MARIANO da Firenze
MARIANO da Firenze. – Nacque intorno al 1477 a Firenze forse da un Tommaso di Filippo del popolo di Sant’Ambrogio (Cannarozzi, 1930a, pp. 37, 51); non si conosce il nome della madre. Poco attendibili appaiono i tentativi di nobilitarne le origini attuati dalla storiografia francescana, che ne ha legato il nome alle famiglie degli Ughi prima e dei Della Rena poi (pp. 32-36, 43-44). Se l’identificazione proposta è corretta, ebbe tre fratelli e due sorelle, di cui una morì dodicenne nel 1484, come egli stesso ricordò nell’opera Corona B. Virginis Mariae (1503), descrivendone la fede esemplare mostrata nella sofferenza. Da un’altra testimonianza autobiografica risalente al 1523 sappiamo che la madre, allora già vedova, visse per oltre 35 anni come terziaria francescana, imitata da un’altra sorella e da altri parenti. Di una zia di nome Eugenia, Mariano ricorda invece l’ingresso tra le murate di Arezzo, aggiungendo un ulteriore tassello alla ricostruzione di un contesto familiare permeato di pietà francescana, che incise forse – ma non si può escludere il processo inverso (Il Trattato del Terz’Ordine, 1985, p. 266) – sulla vocazione alla vita religiosa del giovane.
Assai scarse sono, in ogni caso, le informazioni sull’adolescenza e sul percorso interiore che lo condusse, prima del 1498, a farsi sacerdote e frate minore dell’Osservanza. A questa data è attestata la sua residenza presso il convento di S. Salvatore di Firenze, allora noto anche come del Monte o Monte San Miniato. Qui ebbe come maestro di noviziato il frate Giovanni Saltarelli, di cui in seguito avrebbe composto una breve Vita. Il 26 gennaio 1503 fece parte del piccolo gruppo di frati incaricato dalla Repubblica di organizzare la traslazione da Montauto a Firenze dell’abito che si riteneva avesse indossato Francesco d’Assisi quando nel 1224 aveva ricevuto le stimmate sul monte della Verna. Al racconto dell’episodio Mariano dedicò nel marzo seguente uno dei suoi primi scritti, in cui secondo gli schemi della cosiddetta religione civica esaltò il valore intercessorio della reliquia per la città.
Negli anni seguenti risiedette nel convento di Giaccherino vicino a Pistoia (1506) e in quello di Montecarlo presso San Giovanni Valdarno. In questo periodo, forse su incarico del vicario generale Ludovico della Torre, compose un testo apologetico noto come Defensorio della Verità, poi ripreso da Luke Wadding, in cui polemizzò contro l’agostiniano Filippo da Bergamo, reo di aver riproposto in una sua opera la tesi, risalente al XIV secolo, secondo cui Francesco d'Assisi sarebbe stato in gioventù un seguace dell’eremita Giovanni Bono e andasse, dunque, ascritto all’Ordine agostiniano (Checcoli, in L’opera storico-agiografica…, 2017).
Nel 1510 Mariano fu a Empoli dove conobbe il beato Bartolomeo d’Anghiari, di cui avrebbe scritto la Vita. Trascorse poi un periodo alla Verna, uno dei luoghi più rappresentativi del primo francescanesimo, la cui «dignità» avrebbe celebrato nel 1522 scrivendo il Dialogo del Sacro Monte della Verna. In seguito e fino al 1515-16 (con vari spostamenti temporanei come quello a Siena il 23 ottobre 1513 per la cerimonia funebre del confratello Timoteo da Lucca) dimorò nel romitorio di Belvedere presso Cetona. Qui compose una perduta Brevis chronica Provincie Tuscie, da cui il cronista Dionisio Pulinari tradusse in volgare un racconto del celebre Cimento del fuoco che nel 1498 aveva opposto Girolamo Savonarola ai francescani di Firenze: un evento di cui Mariano era stato testimone oculare. Nel 1515 è attestata la sua presenza come confessore presso il convento di S. Vivaldo a Montaione, in Valdelsa.
Nel 1516-17, al tempo del cosiddetto 'capitolo generalissimo' dei minori convocato per volere di Leone X, Mariano trascorse un lungo periodo nella città pontificia, redigendo l’anno seguente un accurato Itinerarium Urbis Romae basato sull’osservazione diretta e su un buon numero di fonti antiche e recenti, inclusi Francesco Albertini e il Platina.
L’opera, pensata per i pellegrini che giungevano nella città pontificia privi di conoscenze sulle chiese e i monumenti della città, può essere considerata «la prima guida di Roma in senso moderno» (Solvi, in L’opera storico-agiografica…, 2017, p. 394): essa contiene infatti una serie di approfondimenti epigrafici ed eruditi che rimandano ai tradizionali generi del catalogo e dei Mirabilia, ma si distingue per l’originale proposta di sei possibili itinerari dinamici organizzati in senso spaziale, che dal cuore della Roma pagana guidavano i visitatori verso le basiliche e le principali chiese cristiane della città, dove era possibile ammirare preziose reliquie e lucrare particolari indulgenze (Mercuri, in Una ‘Gerusalemme’ toscana, 2004; Papi, in L’opera storico-agiografica…, 2017).
Tornato in Toscana, Mariano dimorò a S. Girolamo di Volterra (1518-21), intrattenendo rapporti con l’umanista Raffaele Volterrano a proposito di una Vita della beata Umiliana dei Cerchi da questi composta, e con le monache del monastero di S. Lino fondato dallo stesso. Fu poi a S. Maria a Ripa di Empoli (1522) e infine ancora a S. Salvatore a Firenze, dove risulta presente, forse di passaggio, già nel giugno 1520 e dove verosimilmente risiedette nell’ultimo periodo della sua vita.
Morì il 20 luglio 1523, mentre prestava assistenza agli infermi durante un’epidemia di peste. Fu sepolto con i debiti onori nell’ospizio del Ceppo, nei pressi dell’attuale ponte alle Grazie. In seguito, nel 1542, le spoglie vennero trasferite insieme con quelle di altri illustri confratelli presso la chiesa di S. Salvatore in Monte S. Miniatis e poi, nel 1594, nel convento di Ognissanti, dove nel 1571 era stato portato anche l’abito di s. Francesco che, a inizio secolo, Mariano aveva contribuito a condurre a Firenze.
La fama di Mariano da Firenze è legata alla sua copiosa produzione, che comprende ben 18 opere e opuscoli minori inerenti in larga parte alla storia e alla spiritualità francescane (Lazzeri, 1922). Nel complesso, essi ben esprimono il tentativo della cosiddetta 'quarta generazione' dell’Osservanza di consolidare anche attraverso la parola scritta il proprio ruolo egemonico all’interno dell’Ordine minoritico, ribadendo al contempo in chiave provvidenzialistica l’importanza della presenza francescana nella società cristiana, proprio allora messa in dubbio dalla Riforma protestante. Si tratta per lo più di scritti a carattere storico-agiografico, come le Vitae dedicate a s. Francesco, s. Chiara e ad altri personaggi prominenti dell’Ordine minoritico, quali Bonaventura da Bagnoregio, Giovanni Duns Scoto e Iacopone da Todi, ma anche a figure di frati, penitenti e 'beati' noti a livello locale, dei quali Mariano favorì il culto e la memoria componendo delle piccole biografie poi in parte raccolte nel Libro delle Vite de Sancti Fratri Minori.
Rimaste manoscritte, le opere di Mariano da Firenze furono comunque conosciute e citate come fonti attendibili dai maggiori storiografi francescani del Cinque e Seicento, da Luke Wadding a Marco da Lisbona, da Pulinari a Giovanni Giacinto Sbaraglia e ad Antonio Tognocchi da Terrinca, che ebbero grande considerazione soprattutto di un suo denso trattato oggi perduto, noto come Fasciculus chronicarum Ordinis Minorum. Si è conservata invece una seconda opera storiografica, il Compendium chronicarum Ordinis fratrum Minorum, in cui Mariano ripercorre le vicende minoritiche attraverso il susseguirsi dei capitoli generali, mostrando di conoscere le fonti tradizionali (la Legenda minor di Bonaventura, la Legenda trium sociorum, la Chronica XXIV Generalium, Paolino da Venezia, Bernardo da Bessa, il De Conformitate di Bartolomeo da Pisa) ma anche l’opera di scrittori più recenti, quali Cherubino da Spoleto e, forse, Bernardino Aquilano e Giacomo Oddi (Sedda, in L’opera storico-agiografica, 2017, pp. 300 s.). Di argomento francescano sono anche lo Speculum Sancti Francisci et sociorum, la Historia quomodo Habitus beati patris nostri Francisci de Monte Acuto Florentiam transatus est (1503), il Trattato del Terz’Ordine (1519-22), dedicato alla madre, e il Libro delle dignità et excellentie del Ordine della seraphica madre delle povere donne sancta Chiara da Asisi, scritto su sollecitazione delle monache di S. Silvestro di Roma, S. Lucia di Foligno, del Monte di Perugia e di altri luoghi in cui Mariano si recò, quali L’Aquila, Urbino, Pesaro, Firenze e Volterra, dove l’opera fu ultimata il 24 luglio 1519 (Libro delle degnità…, 1986; Mair, in L’opera storico-agiografica…, 2017).
Hanno invece un carattere ascetico-devozionale la citata Corona B. Virginis Mariae, la Corona Domini nostri Jesu Christi (Romae 1517), la Oratio devotissima ad honorem seraphici patris Francisci e il trattatello della Via spirituale (1519/20), in cui l’anonimo autore (identificato con consenso pressoché unanime in Mariano da Firenze) descrive le otto vie in cui si dipana il cammino dell’anima dedita all’imitazione di Cristo e alla ricerca di Dio: via dello spirito, del disprezzo del mondo, dell’«abnegare se medesimo», dell’umiltà, delle tentazioni, del timor di Dio, della pazienza, dell’obbedienza (il piano dell’opera ne prevedeva altre sette: via della povertà, della castità, della carità, dell’orazione, del silenzio, della solitudine, della perseveranza). Di tenore agiografico e storico-erudito è infine il Tractatus de origine, nobilitate et de excellentia Tuscie (1517).
Vita B. Iohannis Scoti… a Mariano Florentino conscripta circa annum 1480, a cura di F. Paolini, Genova 1904; Vita inedita di fra Iacopone scritta da fra M. da F., a cura di L. Oliger, in Luce e Amore, IV (1907), pp. 418-426, 473-489; Compendium chronicarum Ordinis FF. Minorum auctore fr. Mariano de Florentia, a cura di T. Domenichelli, in Archivum Franciscanum Historicum (d'ora in poi AFH), I-IV (1908-11) e Quaracchi 1911; Vita di s. Vivaldo, a cura di F. Ghilardi, in AFH, I (1908), pp. 522-526; Vita del b. Antonio Vici da Stroncone…, a cura di L. Patrizi Accursi, Roma 1910; B. Amedeo Menez de Sylva… Vita inedita di fra M. da Firenze…, a cura di P. Sevesi, in Luce e amore, VIII (1911), pp. 529-552, 586-605, 681-710; «L’istoria del cimento del fuoco» tra Girolamo Savonarola e i francescani di Fra M. da F., a cura di Z. Lazzeri, in Studi francescani, XII (1914-15), pp. 402-414, 449-464, XIII (1915-16), pp. 12-28; Una piccola vita inedita di s. Bonaventura, a cura di Id., ibid., XII (1914-15), pp. 115-137; Vita e leggenda del b. Tommaso Bellacci da Firenze. Testo del sec. XVI, a cura di S. Mencherini, Arezzo 1916; La storia della traslazione dell’abito di s. Francesco da Montauto a Firenze, a cura di Z. Lazzeri, in AFH, XVII (1924), pp. 545-559; Vita inedita di fra M. da F., in M. Faloci Pulignani, Il Beato Paoluccio Trinci da Foligno e i minori osservanti. Documenti e discussioni, Foligno 1926, cap. III; Vitae duae b. Galeoti Roberti de Malatestis, Tertii Ord. S. Francisci († 1432) a fr. Mariano Florentino conscriptae, a cura di G. Giovanardi, in AFH, XXI (1928), pp. 62-85; «Itinerarium Urbis Romae» di fra M. da F. con introduzione e note illustrative, a cura di E. Bulletti, Roma 1931; «Dialogo del sacro monte della Verna» di Fra M. da F., a cura di C. Cannarozzi, Pistoia 1932; Due vite della b. Antonia da Firenze, a cura di C. Cannarozzi, in Studi francescani, LVII (1960), pp. 319-342; Un piccolo «Ufficio» di San Francesco in un volume autografo di M. da F., a cura di D. Cresi, ibid., LX (1963), pp. 100-106; L’opuscolo «Defensorio della Verità» di M. da F., a cura di Id., ibid., LXI (1964), pp. 168-211; Una compilazione ascetica di M. da F. (La «Via spirituale»), a cura di Id., ibid., LXII (1965), pp. 129-157; La Vita di san Francesco scritta da M. da F., a cura di Id., ibid., LXIV (1967), pp. 48-90; Il Trattato del Terz’Ordine o vero «Libro come Santo Francesco istituì et ordinò el Tertio Ordine de Frati et Sore di Penitentia et della dignità et perfectione o vero Sanctità Sua», a cura di M.D. Papi, in Analecta T.O.R., CXL (1985), pp. 261-583, con ampia introduzione bio-bibliografica; Libro delle degnità et excellentie del Ordine della seraphica madre delle povere donne sancta Chiara da Asisi, a cura di P.G. Boccali, S. Maria degli Angeli (Perugia) 1986; Traditione della venuta dell’abito di san Francesco in Firenze, in Il saio delle stimmate di san Francesco d’Assisi. Storia e conservazione, a cura di N. Baldini - S. Conti, Firenze 2010, pp. 146-152. Per la recensio dei codici manoscritti delle singole opere si rimanda, per ragioni di spazio, alle rispettive edizioni.
Una bibliografia si trova in M. Bertagna, Per un nuovo incontro con Fra M. da F., in Studi francescani, LXXIX (1982), pp. 473-479, cui si rimanda limitandosi qui a segnalare i contributi più specifici o più recenti: P. Sabatier, Fr. Mariano de Florence, in Collection d’études et de documents sur l’histoire religieuse et littéraire du Moyen Age, II, Paris 1900, pp. 137-164; R. Razzoli, Fra M. da F. e le sue opere, in Luce e Amore, I (1904), pp. 26-34, 72-78, 123-26; 268-274, 313-317; Id., Un nuovo codice di M. da F., ibid., I (1904), pp. 33 ss.; L. Oliger, Il cod. 2063 (Sess. 412) della Bibl. Naz. di Roma, opera di fra M. da F., ibid., IV (1907), pp. 361-368; D. Pulinari, Cronache dei Frati Minori della Provincia di Toscana…, Arezzo 1913, ad ind.; A. Pierotti, Di una nuova opera di fra M. da F. (Il dialogo antico della Verna), in Studi francescani, XII (1914-15), pp. 165-200; A. Van den Wyngaert, De Tertio Ordine S. Francisci iuxta Marianum Florentinum, in AFH, XIII (1920), pp. 3-77; A. Capecelatro, Un capitolo di Fr. M. da F., in Studi francescani, XVIII (1921), pp. 123-128; A. Van den Wyngaert, De sanctis et beatis Tertii Ordinis iuxta codicem fr. Mariani Florentini, in AFH, XIV (1921), pp. 3-35; Z. Lazzeri, Fra M. da F. Appunti bio-bibliografici-cronologici, in Studi francescani, XVIII (1921), pp. 263-268; XIX (1922), pp. 369-397; Id., Le Stimmate di S. Francesco nel racconto di Fra M. da F., ibid., XXI (1924), pp. 229-232; E. Bulletti, Fra M. da F., in Vita e pensiero, XV (1924), pp. 367-371; C. Cannarozzi, Il pensiero di Fra M. da F., in Studi francescani, XXVI (1929), pp. 4-28, 121-179, 295-326; Id., Ricerche sulla vita di Fra M. da F., ibid., XXVII (1930a), pp. 31-71; Id., Una fonte primaria degli «Annales» del Wadding (il «Fasciculus chronicarum» di Fra M. da F.), ibid., XXVII (1930b), pp. 251-285; Id., La «Corona B. Mariae Virginis» e la «Corona Domini nostri Iesu Christi» in due opere inedite di Fr. M. da F., ibid., XVIII (1931), pp. 14-32; D. Cresi, Le origini dell’Ordine minoritico nella narrazione di M. da F., ibid., LVI (1959), pp. 139-147; Id., Elenchi di illustri Frati Minori in un’opera inedita di Mariano da Firenze, in AFH, LVII (1964), pp. 191-199; La Beata Antonia e il suo monastero nel Libro delle dignità… del Ordine della Serafica Madre… Chiara da Asisi, a cura di G. Marinangeli, L’Aquila 1995; C. Lappin, The mirror of the observance: image, ideal and identity in Observant Franciscan literature, c. 1415-1528, Phd thesis, University of Edinburgh, 2000, pp. 62-93, 216-245; O. Giovannetti, Uno storiografo a S. Salvatore al Monte di Firenze, in Studi francescani, XCVIII (2001), pp. 331-347; Una ‘Gerusalemme’ toscana sullo sfondo di due giubilei: 1500-1525, a cura di S. Gensini, Firenze 2004 (in partic. M. Papi, M. da F. e la “superiorità” della sua Toscana, pp. 69-81; C. Mercuri, L’Itinerarium Urbis Romae di M. da F.: un vademecum per il pellegrino degli inizi del Cinquecento, pp. 83-92); J. Schneider, „Wie die heilige Klara manche Gleichförmigkeit mir der Jungfrau Maria hatte”: Zur Klara-Maria-Typologie im „Libro delle degnità” des M. da F., in Religioni et doctrinae. Miscellanea di studi offerti a Bernardino de Armellada…, a cura di H. Horowski, Roma 2009, pp. 413-449; A. Benvenuti, Memoria agiografica regionale nel Tractatus de origine et nobilitate Tusciae di M. da F., in Italia sacra. Le raccolte di vite dei santi e l’inventio delle regioni (secc. V-XVIII), a cura di T. Caliò - M. Duranti - R. Michetti, Roma 2014, pp. 429-466; L’opera storico-agiografica di frate Mariano da Firenze. Atti della giornata di studio (Convento San Francesco, Firenze, 22 ott. 2016), in Studi francescani, CXIV (2017), (in partic.: F. Sedda, Compendium chronicarum: una storia perduta?, pp. 295-311; L. Tanzini, Fra M. da F. e il sacro Monte della Verna, pp. 313-325; C. Papi, Considerazioni sull’Itinerarium Urbis Romae di M. da F., pp. 327-340; K. Mair, Il Libro della degnità et excellentie del ordine della seraphica madre delle povere donne sancta Chiara da Asisi di M. da F., pp. 341-359; I. Checcoli, Con la penna manifestare la verità: il Defensorio della verità di M. da F. (1477-1523), pp. 361-378; E. Rava, Le mulieres religiosae nel Trattato del Terz’Ordine di M. da F., pp. 379-392; D. Solvi, Conclusioni, pp. 393-398).