margine
In economia aziendale, grandezza intermedia, che scaturisce dal differenziale tra aggregati in grado di produrre informazioni utili in fase decisionale, di rendicontazione e di controllo.
Configurazione intermedia di risultato derivante dalla contrapposizione tra ricavi e costi variabili, essenziale nel valutare la redditività di un bene o di una linea produttiva e nelle analisi differenziali. Il m. può essere identificato a differenti livelli e in varie configurazioni. A livello unitario, è calcolato contrapponendo prezzi e costi variabili unitari; a livello complessivo, ricavi e costi variabili totali. Nella configurazione a m. di contribuzione produttivo (m. di produzione), ai ricavi di vendita sono rapportati i soli costi variabili di fabbricazione, tipicamente i materiali, e quelli di manodopera diretta. Il m. di contribuzione commerciale prevede il confronto tra ricavi e costi variabili commerciali. Nel m. aziendale, ai ricavi di vendita vengono sottratti tutti i costi variabili.
Nella break-even analysis (➔) indica la distanza, espressa in termini assoluti o relativi, tra un dato livello di attività e il punto di pareggio, indicando di quanto può diminuire la quantità prodotta/venduta senza che l’azienda passi dall’area dell’utile a quella della perdita.
Configurazione intermedia di reddito che può essere calcolata nella forma lorda o netta. Nel conto economico scalare riclassificato nella specificazione marginalistica, il Margine Operativo Lordo (MOL) si ottiene sottraendo dal valore aggiunto tutte le componenti di costo relative al personale. Tale grandezza, anche nota come Earning Before Interest Taxes Depreciation and Ammortization (EBITDA), indica quanto residua dal valore della produzione per la rimunerazione del capitale fisico, finanziario e per il pagamento delle imposte. Se dalla configurazione del m. operativo lordo vengono detratti i costi relativi agli ammortamenti (➔ ammortamento p), si ottiene il m. operativo netto o risultato operativo netto, noto anche come Earning Before Interest and Taxes (EBIT).
Nelle analisi di bilancio, evidenzia correlazioni tra attivo fisso e fonti di finanziamento, indicando il grado di autonomia finanziaria dell’azienda. Il m. di struttura può essere calcolato in due differenti modalità: m. di struttura primario e m. di struttura secondario. Il primo è dato dalla differenza tra mezzi propri (➔) e attivo immobilizzato, il secondo tra passivo permanente e attivo immobilizzato.
Nelle analisi di bilancio, consente l’esame della liquidità, ponendo in rilievo situazioni di equilibrio o disequilibrio tra questa e le passività a breve. Si può ricavare per mezzo di due specificazioni differenti: m. di liquidità primario e secondario. Il primo contrappone liquidità immediate e passivo a breve, il secondo la somma tra liquidità immediate e differite, e passività a breve.