GALLETTO, Margherita (nota come Margherita Gavardini Cotei Galletto, o "la Gavardina")
Di famiglia vicentina, si ignorano non solo la data di nascita ma anche le vicende della sua prima giovinezza, salvo il matrimonio precocissimo con un Gavardini di cui non si conosce il nome di battesimo.
Nel 1765 si trovava col marito a Livorno, proprio mentre la compagnia di Nicodemo Manni stava recitando nel locale teatro S. Sebastiano. Nicodemo Manni, avendo incontrato la G., ne apprezzò il portamento e la voce e le offrì di lavorare in teatro. Ella debuttò nella piccola parte di madama Giuseppina ne Il medico olandese di Carlo Goldoni e, lusingata dal successo, osò affrontare subito dopo il ruolo di Ircana ne La sposa persiana dello stesso autore, imponendosi per le sue qualità di grazia e di spirito e non solo per la sua avvenenza, che pare fosse notevole. Finì così con lo scalzare ben presto la primadonna. Nella stagione successiva toccò con la medesima compagnia le piazze di Pisa, Lucca, Bologna e Genova, mietendo ovunque successi eccezionali, fino a crearsi in così breve tempo una rinomanza notevole.
Nel 1766, poiché temeva il mare, rifiutò d'imbarcarsi per Barcellona dove l'attendeva un'importante scrittura con un altro impresario e ruppe il contratto. Allora improvvisò ella stessa una piccola compagnia raccogliticcia, organizzata dal marito, e si esibì quell'estate a Mantova. Lì fu notata dal famoso impresario Gerolamo Medebach che la volle con sé, facendola debuttare a Venezia come seconda donna nella commedia a soggetto Di peggio in peggio, nella quale ella ottenne un vero trionfo. Con il Medebach rimase per tre stagioni con successo sempre crescente, arrivando, durante la stagione 1769-70 (l'episodio è rimasto memorabile), a replicare per ben ventisette sere di seguito la parte della protagonista ne La putta onorata del Goldoni. In quel periodo ebbe come straordinario maestro e compagno di lavoro Ignazio Casanova, che le insegnò tutte le astuzie dell'arte comica.
Nel 1770-71 la G. passò al teatro S. Angelo nella compagnia di G. Lapy, della quale farà parte per lunghi anni, in gara con la celebre Caterina Manzoni, cui peraltro fu legata d'affettuosa amicizia, finché quella non decise di ritirarsi, lasciando a lei il ruolo di prima donna assoluta. Recitò a Venezia nei carnevali 1774 e '75, mentre per quello del 1776 fu a Padova. Nel 1777 lasciò il Lapy per un periodo, per esibirsi con Maddalena Torti, moglie di Carlo Battaglia, al teatro di S. Giovanni Grisostomo in Venezia, nella tournée di primavera a Milano, e in quella estiva a Verona. Nel 1779-80 tornò col Lapy per un ampio giro di rappresentazioni che toccò Torino, Milano, Brescia e Padova, ma nel 1781 lo lasciò definitivamente per entrare, sempre come prima attrice, nella compagnia Perelli: con questa si esibì nelle stagioni 1781-82 sulle piazze di Bologna, Trieste e Padova.
Il ritiro della G. dalle scene viene situato dalle fonti principali nel 1784; risulta invece (Giardi, pp. 102 s.) che ella tornò con la compagnia Battaglia nel 1782-83, e che la lasciò solamente nel 1787. Da quest'anno non si hanno più notizie di lei.
Ebbe un secondo marito, tale Cotei o Cottei. Viene ricordata come insuperabile la sua interpretazione della parte di Rosalia nello Jeneval di L.-S. Mercier, ma sembra che desse il meglio di sé nei ruoli in dialetto veneziano; a tale proposito vi è contrasto fra le due principali fonti di notizie su di lei: il Piazza sostiene che ella avrebbe dovuto limitarsi al solo repertorio comico e dialettale, nel quale era veramente eccezionale, mentre il Bartoli, che la vide recitare molte volte, afferma che era sublime anche in lingua e nella tragedia, con il solo neo di un leggero ineliminabile accento veneto (Notizie istoriche…, pp. 260 s.).
Fonti e Bibl.: Roma, Biblioteca dell'Istituto di archeologia e storia dell'arte, ms. 22: Cenni artistici de' comici italiani dal 1550 al 1780 compilati dall'artista comico Francesco Bartoli, e dall'attore Antonio Colomberti continuati fino al 1880, pp. 251-253; A. Piazza, Teatro, ovvero Fatti di un veneziano che lo fanno conoscere, II, Venezia 1777, p. 20; F.S. Bartoli, Notizie istoriche sui comici italiani che furono intorno all'anno 1550 fino ai giorni presenti, I, Padova s.a. [1781], pp. 257-261; L. Rasi, I comici italiani, I, Firenze 1897, pp. 1004 s.; O. Trebbi, Contributi alla biografia dei comici, in Riv. italiana del teatro, VI (1942), vol. I, 3, p. 292; Enc. dello spettacolo, V, col. 994; O. Giardi, I comici dell'arte perduta. Le compagnie comiche italiane alla fine del secolo XVIII, Roma 1991, pp. 102 s., 113, 172, 175 (alla p. 119 utile bibliografia); Enc. Italiana, XVI, p. 463; Enc. biogr. e bibliografica "Italiana", N. Leonelli, Attori tragici, attori comici, I, Roma 1940, pp. 424 s.