Alighieri, Margherita
Figlia di Bellino, una delle cinque che questi, morendo in S. Giovanni in Persiceto (1299), lasciò, per volontà espressa nel testamento, sotto la tutela congiunta della moglie Guccia del fu Guccio dei Farolfi da Monte S. Savino e del vecchio amico fiorentino Vanni di Importuno degli Importuni, anch'egli trasferitosi a Persiceto, e suo socio in affari di prestito. Inoltre Bellino lasciò a lei, come ad altre tre figlie, la somma di 300 lire in bolognini. M. andò sposa a Gabriele di Iacopo de Antholino; Iacopo e suo fratello Filippo riscossero dalle mani dell'Importuni la dote di 300 lire lasciata a M. dal padre Bellino. Ma abitando i due sposi per loro conto, Gabriele insistette presso il padre perché, sostenendo lui le spese del matrimonio, gli desse nelle mani la dote della moglie. Ciò, durando il matrimonio, non poteva avvenire senza un decreto del Consiglio del Popolo del comune di Bologna, e in tal senso Iacopo rivolse una supplica ottenendo, l'11 maggio 1313, la sanzione legale. Da allora Gabriele poté usufruire della dote della moglie.
Bibl. - G. Livi, D. in Bologna, Bologna 1918, IV, cap. IV; ID., P. e Bologna, ibid. 1921, II, cap. II; Piattoli, Codice 69, 76, 77, 111.