MOROSINI, Marino
Doge. Eletto al dogado il 13 giugno 1249, ebbe un governo di breve durata (morì il 1° gennaio 1253) e assai pacifico, succedendo al dogado più movimentato di Iacopo Tiepolo, durante il quale il Morosini aveva esplicato una feconda attività politica, che, salito alla suprema dignità, venne meno. Lo stato pacifico della vita veneziana sotto il Morosini, che procurò alla città tanta opulenza, fu ragione di lode e diventò tradizionale negli annali della storia veneziana, facendo contrasto alle iniziative e all'attività bellicosa del Tiepolo: questa, a giudizio dei contemporanei, assicurò quella, ma era anche legittima reazione al grave peso di una politica troppo audace imposta dall'esuberanza del Tiepolo.
Non è fuori di luogo presumere che l'elezione del Morosini fosse chiaro indice del bisogno per lo spirito veneziano d'un periodo di pace. In realtà il Morosini, se prima del dogado dimostrò inclinazioni guerriere nella politica orientale, con la repressione della sedizione cretese, quale duca dell'isola nel 1230, nella politica occidentale fu estremamente cauto nell'assumere atteggiamenti troppo rigidi, anzi si mostrò assai conciliante e nell'ambasceria a Roma a Gregorio IX nel 1236 per le cose di Genova, e nell'ambasceria al concilio di Lione nel 1245, astenendosi dal prendere una posizione decisa nell'aspra lotta fra la S. Sede e Federico II. Tali virtù lo indicavano a raccogliere l'eredità di un'età fortunosa per ritrarre il ducato dalla troppa fiducia posta nella parte di Chiesa dal predecessore.
Bibl.: S. Romanin, Storia documentata della Repubblica di Venezia, III, Venezia 1872; H. Kretschmayr, Geschichte von Venedig, II, Gotha 1920, p. 45 segg.; F. Stieve, Ezzelino von Romano, Innsbruck 1907.