla media temperatura dell'aria sovrastante, in tutte le stagioni, nei bacini meridionali; la differenza è ordinariamente da uno a oltre due gradi. Nel bacino centrale tale differenza è attenuata. In quello settentrionale, nel periodo invernale l'aria scende a temperature minori di quelle dell'acqua; nel Golfo di Suez la differenza raggiunge sino 5°-6°. La temperatura dell'acqua superficiale, fra Perim e 16° di latitudine N. è di circa 25° in gennaio, e sale a oltre 32° nel mese di settembre. Più a nord si hanno graduali diminuzioni; all'estremo N. del grande bacino i minimi invernali scendono a 22° e i massimi estivi a 28°; nel Golfo di Suez tali cifre diminuiscono ancora da 2° a 3°.
Fra maggio e ottobre la temperatura dell'aria non scende sotto i 30° nei bacini centrale e meridionale. La notte è termicamente poco diversa dal giorno; ma è più umida e quindi più afosa. In particolari circostanze, con venti caldi da terra, anche in riva al mare il termometro sale a 40°. La mancanza di refrigerio notturno, l'alto grado di umidità (70-80%) e il dominio di calme d'aria, in molte zone, provocano condizioni climatiche assai deprimenti nel semestre estivo.
Siccome le acque profonde sono sbarrate da soglie verso l'oceano, così le temperature abissali mantengono elevati valori. Sotto 250 m. di profondità le condizioni termiche sono stazionarie e quasi uniformi in tutto il bacino. A 250 m. la temperatura è di 21°,8 con scarti di 0°,15 in più o in meno da uno ad altro sito. La temperatura decresce sino a 500 m., ove si misurò il minimo di circa 21°,6. Inferiormente la temperatura cresce di 0°,16 per ogni 100 m. di profondità. Si tratta di un aumento termico tipico dei bacini chiusi, spiegato come effetto di compressione adiabatica.
La salinità media del Mar Rosso è di oltre il 40‰; cifra che non ha riscontro in altri mari aperti verso l'oceano. Le acque profonde sono più salse di quelle superiori. Fra 100 m. e la superficie, nel bacino principale, la salinità scende sotto il valore 40‰ e presenta variazioni legate al ritmo delle correnti, alle stagioni, al sito. In superficie si hanno forti variazioni, lungo l'asse, da S. a N., le quali segnano una transizione graduale tra i valori proprî del contiguo Golfo di Aden (35°-36‰) e quelli (40‰) del bacino adiacente alla penisola del Sinai. Nel Golfo di Aden la salinità cresce ancora, sino a raggiungere massimi di 43‰ presso Suez. I laghi Amari e di et-Timsāḥ, attraversati dal canale, hanno salinità altissime, che oscillano attualmente attorno al 50‰. Solo poche specie marine riescono a sopportare tale alta salinità e a migrare attraverso il canale, dall'uno all'altro mare.
Le maree del Mar Rosso hanno forme tipiche. Prevalgono le oscillazioni semidiurne, le quali si manifestano con aspetti simili alle onde stazionarie di un bacino chiuso (v. marea; sessa). Esistono tre fasce trasversali che hanno la funzione di linee nodali; esse si trovano in corrispondenza dei banchi di eṭ-Tōr (nel Golfo di Suez), di Porto Sudan e di Assab. Tali fasce hanno maree semidiurne nulle e dividono il mare in quattro bacini, in ognuno dei quali le acque si elevano e si abbassano simultaneamente, in modo che un bacino ha alta marea quando quello adiacente ha marea bassa, e viceversa. Quest'alternanza di moti assomiglia alle vibrazioni di una corda tesa ai due capi. Nelle linee nodali, essendo nulle le maree semidiurne, appaiono le sole maree diurne, che sono assai piccole, fuorché nei pressi del Golfo di Aden. Nei bacini ventrali le maree sono bene sviluppate e presentano due oscillazioni quasi eguali, in ogni giorno lunare.
Nel Mar Rosso hanno molta importanza i termini semidiurni legati al ciclo anomalistico lunare. Ne consegue che le massime alte e basse maree non si alternano col ciclo semimensile delle fasi lunari; ma si presentano con ciclo mensile: massime alte e basse maree nella sizigia (luna nuova, o piena) prossima al perigeo lunare; minime nella quadratura (primo o ultimo quarto) prossima all'apogeo.
L'ampiezza di marea raggiunge i massimi valori medî nelle zone ventrali, e precisamente: 210 cm. a Suez; 80 cm. nel bacino a nord di Porto Sudan; 130 cm. in alcuni settori del bacino di Massaua; oltre 200 cm. a sud della linea nodale di Assab.
Il regime delle correnti marine ha grande importanza, sia sotto l'aspetto generale, sia nei riguardi della navigazione. Esso dipende tanto dal ritmo delle maree, quanto dalle influenze dei monsoni che dominano nelle adiacenti zone oceaniche e anche su gran parte del bacino meridionale del Mar Rosso. Le zone studiate più a fondo, nell'esplorazioni italiane, sono: il settore del Bāb el-Mandeb; il bacino meridionale del Mar Rosso; la zona centrale, al largo di Porto Sudan e di Suākin; il Golfo di Suez.
Il ritmo delle correnti attraverso lo stretto di Bāb el-Mandeb venne precisato con l'analisi armonica dei moti alterni di pura marea e col rilievo della corrente progressiva stagionale, che si aggiunge ai moti di marea. Lo studio venne fatto separatamente per sei distinti livelli fra superficie e fondo. Nel 1929 vennero completate le ricerche con riguardo al regime estivo, rimasto sino allora assai incerto.
Sulla base delle analisi compiute fu possibile stabilire tabelle generali, che precisano la direzione e la velocità delle correnti, per ogni momento di qualsiasi epoca, nello stretto principale di Bāb el-Mandeb. Dai valori delle tabelle, mediante opportuni fattori di riferimento, si può passare alla determinazione delle correnti nei settori del Mar Rosso meridionale.
Le correnti di pura marea hanno velocità massime (1,5 miglia all'ora) dello stesso ordine delle massime correnti progressive. Queste ultime scorrono dal Golfo di Aden verso il Mar Rosso, negli strati superiori, decrescendo in profondità, sino ad annullarsi verso 100 m. di quota. Inferiormente volgono verso l'oceano, con velocità crescenti sino al fondo. Nella stagione estiva, essendo invertita la direzione dei monsoni, anche nello strato fra la superficie e circa 30 metri si ha una corrente rivolta verso l'oceano. L'acqua oceanica entra nel Mar Rosso fra 30 e 120 metri di profondità. Inferiormente si mantiene la corrente uscente, come nel semestre invernale. I moti effettivi risultano dalla somma dei moti di marea, rapidamente mutevoli e alterni, e di quelli progressivi variabili lentamente colle stagioni. Evidentemente si tratta di moti molto complessi.
Per la zona centrale le misure italiane escludono la presenza di correnti trasversali, ripetutamente attribuite a quella zona. E per il Golfo di Suez precisano il regime tipico nei varî settori del golfo, constatando come l'osservazione confermi i risultati dedotti sulla base della teoria.
Le coste del Mar Rosso sono in genere poco ospitali: la cimosa pianeggiante che le orla, tanto a E. quanto a O., è caldissima e in genere desolata: l'accesso all'interno è spesso reso difficile dai ripidi gradini degli altipiani retrostanti. Ciò nondimeno le relazioni fra le due opposte sponde furono assai attive da tempo remoto: l'Egitto esercitò in varie epoche un'influenza sull'Arabia settentrionale, mentre dall'Arabia centromeridionale influssi linguistici e culturali si esercitarono sull'Etiopia; la lingua araba e la religione maomettana si diffusero largamente sulla sponda africana.
Attualmente il piccolo traffico si esercita largamente soprattutto con navi a vela (sambuchi), alle quali sono accessibili anche approdi di modesta entità. Il Mar Rosso meridionale ha pure importanza per la pesca; e il pesce, salato in varie località della costa, trova smercio soprattutto nei paesi dell'Oceano Indiano.
Tra i porti, a prescindere da quelli del Canale di Suez, due soli hanno qualche importanza, sulla costa orientale: Gedda, che è il porto della Mecca, el-Ḥodeidah, che è il porto di esportazione dei prodotti dello Yemen (Mokhā, più a S., è oggi decaduta); entrambi sono collegati al retroterra da autovie.
Maggiore importanza hanno i porti della costa orientale legati da tempo remoto al bacino del Nilo mediante vie carovaniere, come la Kenehel-Qoṣeir, la Berber-Suākin, la Kassala-Massaua. Due di esse sono oggi sostituite da ferrovie. Quella che si stacca dalla ferrovia del Nilo a Berber sbocca veramente a Porto Sudan, porto quasi interamente artificiale, il principale del Mar Rosso per movimento, che ha soppiantato Suākin. La ferrovia eritrea sbocca a Massaua, il cui porto è stato negli ultimi anni dotato di impianti moderni. Altri due porti hanno qualche movimento: el-Qoṣeir, l'unico dell'Egitto, porto di esportazione dei fosfati e di altri prodotti minerarî della regione, e Assab, in una profonda baia della Eritrea meridionale. Nessuno di questi porti serve peraltro, normalmente, di scalo alle linee celeri che dal Canale di Suez si dirigono all'Oceano Indiano; per esse il porto di sosta è Aden.
Si affacciano oggi al Mar Rosso tre stati indipendenti: l'Egitto, l'Arabia Saudiana e lo Yemen; e due potenze coloniali: l'Italia con la Colonia Eritrea e la Gran Bretagna col Sudan Anglo-Egiziano. Inoltre, la Gran Bretagna, controlla lo sbocco meridionale del Mar Rosso col possesso dell'isoletta di Perim; quella di Dumeirah è invece italiana.
Bibl.: F. Vercelli, Campagna 1923-24 in Mar Rosso della regia nave "Ammiraglio Magnaghi". Ricerche di oceanografia fisica, parti 1ª-2ª-3ª-4ª; Annali idrografici a cura dell'Istituto Idrografico della r. marina di Genova, XI e XI bis, 1925-27; F. Vercelli, Nuove ricerche sulle correnti marine nel Mar Rosso, ibid. XII (1931); Admiralty-Pilot books, Red Sea and Gulf of Aden Pilot, 7ª ed., Londra 1921; O. Krümmel, Handbuch der Ozeanographie, Stoccarda 1907; A. Issel, Morfologia e genesi del Mar Rosso, in Atti del terzo Congresso geografico di Firenze, 1899; J. Luksch, Physikalische Untersuchungen, parti 6ª e 18ª delle Expeditionen S. M. Schiff "Pola" im Roten Meer, Vienna 1898-1901; M. Tenani, Nozioni elementari sulle maree, Genova 1932.