MONTESSORI, Maria
Pedagogista, nata a Chiaravalle (Ancona) il 31 agosto 1870. Le sue prime ricerche nel campo medico e le sue prime pubblicazioni risentirono dell'indirizzo filosofico e pedagogico della fine del sec. XIX. Laureatasi in medicina e in lettere, fu assistente alla clinica psichiatrica dell'università di Roma, dove si applicavano i principî del Séguin per l'educazione degli anormali, e qui, accentuando l'idea che le cure pedagogiche non dovessero solo sussidiare le cure mediche, ma che il trattamento terapeutico dei deficienti dovesse essere prevalentemente pedagogico (il che poi fece oggetto di relazione al congresso pedagogico di Torino nel 1898), incominciò a elaborare un piano di educazione per bambini anormali (1898-1900), utilizzando il materiale didattico di J.-M.-G. Itard e di É. Séguin, escogitandone dell'altro per la lettura e la scrittura, aggiungendo un fattore nuovo, cioè l'impiego di una forza spirituale capace di evocare nella psiche del bambino anormale l'uomo che spontaneamente non sarebbe riuscito ad affiorare. Passò a dirigere la scuola magistrale ortofrenica di Roma, nella quale poté provare praticamente che il successo nell'educazione degli anormali era dovuto ai nuovi principî pedagogici, assai più razionali di quelli applicati nelle scuole per i normali, tanto che anche una mentalità inferiore poteva trarne sviluppo.
Libera docente di antropologia pedagogica nell'università di Roma, elaborò i suoi principî per l'educazione del fanciullo normale, praticamente applicati nel 1906 a Roma nelle case popolari del quartiere di San Lorenzo. Nel 1909 pubblicò (Torino) il Metodo della pedagogia scientifica applicata all'educazione infantile nelle case dei bambini, in cui rese noti i risultati di un metodo che mirava a permettere alla pedagogia di utilizzare largamente le esperienze scientifiche, senza allontanarsi dai suoi fondamentali principî speculativi. Tuttavia la M., negando fiducia all'indirizzo corrente, che faceva derivare la nuova pedagogia dagli studî antropologici, auspicava il sorgere di una pedagogia scientifica che richiamasse nel campo della scuola gli scienziati ed elevasse fino alla scienza i maestri, ai quali dovevano essere date scuole adatte al manifestarsi del fenomeno del libero svolgimento dell'attività infantile.
Un successivo periodo sperimentale di tre anni condusse la M. a stabilire un piano di educazione fino ai dieci anni (1911).
Nel 1912 pubblicò (Torino) l'Autoeducazione nelle scuole elementari. Intanto il metodo si andava diffondendo rapidamente in Italia e fuori, richiamando sull'autrice l'attenzione del mondo. Nel 1913 la M. iniziò un corso teorico-pratico, al quale presero parte uditori appartenenti a 17 nazionalità. Annualmente i corsi si sono ripetuti a Roma, in varie città europee e in America; mentre numerose scuole sono state aperte in tutti i continenti. Nel 1928 fu istituita a Roma la R. Scuola magistrale per la preparazione delle maestre di grado preparatorio. Dal 1931 si tengono annualmente congressi internazionali di studî montessoriani, nei quali la M. va esprimendo i principî di un'etica sociale strettamente legata ai suoi postulati pedagogici.
Il concetto fondamentale del metodo afferma che il processo educativo è soltanto opera del bambino che si evolve in un ambiente, non solo privo di ostacoli, ma ricco di motivi di attività, mediante un lavoro fondato sull'autoeducazione e sotto la guida dell'adulto, cui è riservata solo la possibilità di fornire al bambino gli aiuti necessarî per compiere l'evoluzione a uomo. Dai nuovi rapporti tra alunno, maestro e ambiente, sono scaturite critiche ai vecchi concetti di disciplina, libertà, limite di acquisizione mentale, lavoro collettivo, e originali affermazioni di concetti che formano ormai un sistema educativo elaboratissimo.
Le teorie montessoriane nel loro svolgimento già trentennale hanno dilatato i limiti del periodo educativo fino a comprendere il neonato, studiando i suoi sforzi per prendere contatto con l'ambiente prima dello sviluppo del motore, lo stabilirsi dell'equilibrio psichico e i danni dell'influenza dell'adulto nel primo chiarirsi della coscienza. I più recenti studî sono rivolti alla formazione di un piano di educazione fino alle soglie dell'università. Esorbitando dal campo scolastico, la M. ha posto il problema sociale del bimbo oppresso dalle forze di un ambiente nefasto e di un adulto inconsciamente ostile; ha analizzato i caratteri di difesa del bambino deviato, ha elaborato una teoria sulla normalizzazione dell'individuo. La M. si vale, nell'applicazione del suo metodo, di un materiale sensoriale e di sviluppo, sistematicamente ordinato, che sostituisce il maestro e che guida l'alunno all'acquisizione culturale non disgiunta dall'attività individuale.
Le opere della M., già citate, sono state tradotte in tutte le lingue europee, in arabo, indiano e cinese. Ricordiamo anche: I bambini viventi nella chiesa (Napoli 1922); la Vita di Cristo (Roma 1931); The Mass explained to children (Londra 1932), in cui è esposto il pensiero della M. circa l'educazione religiosa.
Bibl.: E. Mazzoni, M. Montessori e il movimento montessoriano, in A. Ferrière, L'Aube de l'école sereine en Italie, Parigi 1297.