PIERVITTORI, Mariano
– Nacque a Tolentino il 16 dicembre 1818 da Vincenzo, maniscalco, e da Anna Belforti. Nel 1822 si stabilì con la famiglia a Foligno, dove, tra la fine degli anni Venti e l’inizio del decennio successivo, iniziò la sua formazione artistica frequentando lo studio del pittore Decio Trabalza. Nel 1834 si iscrisse all’Accademia di belle arti di Perugia e vi rimase tre anni soltanto per seguire il corso di pittura tenuto da Giovanni Sanguinetti. Nel gennaio del 1837 si trasferì a Roma. Nell’Urbe entrò in stretto contatto con gli artisti coinvolti nelle imprese decorative delle residenze del principe-banchiere Alessandro Torlonia (il palazzo di Piazza Venezia; la villa di via Nomentana) e iniziò a collaborare con il pittore e scenografo Giuseppe Masella.
Abbandonati sia il gusto neoclassico ereditato da Trabalza sia i modi accademici, impostati su una maniera d’ispirazione peruginesca aggiornata secondo gli stilemi del purismo minardiano (Studio di s. Girolamo; Madonna dal Polittico degli Agostiniani; ripr. in Migliorati, 2010, p. 244), Piervittori, durante il soggiorno romano, indirizzò il suo interesse verso una pittura sostanzialmente a carattere decorativo, contraddistinta dalla magniloquenza neobarocca e dall’esuberanza degli ornati tipica dell’eclettismo di metà Ottocento.
A seguito della disfatta della Repubblica Romana, Piervittori fece ritorno in Umbria, e nel 1852 si stabilì a Foligno. Nel 1854 collaborò, insieme a Giovanni Panti e a Vincenzo Baldini, alla decorazione pittorica della chiesa del Carmine (anche detta chiesa dei Ss. Simone e Giuda), realizzando tutti i riquadri figurati dell’abside (Evangelisti; Padre Eterno; Storie di santi dell’ordine carmelitano) e della volta della navata centrale (S. Simone Stock che riceve dalla Madonna lo scapolare). L’anno seguente la Confraternita di S. Giuseppe di Foligno gli commissionò la tela raffigurante la Sacra Famiglia e l’Eterno benedicente (ripr. in Migliorati, 2010, p. 69) per l’altare maggiore della chiesa di S. Giuseppe delle Conce.
Nel 1856, trasferitosi a Perugia, Piervittori fu incaricato di affrescare le volte di due sale (sala delle Muse; sala di Diana ed Endimione) al piano nobile di palazzo Baldeschi al Corso (odierna sede della Fondazione Casse di Risparmio dell’Umbria), in occasione delle nozze tra il conte Ubaldo Baldeschi e la contessina Tecla Belleani di Jesi. Nel 1858 terminò le pitture murali dell’abside (Evangelisti; Cena in casa del fariseo) e del transetto (Storie della Maddalena; Virtù cardinali; Cena in Emmaus) della chiesa della Maddalena a Castiglione del Lago.
Nel 1859 ritornò nelle Marche, e nel 1860 realizzò il sipario (distrutto nel 1950) per il teatro comunale di Porto S. Giorgio (La visita di Vittorio Emanuele II a Porto S. Giorgio).
Rientrato in Umbria, nel 1863 dipinse la volta della sala consiliare del Municipio di Bevagna, nella quale, seguendo il piano iconografico elaborato da Agostino Mattoli, raffigurò un consesso di illustri mecenati (ripr. in Migliorati, 2010, p. 112).
Nel 1865, a Perugia, dietro incarico del vescovo Gioacchino Pecci (futuro papa Leone XIII), eseguì i dipinti murali della cappella dell’Arciprete nella cattedrale di S. Lorenzo (Gloria di s. Lorenzo e Santi diaconi).
Nel 1868 dipinse il sipario per il teatro ‘Cesare Caporali’ di Panicale (Boldrino Panici che, liberato il territorio dai Bretoni dell’antipapa Clemente VII, riceve le chiavi della città di Perugia). L’anno seguente terminò la decorazione di villa Mancini, nei pressi di Panicale.
Nel 1870 realizzò il sipario per il teatro degli Avvalorati di Città della Pieve (Perugino a passeggio con Chiara Fancelli fra gli allievi a lavoro; ripr. in Migliorati, 2010, p. 116). Nello stesso anno, su richiesta dell’architetto Guglielmo Calderini, ideò i disegni per gli stucchi e le decorazioni pittoriche del plafond (La Fama addita agli illustri perugini il tempio di Minerva), della bocca d’opera e dell’atrio (Suonatrici d’arpa; Danza delle Muse) del teatro dell’Accademia del Verzaro (attuale teatro Francesco Morlacchi) di Perugia, per il quale dipinse anche il sipario (Biordo Michelotti torna vincitore a Perugia; ripr. in Migliorati, 2010, p. 142).
Piervittori, in sintonia con il gusto e le esigenze del periodo, volte all’esaltazione della Patria e alla creazione di uno stile nazionale, nel sipario del teatro perugino, come del resto aveva fatto in precedenza in altri cicli decorativi, scelse di affrontare un soggetto tratto dalla storia locale che contenesse precisi messaggi patriottici e allusioni di carattere politico e sociale.
Nel 1871 Piervittori ottenne un’altra importante commissione pubblica relativa alla decorazione interna del palazzo della Provincia e Prefettura di Perugia, nel quale affrescò le pareti (Scene di genere, ripr. in Sei pittori a palazzo, 1997, pp. 118 s.) e la volta (Allegorie dei mestieri, ripr. ibid., pp. 116 s.) della cosiddetta Galleria Meridionale.
Nel 1874 il marchese Filippo Marignoli lo incaricò di dipingere la sala da Ballo e altri quattro ambienti del suo palazzo a Spoleto.
L’intervento a palazzo Marignoli, protrattosi fino al 1877, costituisce una delle imprese più significative dell’attività di Piervittori. Seguendo uno schema compositivo ormai divenuto abituale, l’autore dipinse le scene, invariabilmente di soggetto mitologico o storico, simulando degli arazzi appesi alle pareti e inseriti in una complessa, per quanto ridondante, intelaiatura decorativa. Le storie, inquadrate da illusionistiche architetture, cornici e trabeazioni neobarocche popolate da amorini e bizzarre personificazioni allegoriche, sono affiancate da un sorprendente repertorio di motivi ornamentali rielaborati da modelli cinquecenteschi, seicenteschi o neoclassici (grottesche, candelabre, festoni di fiori e frutti, medaglioni a grisaille, panoplie).
Sul finire degli anni Settanta, deluso dall’ambiente artistico perugino e dalla mancanza di commissioni sia pubbliche sia private, Piervittori decise di ritirarsi in provincia, e nel 1880 trasferì il suo studio e la sua residenza a Orvieto. Tra il 1880 e il 1882 visse a Porano, nelle vicinanze di Orvieto, lavorando alla decorazione della villa di Luigi Felici. Nel 1882 si recò a S. Severino Marche per firmare il contratto con il quale lo si incaricava di dipingere la volta (Ratto di Europa; Carro di Nettuno; Galatea e Anfitrite; Trionfo di Nettuno) e due scene (La Scuola di Bartolomeo Eustachi ed Eustachio Divini che presenta il cannocchiale da lui perfezionato al Granduca di Toscana) sulle pareti della sala del Consiglio comunale (opera alla quale attese a più riprese fino al 1885).
Nel 1884 iniziò a decorare il soffitto della platea (Danza delle Muse), la galleria del loggione (Segni zodiacali) e l’atrio (Paesaggi; Scene di genere) del teatro Francesco Torti di Bevagna. Nel 1885 concluse le pitture murali della camera da pranzo (Baccanali di puttini) di palazzo Bracci Testasecca (odierno Hotel Reale) di Orvieto. Nel 1886 ricevette l’incarico di decorare la volta (Virtù cardinali; Allegoria delle Arti) e le pareti (Ritratti di folignati illustri; Il conte Robbacastelli del Comune di Foligno eletto generale dai milanesi respinge l’esercito di Federico Barbarossa; L’arrivo di Federico II giovinetto a Foligno; Colomba Antonietti di Foligno combatte i francesi sulle mura di Roma) della sala del Consiglio nel palazzo del Municipio di Foligno.
Morì a Orvieto il 16 settembre 1888.
Fonti e Bibl.: C. Zappia, La pittura dell’Ottocento in Umbria, in La pittura in Italia. L’Ottocento, a cura di E. Castelnuovo, Milano 1991, pp. 368, 379, 965 s.; Ead., La pittura in Umbria dalle campagne napoleoniche alla prima guerra mondiale, in L. Barroero et al., La pittura nell’Umbria meridionale dal Trecento al Novecento, Terni 1993, pp. 152, 154, 156; Sei pittori a palazzo. L’impresa decorativa degli artisti umbri della seconda metà dell’Ottocento nella sede della Provincia, a cura di M. Terzetti, Perugia 1997, pp. 49-127; La sala consiliare del palazzo Comunale di Foligno: i bozzetti preparatori della decorazione pittorica di M. P. (catal.), testi di A. Migliorati, Foligno 2001; Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia: le sedi e la collezione, a cura di F.F. Mancini, Perugia 2003, pp. 56-65; A. Migliorati, La pittura in Umbria dal Romanticismo all’Unità d’Italia, in F.F. Mancini - C. Zappia, Arte in Umbria nell’Ottocento (catal., Foligno - Perugia - Orvieto - Terni - Spoleto - Città di Castello, 2006-07), Cinisello Balsamo 2006, pp. 146-149; Ead., M. P., in F. Boco - A.C. Ponti, Pittori umbri dell’Ottocento. Dizionario e atlante, Marsciano 2006, pp. 283-288; Ead., M. P., pittore dell’Italia unita, Foligno 2010; Il palazzo Cesaroni di Perugia, a cura di F.F. Mancini, Perugia 2011, pp. 51, 201.