BIONDINI, Maria Arcangela
Nacque a Corfù il 24 giugno 1641, da Andrea, nobile veneziano, vicegovernatore dell'isola, e da Angela Cicogna, anche lei di famiglia patrizia veneta. Il 2 febbr. 1655 entrò nell'Ordine delle servite-cappuccine, professando nel monastero di Burano e cambiando il nome di battesimo di Giovanna Antonia in quello di Maria Arcangela. Dal 1677 fu badessa dello stesso convento, carica alla quale rinunziò nel 1689 per fondare ad Arco, nella diocesi di Trento, con la protezione dell'imperatore Leopoldo I e del vescovo V. G. Alberti, un monastero delle servite di clausura, disciplinato da nuove "costituzioni" riecheggianti gli insegnamenti quietisti, approvate da Innocenzo XII con un breve del 22 apr. 1699. In fama di grande dottrina e religiosità presso la corte imperiale, la B. promosse anche la fondazione di un convento maschile servita a Monte San Giacomo, ma il progetto dovette essere abbandonato in seguito all'invasione francese del 1703.
Morì ad Arco il 23 nov. 1712.
Per più rispetti la B. è un personaggio esemplare del clima religioso degli ultimi decenni del sec. XVII, dominati dall'ambiguo insegnamento mistico di Miguel de Molinos. La sua autobiografia inedita, analizzata dall'Artuso (L'orazione mistica), è la testimonianza di una religiosità assai vicina alle forme tipiche della mistica quietista, sebbene la stessa B., cercando di definire dottrinalmente la propria esperienza religiosa in altri scritti inediti dedicati all'orazione di quiete, tentasse di distinguerla dalle posizioni del Molinos, quando queste peraltro erano state già condannate dalla Chiesa. Tali cautele e la protezione imperiale valsero a risparmiare alla B. ogni persecuzione da parte delle autorità ecclesiastiche, anche quando furono colpiti esponenti del movimento quietista quali il cardinale Pier Matteo Petrucci ed il bresciano Giuseppe Beccarelli, che con la monaca veneziana avevano avuto rapporti scarsamente documentati, ma certamente importanti (tra l'altro fu il Petrucci a difendere la B. da pesanti accuse di immoralità e indisciplina, levatele contro nel 1680 dalle monache di Burano, e a patrocinare presso la Curia le costituzioni del monastero di Arco, redatte dalla stessa Biondini).
Della B., oltre a numerosi scritti inediti prevalentemente relativi alle dispute dottrinali sul quietismo, e ad alcune operette di devozione, pubblicate ma non più reperibili, rimane alle stampe una Coroncina della sacrata passione di N. S. Gesù Cristo, Rovereto 1691 e Trento 1907.
Bibl.: B. Artuso,L'orazione mistica nella vita e nelle opere della m. M. A. B..., Vicenza 1938; Id.,La madre M. A. B. e il movimento quietista del suo tempo, in La scuola cattolica, LXVII (1939), pp. 457-480; Id.,La m. M. A. B..., Vicenza 1939.