STICCO, Maria
– Nacque a Perugia il 23 novembre 1891 da Antonio, ufficiale medico di origine meridionale, e dalla contessa Gaetana Baldeschi Oddi, appartenente alla più antica nobiltà perugina.
Seguendo gli spostamenti della famiglia, studiò a Rimini, poi a Bari, dove nel 1900 nacque la sorella Imelde, e quindi di nuovo a Rimini e a Firenze, dove nel 1908 si iscrisse al Regio Istituto superiore di magistero femminile. Il clima culturale di Firenze influì sulla sua formazione estetico-letteraria, rafforzando un temperamento artistico e raffinato che, pur nella sobrietà e nella riservatezza, l’accompagnò tutta la vita. Dopo la morte della madre, nel 1909, interruppe gli studi per dedicarsi alla famiglia. Nel 1917 si iscrisse nuovamente al magistero di Firenze, divenendo allieva del pedagogista Ernesto Codignola, con il quale preparò una tesi su Bernardino da Siena (pubblicata nel 1924 con il titolo Il pensiero di San Bernardino da Siena e poi ampliata nel volume del 1945 Pensiero e poesia in San Bernardino da Siena). Si diplomò in pedagogia nel 1922.
Con Codignola intrattenne una fitta corrispondenza, che documenta il contributo del pedagogista, collaboratore di Giovanni Gentile, al fine di ottenere il riconoscimento giuridico dell’Istituto superiore di magistero Maria Immacolata creato dall’Università cattolica nel 1923. Sticco, a sua volta, collaborò a La nuova scuola italiana, rivista diretta da Codignola, occupandosi dell’insegnamento della religione.
Aderente all’Unione donne cattoliche, durante la prima guerra mondiale si prodigò in attività di volontariato a favore dei feriti. Dopo la guerra conobbe padre Agostino Gemelli attraverso Giuseppina Taddei, un’anziana signorina che coltivava il progetto di creare una famiglia spirituale di laiche consacrate a Dio, operanti nel mondo con fini di apostolato. L’incontro con Gemelli e l’amicizia con Armida Barelli influirono sul suo orientamento spirituale e sulle sue scelte di vita. Sticco concorse infatti alla creazione della Gioventù femminile di Azione cattolica e dell’Università cattolica del Sacro Cuore. Nel novembre del 1919 ad Assisi, sotto la direzione spirituale di padre Gemelli, insieme a un gruppo di giovani donne partecipò alla fondazione della Congregazione delle terziarie francescane del regno sociale del Sacro Cuore, un sodalizio di cui Barelli divenne presidente, composto da laiche che si consacravano a Dio mediante i consigli evangelici pur restando nel loro ambiente familiare e professionale, per dedicarsi a dilatare il ‘regno del Sacro Cuore’ tramite l’apostolato nell’Azione cattolica e a favore dell’Università del Sacro Cuore. Nel 1927, su consiglio di Pio XI, la denominazione del sodalizio fu modificata in Missionarie della regalità di Cristo.
La collaborazione con padre Gemelli si sviluppò anche in campo scientifico e tramite iniziative di divulgazione culturale. Nel 1919 Sticco pubblicò i suoi primi articoli nella rivista Vita e pensiero, continuando poi a scrivervi fino a diventarne direttrice tra il 1962 e il 1967. Dal gennaio del 1921 divenne condirettrice, con Barelli, di Fiamma viva, un mensile per la Gioventù femminile, di cui curava la rubrica Conversazioni intime che ne era un vero e proprio editoriale. I suoi contributi sull’educazione femminile, firmati con lo pseudonimo Maria Bonaventura, furono raccolti in un volume che ebbe un notevole successo editoriale e influì sulla formazione di intere generazioni di ragazze (Il dovere e il sogno, Milano 1928).
Collaborò anche ad altri periodici, come Domus mea, pubblicazione per signore di ispirazione cattolica, e Squilli studenteschi, bollettino della Gioventù femminile.
Nel 1922 si trasferì a Milano, su invito di padre Gemelli, che la avviò alla carriera universitaria. A partire dall’anno accademico 1924-25 e sino al 1929-30 ricoprì l’incarico di assistente di lingua e letteratura italiana nel magistero dell’Università cattolica, collaborando prima con Giulio Salvadori e poi, dal 1926, con Carlo Calcaterra. Dal 1926-27 insegnò anche presso l’Apostolico Istituto del Sacro Cuore a Castelnuovo Fogliani (Piacenza), che ospitava il magistero per le religiose studenti. Dall’anno accademico 1930-31 al 1942-43 ricoprì l’incarico di lettrice di lingua e letteratura italiana nelle due sedi del magistero. Nel 1942 conseguì la libera docenza in letteratura italiana, confermata nel 1947. Dal 1943-44 fu incaricata di lingua e letteratura italiana, insegnando a Milano e a Castelnuovo fino al 1947-48 e poi, dal 1948-49 al 1961-62, solo a Castelnuovo, dove in seguito insegnò storia della letteratura italiana moderna e contemporanea, filologia dantesca e storia del teatro e dello spettacolo.
Coltivò ampi interessi letterari. Nel 1926 pubblicò lo studio San Francesco d’Assisi, che conobbe grande fortuna e fu più volte riedito. Di ispirazione agiografica, tale opera, che è valutata la migliore di Sticco, intreccia l’analisi delle fonti documentarie con l’interpretazione psicologico-spirituale, sottolineando gli aspetti della fisionomia interiore del santo più congeniali all’autrice. La spiritualità francescana trova altresì espressione in Santa Chiara d’Assisi (Milano 1928) e in Segreto di Assisi (Milano 1946).
Durante gli anni di insegnamento scrisse numerosi saggi di critica letteraria, che risentivano dell’intensità della sua vita interiore e dimostravano, al contempo, attitudine filologica, larghezza di erudizione, sensibilità estetica ed equilibrio stilistico. In Arte e sincerità (Milano 1940) definì il suo approccio alla letteratura, non alieno da fini di apostolato. Tra i suoi lavori si distingue La poesia religiosa del Risorgimento (Milano 1940), il volume di più vasto impegno critico, che rispecchia i suoi sentimenti patriottici e sottolinea la sensibilità religiosa di molta letteratura risorgimentale. Di un certo rilievo anche Lettura del Machiavelli (Milano 1942) e Il romanzo italiano contemporaneo (Milano 1953), dedicato alla narrativa della prima metà del Novecento.
Affiancano la sua attività di docente, corrispondendo spesso a corsi accademici, Motivi religiosi nella poesia giovanile del Carducci (Milano 1935), Religione e patria nella poesia dello Zanella (Milano 1938), La donna nella poesia del Leopardi (Milano 1939), Gli studi danteschi di G. Rossetti (Milano 1940), Liricità ed epicità nell’Orlando Furioso (Milano 1945) e La divinità nelle opere minori di Dante (Milano 1945). Con stile cronachistico raccontò alcuni momenti della vita della Gioventù femminile (Una settimana in Terra Santa, Milano 1931) e dell’Università cattolica (Vita universitaria, Milano 1939). Di natura autobiografica sono Frammenti di vita (Milano 1932) e Dialogo con i dodici mesi (Milano 1934). Nel contributo L’insegnamento di Pio XI nell’educazione cristiana della gioventù (pubblicato in L’opera di S.S. Pio XI, Roma 1929) difese la funzione educativa della Chiesa dalle pretese monopolistiche fasciste.
Predilesse il filone biografico-agiografico. Abile nel cogliere la psicologia individuale, ritrasse con vivacità alcune figure femminili come Argene Fati, terziaria francescana (Milano 1926), la cugina Mallì (Profilo della contessa Matilde Oddi Baglioni, Milano 1931) e un’artista del varietà parigino, Eva Lavallière (Milano 1935), il cui ritratto è tra i più freschi e stilisticamente riusciti. Ampie e più impegnate le biografie che concludono la sua attività letteraria, riservate ai fondatori dell’Università cattolica: Una donna tra due secoli. Armida Barelli (Milano 1967), Padre Gemelli. Appunti per la biografia di un uomo difficile (Milano 1975), Ludovico Necchi. La sua vita e la sua associazione (Milano 1980).
Nel 1945 il sodalizio che aveva contribuito a fondare venne approvato dalla S. Sede come Associazione laicale femminile Sacro Cuore, riconosciuta da Pio XII come Istituto secolare nel 1948. Sticco era stata eletta maestra delle aspiranti. Dopo la morte di Barelli, la sostituì alla presidenza per un quinquennio, dal 1953 al 1958, per rimanere poi membro a vita del senato dell’Istituto.
Nel 1975 Paolo VI la insignì della croce pro Ecclesia et Pontefice, a riconoscimento dell’attività svolta presso l’Università cattolica; nello stesso anno le fu conferita, con decreto del presidente della Repubblica, la medaglia d’oro dei benemeriti della scuola, della cultura e dell’arte.
Morì a Milano il 17 marzo 1981, presso l’Opera della regalità dove alloggiava poveramente.
Fonti e Bibl.: Milano, Archivio generale per la storia dell’Università cattolica del Sacro Cuore, Corrispondenza, Serie fascicoli personali; Istituto secolare delle Missionarie della regalità di Cristo, Archivio storico Armida Barelli, Carte M. S. L’Istituto conserva la biblioteca di Sticco, che consta di circa novecento volumi.
D. Mondrone, Arte e sincerità di M. S., in La Civiltà cattolica, XCVII (1946), 1, pp. 410-418; A. Barelli, La ‘nostra’ storia. L’istituto secolare delle Missionarie della Regalità, Milano 1972; G. Barbero, Missionarie della Regalità di Nostro Signore Gesù Cristo, in Dizionario degli Istituti di Perfezione, diretto da G. Pelliccia - G. Rocca, V, Roma 1978, coll. 1595-1598; A. Ruschioni, M. S. scrittrice, Assisi 1983; F. Mattesini, M. S.: studio e vita interiore, in Id., Maestri e amici dell’Università cattolica, Milano 1988, pp. 22-25; O. Pontoglio - A. Ruschioni - O. Montevecchi, M. S. Spiritualità e poesia, Milano 1991; A.M. Salini, S., M., in Dizionario della Chiesa ambrosiana, VI, Milano 1993, pp. 3566 s.; C. Dau Novelli, S. M., in Dizionario biografico delle donne lombarde. 568-1968, a cura di R. Farina, Milano 1995, pp. 1040 s.; F. De Giorgi, S., M., in Dizionario storico del movimento cattolico. Aggiornamento 1980-1995, diretto da F. Traniello - G. Campanini, Torino 1997, pp. 461 s.; Sete d’infinito. Quasi un’autobiografia di M. S. ricavata dai suoi diari, a cura di O. Montecchi, Milano 2002.