GUACCI, Maria Giuseppina
Nata a Napoli nel 1807, morta ivi il 25 novembre 1848. Dotata di fini attitudini poetiche, fu dapprima felice e facile improvvisatrice in gruppi giovanili di amici letterati, tra i quali Antonio Ranieri. Ma cessò dall'improvvisare subito che divenne discepola prediletta di Basilio Puoti il quale la sottopose a una severa disciplina di studî classici, che valse a conferire alle prose e poesie di lei purezza di stile e nitidezza di ritmi. Dal 1835 - quando sposò l'astronomo e professore universitario Antonio Nobilo (1794-1863), destituito nel 1849 dalla reazione borbonica - fino alla morte immatura, la sua casa fu un importante centro letterario-politico, frequentato dai più insigni letterati e patrioti del tempo: Paolo Emilio Imbriani, Alessandro e Carlo Poerio (il primo dei quali scrisse per lei Per una poetessa italiana), Saverio e Michele Baldacchini, Mariano d'Ayala, Giuseppe del Re, Cesare Dalbono, Luigi Settembrini, dal quale si conosce che "ci andava talvolta Giacomo Leopardi" e "ci venne Giuseppe Giusti e diede a lei, scritto di sua mano, il Gingillino".
Collaboratrice dell'Iride, della Sirena e di altre riviste napoletane, raccolse nel 1832 un fascicoletto di versi, allargato nel 1839 a un volume e poi a due volumi (Rime, Napoli 1847) con un discorso di presentazione del Puoti, che l'anno dopo ne pubblicò un altro per la morte di lei. Molti versi restano inediti, tra cui una canzone su La filosofia e la poesia dirozzatrici dell'uomo. Lettere di argomento letterario e politico si serbano parte nella Biblioteca Nazionale di Napoli, parte in quella di Firenze.
Bibl.: Nota bibl. di B. Croce, in F. De Sanctis, Lett. ital. nel sec. XIX, Napoli 1897, aggiornata da N. Cortese nella sua ediz. del medesimo libro, Napoli 1932; v. anche E. Nobile, in Nuova Cultura, 1926, che pubblica altresì quattro sonetti inediti della sua ava.