ANCONA, Mario
Nacque a Livorno il 28 febbr. 1860 dal cantante (basso profondo) Raffaele. Avviato alla carriera diplomatica, l'A. seguì un regolare corso di studi, che egli interruppe presto, per dedicarsi al canto. Studiò con A. Cima e debuttò come baritono nel 1889 a Trieste nell'opera di Massenet Il re di Lahore.L'anno seguente egli cantò a Livomo, protagonista nella Cavalleria rusticana di P. Mascagni, insieme con la celebre coppia G. Bellincioni-R. Stagno, poi a Firenze nel Faust di Gounod e alla Scala di Milano nel Cid di Massenet.
Nell'autunno del 1892 ebbe all'Olympic Theatre di Londra con le opere La Favorita di Donizetti e Lohengrin di Wagner un successo tale da oscurare la contemporanea prima londinese dell'Eugenio Onegin di Ciaikowski. Nel 1893, per espresso invito di R. Ledncavallo, fece eseguire per la prima volta sulle scene del Covent Garden Theatre i Pagliacci, e la sua interpretazione, nel ruolo di Tonio, rimase a lungo famosa negli annali del canto verista italiano.
Ancora nel 1893, l'A. interpretò, in prima esecuzione assoluta e unica finora, l'opera di C. V. Stanford Veiled Prophet con testo italiano. Nel 1894, riconfermato al Covent Garden (vi cantò per ben diciasette stagioni), partecipò alla prima assoluta dell'opera Signa di F. Hy. Cowen, diretta dall'autore e a quella di Lady of Longford di E. Bach. Nel 1895 l'A. cantò insieme con A. Patti ne La Traviata di Verdi, in cui sostenne la parte di Germont in maniera inimitabile, e nel Barbiere di Siviglia di Rossini, facendo di Figaro un notevole esempio di tecnica vocale e di comicità scenica.
Altri successi l'A. ottenne negli Stati Uniti: nel 1894 partecipò alle prime newyorkesi, sulle scene del Metropolitan, de L'Amico Fritz di P. Mascagni (10 gennaio) e dei Pagliacci (11 dicembre); in seguito fu poi confermato per sedici stagioni allo stesso teatro.
Cantò poi nei teatri di Boston, Filadelfia, St. Louis, Chicago e San Francisco e con la Chicago Company compì, nel 1900, una fortunata tournée nell'America Meridionale e poi in Spagna. Nel 1904 tornò nella penisola iberica, cantando a Madrid e a Lisbona in due opere wagneriane, Lohengrin e Tannhäuser. Si recò anche in Russia, in Francia, in Austria e in Polonia.
Ritiratosi dalle scene dopo quasi trentaquattro anni di carriera, insegnò canto a Firenze, dove morì il 22 febbr. 1931.
Artista raffinato ed elegante, paragonabile per certi aspetti a Mattia Battistini, l'A., oltre che sicuro padrone di una tecnica vocale veramente eccezionale, fu attore intelligente e quanto mai versatile. Ebbe un repertorio estesissimo e fu cantante eclettico per scuola e temperamento, dotato di una voce dal timbro di una bellezza particolare, perfettamente educata ed equilibrata, tale da permettergli di superare qualsiasi difficoltà tecnica.
Bibl.: Galleria degli artisti lirici, Milano s. d., p. 23; H. Klein, Thirty years of musical life in London. 1870-1900, London 1903, pp. 378, 386, 392, 401; A. Bonaventura, Musicisti livornesi,Livorno 1930, pp. 66 s.; W. H. Seltsam, Metropolitan Opera annals, New York 1947, pp. 54 ss., 63 ss., 71 ss., 81 ss.; J. Subirá, Historia y anecdotario del Teatro Real, Madrid 1949, p. 557; H. Rosenth-al, Twocenturies of opera at Covent Garden, London 1958, passim; Grove's Dict. of music and musicians, I, p.145; Encicl. dello Spettacolo, I, coll. 521 s.