CASARES, Maria
Casarès, Maria (propr. Casarès Quiroga, Maria)
Attrice cinematografica e teatrale spagnola, naturalizzata francese, nata a La Coruña (Spagna) il 21 novembre 1922 e morta a La Vergnes (Charante) il 21 novembre 1996. Presenza enigmatica, la C. portò nel cinema quella drammaticità inquieta, perfezionata sui palcoscenici del teatro esistenzialista francese, che caratterizzò tutti i suoi personaggi.
Arrivata esule in Francia nel 1936 all'inizio della guerra civile spagnola (suo padre Santiago Casarès Quiroga era stato ministro degli Interni della Repubblica), la C. studiò a Parigi presso il Conservatoire supérieur d'art dramatique e nel 1942 entrò a far parte del Théâtre des Mathurins interpretando alcuni capolavori di A. Camus, J. Anouilh e J.-P. Sartre. Nel 1952 approdò alla Comédie française e due anni più tardi al Théâtre national populaire di J. Vilar, per il quale fu un'originale Lady Macbeth nel Macbeth presentato al Festival di Avignone. L'esordio cinematografico avvenne nel 1945 con Les enfants du Paradis (Amanti perduti) diretto da Marcel Carné e sceneggiato da Jacques Prévert; in una Parigi d'epoca romantica la C. è Nathalie, moglie di-staccata e ambigua del mimo Baptiste Debureau, logorato dal suo amore impossibile per la spregiudicata Garance (Arletty). Sempre lo stesso anno fu la protagonista in Les dames du Bois de Boulogne (Perfidia) di Robert Bresson nella parte di una donna che elabora un'assurda e maniacale vendetta e nel 1946 lavorò con André Cayatte in Roger la Honte (Il delitto di Roger), cui fece immediato seguito La revanche de Roger la Honte dello stesso regista. Ancora nel 1946 interpretò il racconto morale La septième porte di André Zwobada e il melodramma morboso L'amour autour de la maison di Pierre de Hérain, e successivamente il film in costume La chartreuse de Parme (1948; La certosa di Parma) di Christian-Jaque, la modesta commedia Bagarres (1948) di Henri Calef e il poliziesco L'homme qui revient de loin (1950) di Jean Castanier. Ma fu proprio nel 1950 che la C. affascinò ancora per la sua spietata, sensuale Principessa di Morte in Orphée (Orfeo) di Jean Cocteau, cui seguirà, sempre di Cocteau, un meno intenso Le testament d'Orphée (1960). Negli anni Settanta e Ottanta l'attrice fu interprete di film di vario livello, come l'esotico-storico Flavia, la monaca musulmana (1974) di Gianfranco Mingozzi, lo struggente L'adieu nu (1976) di Pierre-Henri Meunier, l'appassionante storia ambientata nella Francia della Resistenza di Blanche et Marie (1984) di Jacques Renard, e ancora De sable et de sang (1987) di Jeanne Labrune e La lectrice (1988) di Michel Deville. Gli ultimi film interpretati furono Monte Bejo (1989) di Julián Esteban e il drammatico Someone else's America (1995) di Goran Paskaljević, mentre numerosi furono in quegli anni i suoi successi televisivi, come Britannicus (1977) in cui fu Agrippina. Insignita della Legion d'onore, la C. aveva scritto nel 1980 l'autobiografia Résidente privilégiée.
B. Dussane, Maria Casarès, Paris 1953.