AYALA, Mariano d'
Uomo politico e scrittore, nato a Messina il 14 giugno 1808, morto a Napoli il 26 marzo 1877. Era figlio di Raimondo, oriundo di Spagna, che aveva servito fedelmente i Borboni, e di Conceita Ragusi, siciliana. Visse l'infanzia a Messina, dove il padre era comandante del forte; rimasto orfano a nove anni, fu dalla madre condotto a Napoli e messo a studiare (1819) nell'Accademia militare, uscendone nel 1828 col grado di alfiere. Fu incorporato l'anno dopo in un reggimento d'artiglieria di stanza a Gaeta; ma, dotto come si dimostrò nelle discipline storico-militari, fu presto richiamato a Napoli e incaricato della difesa d'imputati militari. E del 1835 il suo primo lavoro intorno alle Memorie storico-militari dal 1734 al 1815, che rivelò la grande cultura del giovine ufficiale; a ventinove anni egli ebbe l'incarico d'insegnare balistica e geometria descrittiva al Collegio militare (Nunziatella). Partecipò nel 1839 al Congresso degli scienziati italiani in Pisa, e ne approfittò per compiere un lungo viaggio in Italia, visitando i letterati e scienziati più illustri. Una sua pubhlicazione sulla morte di G. Murat, inserita nella strenna l'Iride, lo fece entrare in sospetto della polizia borbonica, obbligandolo a dimettersi da ufficiale. S'applicò allora con maggior lena agli studî storici, e diede in luce quelle Vite dei più celebri capitani e soldati napoletani (Napoli 1843), che sono ancor oggi utilmente consultate. E poiché frequentava i liberali più noti di Napoli, nel 1844 fu arrestato e tenuto in carcere qualche mese. Continuò tuttavia a nutrire sensi d'amor patrio: prese parte al Congresso degli scienziati italiani tenuto in Napoli nel 1845, collaborò a riviste che venivano in luce fuori del Mezzogiorno; e quando Ferdinando II, primo fra i principi italiani, concesse la costituzione, il d'A. fu naturalmente tra i liberali più in vista per cooperare al nuovo governo. Mandato in Aquila in qualità d'intendente, resse con sagace severità quella provincia; ma dopo la rivoluzione del 15 maggio 1848 non si sentì più sicuro, anzi il mese successivo sconfinò a Rieti, rifugiandosi poi a Firenze, dove il 25 ottobre 1848 fu nominato ministro della guerra. Tuttavia, egli si trovò a disagio col governo democratico del Guerrazzi, del quale non condivideva le idee, e il 28 febbraio 1849 si dimise. Recatosi nel 1852 a Torino, visse colà fino al 1860, dedicando il suo tempo agli studî. Si adoperò validamente a mantenere l'ordine subito dopo l'entrata di Garibaldi in Napoli, dove il d'A. si recò, assumendovi il comando della guardia nazionale, che però gli fu tolto poco tempo dopo, per sorde mene politiche; eletto deputato il 21 maggio 1861, entrò l'anno dopo, col grado di generale, nell'esercito nazionale, ma nel 1864 fu messo in disponibilità. Nel 1874 i suoi elettori non gli confermarono più il mandato parlamentare. Il 15 maggio fu però nominato senatore. Oltre gli scritti già citati, il d'A. diede a luce: Napoli militare, Napoli 1847; Degli eserciti nazionali, Firenze 1850; Bibliografia militare italiana antica e moderna, Torino 1854; I Piemontesi in Crimea, Firenze 1860; Vita di V. Coco e di V. Russo, Napoli 1861; Vite degl'italiani benemeriti della libertà..., Firenze 1868.
Bibl.: M. D'Ayala, memorie di M. d'A. e del suo tempo (1808-1877), Roma 1886.