Apollonio, Mario
Critico letterario (San Paolo-Oriano, Brescia, 1901). Dal 1942 è professore di letteratura italiana all'Università Cattolica di Milano. Nella sua produzione critica, che copre l'intero arco della nostra letteratura, dalle origini all'ermetismo, un posto di rilievo occupano i contributi danteschi, e soprattutto il Dante della storia vallardiana (Milano 1951), che sostituendo, pur senza rinnegarne il sostanziale storicismo, La vita, i tempi e le opere di D. dello Zingarelli, mira alla esterna e interna Storia della Commedia (così, appunto, il sottotitolo).
Aderente a uno storicismo integrale, l'A. cerca di ricostruire la storia di tutto D. attraverso i momenti biografico e culturale, la lettura dell'opera, la poetica, la fortuna: ripercorre pertanto tutta la vicenda, la parabola ascendente e discendente, la visione, la transvalutazione e la rivelazione del mondo dantesco, nel tentativo di ricreare in rigorosa unità il moto dialettico dello spirito e dell'arte danteschi. Importante il richiamo alla poetica della persona e del trascendente, la quale rende conto e della dialettica cristiana del Dio-uomo, base etico-religiosa del poema, e dell'arte profondamente libera e umana del capolavoro: si tratta infatti della poetica che consente all'uomo integrale, partecipe del divino, preso dalla visione dell'Essere, di svelare agli altri uomini, con il linguaggio metaforico degli emblemi, i contenuti e i modi di quella visione. Altrettanto importanti l'adozione della cosmografia quale intermediaria essenziale fra trascendente e terreno e la classificazione dell'allegoria come poetica dell'emblematica, della chiarezza e della visibilità: con i quali concetti l'A., che si vale discretamente del simbolismo pascoliano e del panlogismo estetico gentiliano, concorre non senza successo alla soluzione del problema struttura-poesia.
Al Dante vallardiano fanno corona vari altri interventi, in cui è sempre possibile cogliere i segni di un esercizio di lettura sperimentato sulle poetiche moderne più rare e preziose: Dante, in Uomini e forme nella cultura italiana delle origini. Storia letteraria del Duecento, Firenze 1934, 317-344 (2a ed. 1943, 339-360); Immagini dantesche nella poesia dell'età romantica, Milano 1947; Parole e sangue [su Pier della Vigna], in Critica ed esegesi, Firenze 1947, 157-161; D. e l'Umbria, in L'Umbria nella storia, nella letteratura, nell'arte, Bologna 1954, 213-231; Il canto XIV dell'Inferno, Firenze 1961; Immagini dantesche nelle arti da Giotto a Luca Signorelli, in Temi danteschi ad Orvieto, Milano 1965, 9-74; Il canto II dell'Inferno, Torino 1965; Il canto XXXIII del Paradiso, Firenze 1965; La fede e la poesia di D., in " Vita e Pensiero " XLVIII (1965) 385-387; La fede di D., in " Persona " VI (1965) 6-7; La critica dantesca, in "Terzo Programma" 1965, 211-243; Simbolismo ed emblematica nei commento perenne alla Commedia, in Annali dell'Istituto di studi danteschi dell'Università del Sacro Cuore di Milano, I (1967) 195-224; Il canto VIII dell'Inferno, Firenze 1967.
Bibl. - F. Piemontese, D. e la poetica della visione, in " Humanitas " VII (1952) 1036-1048; A. Vallone, Il dissolvimento della critica storica e l'A., in La critica dantesca contemporanea, Pisa 1953, 181-191.