FRESCHI, Maria
Nacque a Firenze il 3 apr. 1881 da Ercole e da Zaira Morelli Poggeschi. Nel vivace ambiente culturale fiorentino che aveva preso a frequentare - nel 1900-1901 collaborò, fra l'altro, al bimensile La Bohème - conobbe Giuseppe Antonio Borgese, che sposò e seguì da Firenze a Napoli, dove nacque, nel 1904, il figlio Leonardo. Tornata a Firenze, fu per qualche anno attiva e vivace giornalista, collaborando con versi, novelle e articoli - si firmava Myriam F. - alle terze pagine dei quotidiani fiorentini (1906-1908), nonché alla rivista Hermes (1904-1906), fondata e diretta dall'ormai celebre marito.
Nel 1909 si trasferì a Torino (Borgese era stato nominato professore di letteratura tedesca in quell'università) e ivi pubblicò, lo stesso anno, con lo pseudonimo di Erinni, una delicata raccolta di liriche, il cui titolo - I canti dell'alba e della sera - indica subito le tonalità crepuscolari entro cui si muoveva la sua poesia.
Dopo questo primo libro, per ventun'anni, la F. abbandonò ogni attività letteraria personale, limitandosi a collaborare col marito (da cui ebbe una seconda figlia, Giovanna), che seguì a Roma e poi a Milano, nella casa di via Pontaccio, sede di animate discussioni letterarie. Alla moglie Borgese dedicò, nel 1921, il suo primo e più celebre romanzo, Rubé.
Ma dieci anni dopo il critico, avverso al regime fascista, lasciava l'Italia per gli Stati Uniti; nel 1939, poi, otteneva la cittadinanza americana e il divorzio dalla Freschi. Quest'ultima s'era frattanto rifatta una vita tutta sua, rituffandosi in un'intensa attività letteraria, fra narrativa, poesia e saggistica.
Già nel 1930, un anno prima della partenza del marito, aveva pubblicato il primo romanzo, centrato su un personaggio femminile di vaga derivazione flaubertiana, Aurora, l'amata (Milano); e nello stesso anno era uscito uno studio biografico su Eva Cattermole Mancini, La contessa Lara (ibid.).
A questo genere di personaggi femminili, fervide anime ottocentesche, appassionate poetesse o ispiratrici di poetiche passioni, è dedicata gran parte della successiva attività della F., sempre nella doppia linea della narrativa e della biografia. Senza interferenze però dell'un genere sull'altro: ché i suoi studi biografici sono condotti con serietà di metodo e sorretti da scrupolose documentazioni.
Nel 1937 sulla Nuova Antologia (dove dal 1940 al '42 tenne una rubrica di letteratura femminile) pubblicò la storia dell'amore fra G. Verga e Giselda Foianesi, Anime scompagnate: Rapisardi e la Giselda (16 novembre, 1° e 16 dic. 1937); nel 1941, mentre usciva lo studio su Costanza Perticari (Costanza Perticari nei tempi di Vincenzo Monti, Firenze), iniziava a raccogliere il materiale per un'altra biografia femminile: quella della contessa Guiccioli, l'italiana amata da Byron (L'appassionata di Byron, Milano 1949). Quest'ultimo libro, che uscì soltanto postumo e che L. Russo giudica il migliore della F., le costò ben quattro anni di ricerche, di lavoro, di viaggi.
Nel frattempo la F. proseguiva alacremente la sua opera di narratrice, pubblicando altri romanzi, novelle, racconti per bambini; e preparando lavori, che lasciò inediti (Letterati come li ho visti, saggi; Con quattro bambini per mano, libro per ragazzi). Nonostante le traversie subite, infatti (la guerra le distrusse la casa; una grave malattia di cuore la costrinse a letto per molti mesi), gli ultimi anni furono quelli di più intensa attività; e s'accingeva a un saggio sui rapporti fra il Verga e Felice Cameroni - cui l'aveva incoraggiata B. Croce - quando la sua malattia s'aggravò.
Morì a Milano il 21 luglio 1947.
Oltre alle opere citate nel testo ricordiamo: Le meraviglie crescono nell'orto, romanzo (seguito di Aurora l'amata), Milano - Roma 1932; La collana di asfodeli, poesie, Milano 1933; Dodici donne e due cani, novelle, ibid. 1935; Lettere inedite di Giovanni Verga, raccolte a annotate da M. Borgese, in Occidente, IV (1935), 10-11, pp. 7-22; Una donna di casa, romanzo, Firenze 1940; Quelli che vennero prima, romanzo, Milano 1942; Benvenuto, romanzo, ibid. 1945; Dorotea la diplomatica, in Nuova Antologia, dal 16 sett. al 16 ott. 1945.
Fonti e Bibl.: Necr. in L'Italia che scrive, XXX (1947), p. 172; R. Barbiera, rec. a La contessa Lara, in Leonardo, aprile 1930, pp. 262-264; F. Casnati, M. Borgese, in Vita e pensiero, n.s., XXXIV (1933), pp. 791-796; M. Gastaldi, M. Borgese, in Panorama della letteratura femminile contemporanea, Milano 1936, pp. 367, 621; M. Bandini Buti, M. Borgese, in Poetesse e scrittrici, I, Roma 1941, p. 10; L. Russo, M. Borgese, in I narratori, Milano 1951, p. 177; L. Giuliani, Indici della Nuova Antologia dal 1931 al 1950, Roma 1955, p. 16; B. Righini, I periodici fiorentini (1597-1950), Firenze 1955, ad Indicem.