GRIMANI, Marino
Doge di Venezia. Coevo al patriarca Giovanni, raccoglitore di anticaglie, G. non è travolto dall'ardore della passione politica come molti suoi antenati: accomodante ambasciatore a Sisto V (1585), a Urbano VII e Gregorio XIV (1590), a Innocenzo IX (1591), a Clemente VIII (1592); podestà a Brescia, 1570 e a Padova, fu animato da squisito senso di uomo di lettere e di arte; ed è, per questo, riformatore dello studio (1584 e 1593), deputato delle fabbriche (1589) in un momento di grande fervore edilizio, presidente all'erezione della fortezza di Palma (1593). Eletto doge (26 aprile 1595) in un momento di stasi politica, assiste impassibile alla preparazione del grande conflitto con la S. Sede dissimulato con una condotta remissiva. Morì nel 1605.
Bibl.: G. Giomo, Le spese del N. H. Marino Grimani nella sua elezione a doge di Venezia, in Archivio Veneto, XXXIII, pp. 443-454; A. Pilot, L'elezione del doge Marin Grimani e una canzone inedita, in Pagine istriane, II, 1904; M. Brunetti, Le istruzioni di un nunzio pontificio a Venezia al suo successore, in Scritti storici in onore di C. Manfroni, Padova 1925, p. 369 segg.