GRAMEGNA, Maria
Nacque, ultima di cinque figli, a Tortona, presso Alessandria, l'11 maggio 1887 da Innocenzo, che gestiva una piccola fabbrica di pasta, e da Maria Cristina Agosta. Compì gli studi secondari presso il liceo Severino Grattoni di Voghera, rivelandosi assai dotata per la matematica. Iscrittasi al corso di laurea in matematica presso l'Università di Torino, fu ammessa nel collegio Carlo Alberto per gli studenti delle province. Ebbe, tra gli altri, come compagno di corso, Alessandro Terracini e fu brillante allieva di Giuseppe Peano. Conseguì la laurea il 7 luglio 1910 con una tesi dal titolo Serie di equazioni differenziali lineari ed equazioni integro-differenziali, di cui fu relatore lo stesso Peano.
Ancora prima che la G. avesse sostenuto l'esame di laurea, il 13 marzo 1910, il Peano presentò all'Accademia delle scienze di Torino una lunga nota della giovane studiosa con il medesimo titolo della tesi, di cui condensava i risultati più importanti (Atti dell'Accademia delle scienze di Torino, XLV [1910], pp. 469-491). Si tratta di un lavoro di rilievo in quanto vi viene anticipata la moderna applicazione della teoria delle matrici allo studio delle equazioni differenziali. Le notazioni usate dalla G. sono quelle del Formulario mathematico del Peano e, benché già E.H. Moore (Introduction to a form of general analysis, in E.H. Moore - E.J. Wilczynski - M. Mason, Mathematical Colloqium, 5-8 Sept.1906, New Haven 1910, pp. 1-150) avesse trattato le equazioni integro-differenziali con i metodi e i simboli della logica matematica, i risultati della G. sono nuovi, al pari dei metodi.
Il 15 luglio 1910 la giovane conseguì pure il diploma della Scuola di magistero (sezione matematica), con una dissertazione dal titolo Area della zona sferica e della sfera, con C. Segre tra i commissari. Intraprese dunque la carriera dell'insegnamento nelle scuole secondarie e si recò, accompagnata dalla madre, ad Avezzano dove aveva vinto una cattedra. Qui, in breve tempo, si fece apprezzare per le qualità e fu nominata direttrice del collegio municipale.
Morì il 13 genn. 1915, insieme con la madre, durante il terremoto che distrusse Avezzano.
Fonti e Bibl.: Torino, Archivio dell'Università, Segreteria di scienze, Verbale di laurea, 04.07.1902, 14.04.1921, I, p. 127; Ibid., Verbale di laurea in Magistero di matematica per gli anni dal 27.10.1902 al 16.11.1925, p. 34; Annuario della R. Università di Torino 1910-1911, Torino 1911, pp. 286, 288; Tortona, Archivio comunale, Comunicazione del sindaco. Il terremoto di Avezzano. Verbale del Consiglio comunale, 17 genn. 1915; Le nostre vittime nel terremoto di Avezzano, in Il Popolo, 31 genn. 1915, p. 3; V. Mago, In memoria di M. G., in Boll. di matematica, XIII (1915), p. 304; F.G. Tricomi, Matematici italiani del primo secolo dello Stato unitario, in Memorie dell'Accademia delle scienze di Torino, s. 4, I (1962), p. 61; A. Terracini, Ricordi di un matematico. Un sessantennio di vita universitaria, Roma 1968, p. 12; H. Kennedy, Peano. Storia di un matematico, Torino 1983, p. 181; C.S. Roero, Peano e l'altra metà del cielo, in Giuseppe Peano. Matematica, cultura e società, Cuneo 2001, pp. 68 s.