MARINALI
. Scultori. Orazio nacque a Bassano il 24 febbraio 1643 e morì a Vicenza l'8 febbraio 1720. Discepolo a Venezia di G. De Corte, iniziò la sua carriera nel 1675 presso la chiesa delle Vergini in quella città. Fu essenzialmente e squisitamente veneziano (anche più del suo maestro, educato a Roma e straniero) nelle sue opere copiose e variate che hanno molte rispondenze nella pittura contemporanea sul tipo del Loth e dello Zanchi. Spesso lavorò in collaborazione con i fratelli, specie con Angelo (nato a Bassano nel 1654, morto a Verona nel 1704), suo degno scolaro ed emulo. Le chiese, i palazzi, i giardini di Venezia, Bassano, Verona, Brescia, Padova, Vicenza, Udine e Treviso contengono opere di O. e di A. Marinali. Ricordiamo tra le principali: a Venezia, nella chiesa delle Vergini paliotto (ora nel Kaiser-Friedrich-Museum di Berlino) e due statue, nella coll. Querini-Stampalia sette busti di "bravi", di Orazio; a Bassano, in Piazza Vittorio Emanuele San Bassiano di Orazio e fratelli, nel duomo Ss. Domenico e Caterina di Orazio; a Verona, in S. Sebastiano il S. Sebastiano e Angeli di Orazio, in S. Luca La Fede, La Carità e Angeli ultime opere di Angelo (1704); a Brescia nel cortile del seminario il monumento ad Alessandro VIII di Orazio e Angelo; a Vicenza (dove i M. si erano stabiliti verso il 1690), in S. Maria Aracoeli numerosi angeli di Orazio, nel santuario di Monte Berico tutte le statue delle tre facciate meno quelle del coronamento, le quattro conche della acqua santa, i quattro angeli e le figure della balaustra della cupola nell'interno del tempio, di Orazio. Infinite le statue nei giardini e nelle ville del territorio vicentino e di quello trevisano: a Costozza, a Montegaldella, a Creazzo, a Trissino e in moltissime altre località. Buon ritrattista si dimostra Orazio nei busti autoritratti che si trovano l'uno al Museo civico di Vicenza (già nella grotta Da Schio a Costozza), l'altro nel Museo civico di Bassano (già nel palazzo Conti a Vicenza), e nel busto del papa Alessandro VIII a Brescia.
Bibl.: Suboff, in Thieme-Becker, Künstl.-Lex., XXIV (con bibl.).