Zambrano, Maria
Pensatrice spagnola (Vélez-Málaga 1904 - Madrid 1991). Allieva di Ortega y Gasset e di X. Zubiri, esiliata dopo la guerra civile (con un lungo peregrinare dal Messico a Cuba, da Roma alla Svizzera) e tornata in Spagna nel 1984, ha posto al centro della sua vasta e articolata produzione la storia e la vita del suo paese, non meno che la natura della filosofia d’Occidente e le condizioni della libertà umana: Los intelectuales en el drama de España (1927); Nuevo liberalismo (1930); Filosofía y poesía (1939; trad. it. Filosofia e poesia); La confesión: género literario (1943 e 1988; trad. it. La confessione come genere letterario); La agonía de Europa (1945; trad. it. L’agonia dell’Europa); El hombre y lo divino (1955; trad. it. L’uomo e il divino); España, sueño y verdad (1965); La tumba de Antigona (1967 e 1989; trad. it. La tomba di Antigone); Algunos lugares de la pintura (1971; trad. it. Luoghi della pittura); Claros del bosque (1977; trad. it. Chiari del bosco); De la aurora (1986; trad. it. Dell’aurora); Delirio y destino (1988; trad. it. Delirio e destino); Los bienaventurados (1990; trad. it. I beati). Postumi sono usciti: Hacia un saber sobre el alma (1991; trad. it. Verso un sapere dell’anima); Los sueños y el tiempo (1992; ma già in it., a cura di E. Croce, 1960); El pensamiento vivo de Seneca (1992; trad. it. Seneca); Las palabras del regreso (1995; trad. it. Le parole del ritorno); Unamuno (2003); Per abitare l’esilio. Scritti italiani (2006); Dante, specchio umano (2007). La sua scrittura vuole avere il respiro di una visione cosmica: «Ci sono parole mai dette e molte scritte che si perdono perché non trovano voce. Si perdono realmente? No, vanno a finire in altri astri dove troveranno il suono, la vibrazione, poiché la musica è astrale, va oltre la parola e al contempo la precede» (Le parole del ritorno).