De Matteis, Maria
Costumista teatrale e cinematografica, nata a Firenze il 6 marzo 1898 e morta a Roma il 9 dicembre 1988. Gli insegnamenti di Gino Carlo Sensani e le esperienze professionali al fianco di registi quali Luchino Visconti, Orson Welles, Vittorio De Sica e Mario Soldati, la portarono a compiere una ricerca basata sull'analisi attenta della natura intima dei personaggi da lei vestiti, e a mettere a punto una personale cifra stilistica, pur sempre in accordo con i vari intenti registici. Ricevette due volte il Nastro d'argento, prima nel 1953 per La carrozza d'oro (1952) diretto da Jean Renoir, poi nel 1961 per Gastone (1960) di Mario Bonnard, mentre nel 1957 aveva ottenuto una nomination all'Oscar per War and peace (1955; Guerra e pace) di King Vidor. Nel 1971 fu premiata con il BAFTA Film Award per i costumi di Waterloo (1970) di Sergej F. Bondarčuk.
Fu allieva e poi assistente di Sensani, fin dai tempi in cui il maestro insegnava al Centro sperimentale di cinematografia. Figlia d'arte, si dedicò alla pittura e fu apprezzata illustratrice di fiabe e collaboratrice di periodici per ragazzi. Nei primi anni Trenta disegnò i bozzetti per i costumi teatrali di Orseolo di I. Pizzetti e di Alcesti di Ch.W. Gluck per il Maggio musicale fiorentino, apprezzati da Sensani che la incoraggiò a lavorare per il cinema, convincendola a trasferirsi a Roma. Il suo primo film fu Il marchese di Ruvolito (1939) di Raffaello Matarazzo, dove la sua firma appare nei credits a fianco di quella del maestro. Seguirono Torna, caro ideal! (1939) di Guido Brignone, La nascita di Salomè (1940) di Jean Choux, I pirati della Malesia (1941) di Enrico Guazzoni, Piccolo mondo antico (1941) e Malombra (1942) di Mario Soldati, con i quali si qualificò come una delle migliori specialiste del settore. I suoi abiti si distinsero per eleganza, teatralità, attenzione alla psicologia dei personaggi sia nell'ambito del registro ironico sia nell'ambito di quello drammatico. Ottenne particolari consensi, oltre che con i film diretti da Soldati, dalle accentuate sfumature, delicate e malinconiche, con Sissignora (1942) per la regia di Ferdinando Maria Poggioli, Un colpo di pistola (1942) di Renato Castellani, e soprattutto Zazà (1944), sempre di Castellani, nel quale brilla la figura della protagonista Isa Miranda, e dove il gusto e lo sfarzo dei costumi rientrano in un quadro ricco di invenzioni e dal piacevole risultato. I suoi contributi seppero adeguarsi anche al realismo di vicende quali quella di Ossessione (1943) di Visconti, e successivamente del malinconico Umberto D. (1952) di Vittorio De Sica. Dopo la scomparsa di Sensani (1947), con il quale aveva collaborato a lungo e del quale fu la vera erede, la D. M. assunse compiti sempre più prestigiosi, in film di grande respiro e di ispirazione teatrale: Othello (1952; Otello) di Welles, La carrozza d'oro, in cui vengono rievocate le atmosfere della commedia dell'arte del 18° sec., e Carosello napoletano (1954) di Ettore Giannini. Giunta al livello più alto nel panorama costumistico italiano, la D. M. lavorò con Visconti anche in teatro (Troilo e Cressida, 1949) e, sempre per il palcoscenico, collaborò nel 1954 con Giorgio Strehler per La trilogia della villeggiatura di Carlo Goldoni. Tornò quindi al cinema con War and peace, affiancando lo scenografo Mario Chiari e ispirandosi per gli abiti del personaggio di Natasha ai colori cangianti delle foglie nel divenire delle stagioni; seguirono La tempesta (1958) di Alberto Lattuada, Barabba (1961) di Richard Fleischer, per il quale furono vestiti circa diecimila figuranti, con corredo di armi e calzature, La Bibbia (1966) di John Huston, Waterloo. La D. M. continuò un'intensa attività negli anni successivi, sempre collaborando con M. Chiari, e lavorò anche per la televisione, chiamata da R. Castellani per Verdi (1982) e da Alberto Lattuada per Cristoforo Colombo (1985). Nel 1979 venne organizzata a Palazzo Medici Ricciardi di Firenze una mostra sulla sua opera.
S. Masi, Costumisti e scenografi del cinema italiano, 1° vol., L'Aquila 1989, pp. 42-46; 40 anni di spettacolo in Italia attraverso l'opera di Maria De Matteis, a cura di C. Nuzzi, Firenze 1979 (catalogo).