MARET, Bernard-Hugues, duca di Bassano
Pubblicista e uomo politico francese, nato a Digione il 22 luglio 1763, morto a Parigi il 13 maggio 1839. Avvocato al consiglio del re a Parigi ed entusiasta delle idee di rinnovamento bandite all'alba della rivoluzione, frequentò le sedute della Costituente, pubblicandone resoconti in un suo Bulletin de l'Assemblée, al quale fece seguire, per consiglio di C.-J. Panckoucke, il Moniteur Universel, preludio al futuro Journal Officiel. Intrinseco del giovane Bonaparte e membro della Société des amis de la Constitution, abbandonò questa dopo l'eccidio del campo di Marte per entrare tra i foglianti. La sua moderazione non gl'impedì di accettare incarichi al Ministero degli esteri dopo la caduta della monarchia: molto apprezzato, fu inviato in missione in Inghilterra. Per qualche tempo in ombra dopo la catastrofe girondina, nel luglio 1793 fu nominato ambasciatore a Napoli, residenza che non raggiunse perché arrestato dagli Austriaci in Piemonte insieme con Ch.-H. de Sémonville. Dopo trenta mesi di prigionia fu scambiato con una figlia di Luigi XVI e poté tornare in Francia, ove si occupò nuovamente di giornalismo ed ebbe parte nei vani tentativi di accordo con l'Inghilterra nel 1797. Al ritorno del Bonaparte dall'Egitto il M. si accostò decisamente a lui e ne fu premiato con la carica di segretario generale dei consoli, finché, allontanato L.-A. de Bourrienne, divenne segretario di stato e capo di gabinetto. Uomo di grande ta o e buon conoscitore di uomini e di cose, rese notevoli servigi al Primo console e poi all'imperatore, del quale temperò spesso eccessi di linguaggio e di modi. Napoleone lo condusse con sé in Germania e in Polonia: il M., che aveva avuto parte nella redazione della costituzione per la Repubblica Batava e per l'Italiana, s'occupò della stesura dei trattati di Vienna e di Presburgo, e fu presente alle conferenze di Tilsit, di Erfurt e di Baiona. Devoto all'imperatore, fu fatto Grand'Aquila della Legion d'onore dal 1805, membro dell'Académie française dal 1808, conte dell'impero e duca di Bassano (maggio-agosto 1809) e divenne ministro degli Esteri in luogo di J.-B. de Champagny il 17 aprile 1811. Si era alla vigilia della rottura con la Russia e il M., che era stato favorevole alle nozze con Maria Luisa, ebbe l'incarico di trattare per l'alleanza della Francia con l'Austria e con la Prussia. Seguì Napoleone per gran parte della ritirata dalla Russia e fu l'autore delle oppressive ordinanze militari del 1813 che resero impopolare il suo nome. Dimissionario il 19 novembre 1813 e sostituito da A. de Caulaincourt, fu a fianco dell'imperatore come segretario nella campagna del 1814. Ministro di stato e pari dell'impero durante i Cento giorni, dovette andare in esilio dopo Waterloo. Tornato in Francia nel 1820, visse in disparte finché Luigi Filippo lo nominò pari di Francia nel 1831 e ministro presidente del consiglio nel novembre 1834. Ma lo scandalo suscitato dalle sue disavventure finanziarie lo obbligò a lasciare il ministero pochi giorni dopo.
Bibl.: Charlotte de Sor, Le duc de Bassano, souvenirs intimes de la révolution et de l'empire, voll. 2, Parigi 1843; A. A. Ernouf, Maret duc de Bassano, Parigi 1878 (2ª ed., 1884).