ALLARA, Mario
Nacque a Torino l'8 ag. 1902 da Giacomo e da Teresa Bottiglia. Nel luglio 1924 si laureò in giurisprudenza a Palermo, avendo come maestri i civilisti G. Messina ed A. Ravù ed il romanista S. Riccobono. Si dedicò allo studio del diritto civile, seguendo l'impostazione metodologica allora prevalente che voleva la scienza civilistica strettamente legata a quella romanistica. L'A. frequentò il corso di perfezionamento in diritto romano diretto dal Riccobono e dette prova di aver recepito l'indirizzo dominante in dottrina nei suoi primi saggi Contributo alla teoria della novazione condizionale nel diritto civile italiano, in Rivista di diritto civile, XVIII (1926), pp. 313-334, e Teoria del prelegato nel diritto civile italiano, in Annali del seminario giuridico della r. università di Palermo, XII, Cortona 1929, pp. 1-99. In tali saggi, comunque, è possibile notare anche una tendenza dell'A. a sottolineare la peculiarità della disciplina giuridica vigente rispetto alla tradizione storica, attraverso l'individuazione dei suoi principi teorici fondamentali.
Nel 1926-27 l'A. ottenne l'incarico di insegnamento di diritto civile presso l'università di Camerino, che mantenne fino al 1928-29, e scrisse la sua prima ampia monografia, La figura della prestazione in luogo di adempimento, poi pubblicata in Annali del seminario giuridico della r. università di Palermo, XIII, Palermo 1929, pp. 29-312.
Il tema era stato trascurato dalla dottrina civilistica: l'A. fornì per primo una completa ricostruzione della fattispecie attraverso la precisazione dei suoi principali elementi e l'individuazione di una vasta casistica. L'attenzione dimostrata verso la disciplina vigente indica come l'A. tendesse sempre più ad allontanarsi dalla metodologia tradizionale.
L'abbandono definitivo di questa si ebbe, poi, nel 1929. L'A. - che nel 1928 aveva iniziato a collaborare a varie riviste scientifiche redigendo per loro note a sentenza e che aveva dato prova delle sue fini doti di esegeta nel saggio La natura giuridica della obbligazione del fatto altrui, in Rivista di diritto commerciale, XXVII (1929), pp. 410-427 - pubblicò allora l'ampio saggio Sul pagamento "ob turpem causam", in Annali dell'università di Camerino, III, Cortona 1929, pp. 148-242. La disciplina civilistica era qui studiata al di là dei riferimenti ai precedenti storici, come prodotto di alcuni principi teorici fondamentali. Da questi - che l'A. individuava in modo affatto originale, con ampia libertà rispetto alla tradizione pandettistica - egli faceva derivare, per deduzione logica, tutti gli altri elementi della disciplina. La ricerca perveniva in tale modo a prospettare una costruzione dogmatico-formale di estremo rigore logico, la quale - a detta dello stesso A. - poteva peccare di astrattezza, ma era di grande utilità per cogliere in modo immediato l'essenza della fattispecie studiata.
L'A. nel 1928-29 aveva ottenuto l'incarico di insegnamento presso l'Istituto superiore di scienze economiche e commerciali di Venezia; l'anno successivo oltre a questo ebbe l'insegnamento di istituzioni di diritto civile presso la facoltà giuridica di Parma. Il 5 marzo 1930 ottenne la libera docenza in diritto civile e l'11 ottobre dello stesso anno vinse la cattedra di diritto civile e venne chiamato ad insegnare presso quest'ultima università. Nel 1932, poi, passò alla cattedra di introduzione alle scienze giuridiche ed istituzioni di diritto civile dell'università di Genova.
A questi anni risalgono alcuni suoi interessanti studi, quali il saggio La proprietà temporanea, in Circolo giuridico, n. s., I (1930), pp. 69-91, nel quale per primo fornì un'analisi articolata del diritto di proprietà con termine finale, e la monografia Iltestamento, Padova 1934, in cui il sistema logico-formale costruito dall'A. veniva vivificato da una ricchissima casistica. Nello stesso periodo l'A. cominciò a collaborare con la commissione incaricata del progetto del nuovo codice civile. Nel 1932 pubblicò a Parma il volume Il riconoscimento della filiazione illegittima nel progetto del nuovo codice civile, nel quale mise in luce gli aspetti positivi contenuti nella disciplina proposta rispetto a quella vigente.
Nel 1935 l'A. venne chiamato alla cattedra di diritto civile della facoltà giuridica di Torino, ove tenne contemporaneamente, per incarico, anche l'insegnamento di istituzioni di diritto privato. Continuò, peraltro, a collaborare con la commissione per il nuovo codice e a commentare i progetti da questa elaborati: nel 1938 pubblicò a Torino il saggio Osservazioni sul progetto preliminare del secondo libro del nuovo codice civile. Fuinoltre decisamente contrario alla formulazione di principi generali del diritto distinta dal testo del codice civile e sostenne la sua opinione nel volume Sull'opportunità di principi generali del diritto nella nuova legislazione, Pisa 1941. La sua produzione scientifica più interessante di questi anni, comunque, è quella che si esprime nei lavori destinati agli studenti. Nel 1939, riprendendo il Sommario del corso di istituzioni di dirittocivile, edito a Parma nel 1930, pubblicò a Torino il manuale Le nozioni fondamentali del diritto privato. L'opera conobbe ampliamenti e perfezionamenti nelle successive edizioni, nelle quali ebbe il titolo Le nozioni fondamentali del diritto civile, apparse a Torino nel 1945, nel 1949, nel 1953 e nel 1958. Essa si apriva con una parte dedicata alla teoria generale della norma giuridica e proseguiva con la trattazione "del contenuto del rapporto giuridico" (Fedele), in cui gli istituti erano presentati in una sintetica costruzione logico-dogmatica. La trattazione avrebbe dovuto essere completata da quella delle vicende del rapporto giuridico, destinata ad esaminare i casi concreti nei quali l'istituto operava. La complessità di una tale trattazione e la difficoltà di sintetizzarla in un unico manuale indussero l'A. a seguire una via diversa, quella della pubblicazione dei vari corsi di lezione dedicati a specifici argomenti. In questi lavori l'analisi dogmatica dell'istituto considerato veniva abbreviata, di modo che ampio spazio poteva essere lasciato all'esame della dottrina e della giurisprudenza, attraverso la ricostruzione di un'abbondante casistica che riproduceva l'effettualità della fattispecie astratta. Di qui l'interesse dei numerosi lavori dell'A., quali Delle obbligazioni, Torino 1939, Le vicende del rapporto giuridico e le loro cause, ibid. 1939 (poi rielaborato nel volume Vicende del rapporto giuridico, fattispecie, fatti giuridici, ibid. 1942), Il primo libro del nuovo codice civile con particolare riguardo al matrimonio, ibid. 1940, La teologia generale del contratto, ibid. 1943 (2ª ediz., ibid. 1945), La successione testamentaria, ibid. 1944. Nello stesso periodo l'A. - che aveva tenuto anche l'insegnamento di diritto privato comparato - scrisse il Corso di diritto privato comparato, ibid. 1942.
Nell'immediato dopoguerra l'A. venne nominato prorettore dell'università di Torino per coadiuvare il rettore L. Einaudi divenuto governatore della Banca d'Italia. Dal 1º nov. 1945, poi, fu eletto rettore dell'ateneo torinese. Negli anni successivi continuò a pubblicare i suoi corsi di diritto civile dedicati soprattutto all'esame di fattispecie poco trattate dalla dottrina e di quelle oggetto di ampie discussioni. I suoi interessi si rivolsero soprattutto alla materia successoria e a quella delle obbligazioni. Alla prima sono dedicati i volumi La successione legittima, Torino 1945, La revocazione delle disposizioni testamentarie, ibid. 1951, nel quale per primo forniva una trattazione monografica dell'istituto, La successione familiare suppletiva, ibid. 1954, che ampliava e arricchiva con approfondita analisi esegetica il lavoro del 1945, e Principi di diritto testamentario, ibid. 1957. Alla seconda, il corso Le fattispecie estintive del rapporto obbligatorio, ibid. 1952, che si impone sui lavori di questo periodo non solo perché colma una lacuna degli studi civilistici, privi fino ad allora di una "trattazione specifica dei modi di estinzione delle obbligazioni" (Fedele), ma anche perché sottopone ad attenta revisione critica le opinioni prevalenti sui singoli istituti e le classificazioni delle fattispecie estintive comunemente accettate in dottrina, proponendo una interpretazione ed una sistemazione del tutto nuova della complessa materia. Altrettanto interessante è, infine, il volume La vendita, ibid. 1958, ricco di contributi originali in merito alla classificazione dei contratti e ai vari aspetti dei reciproci diritti e doveri delle parti.
Nel 1964 l'A. tornò ad affrontare la materia testamentaria nell'ampio volume L'elemento volitivo nel negozio testamentario, Torino 1964. Successivamente si dedicò allo studio di tematiche relative ai diritti reali e scrisse due lavori, entrambi pubblicati postumi, Per una teoria generale del rapporto reale, in Studi in onore di G. Grosso, VI, ibid. 1974, pp. 333-369, e un saggio dal titolo La teoria dei beni, che avrebbe dovuto essere pubblicato nel trattato di diritto civile edito da Vallardi e che vide, invece, la luce a Torino nel 1984 a cura di A. Fedele.
Gli ultimi anni dell'A. furono segnati non solo dal dolore fisico, ma anche da un'inquisizione giudiziaria in cui era stato coinvolto in riferimento alla gestione dell'università torinese e che poi si rivelò priva di ogni fondamento. Morì a Torino il 7 giugno 1973.
Fonti e Bibl.: Min. dell'Educazione Nazionale, Bollettino ufficiale, II, Atti di amministrazione, LVIII (1931), 1, pp. 669-671; A. Fedele, in Rivista di diritto civile, XIX (1973), pp. 480-490 (necrologio); C. Ghisalberti, La codificazione del diritto in Italia, 1865-1942, Bari 1985, pp. 285, 287.