BRACCI, Mario
Nacque il 12 febbr. 1900 a Siena, dove il padre Rodolfo esercitava la professione di avvocato. Nella città natale svolse i suoi studi, laureandosi in giurisprudenza nel 1921 con una tesi su La proposta in diritto amministrativo che doveva sviluppare poi in una monografia dallo stesso titolo, che fu pubblicata a Siena nel 1923. Dopo un corso di perfezionamento in Germania, all'università di Heidelberg e una breve parentesi professionale nello studio legale paterno, nel 1925 conseguiva la libera docenza e veniva chiamato a ricoprire l'incarico di diritto costituzionale presso l'università di Sassari (nel 1926 anche quello di diritto processuale civile). Nel 1928 veniva chiamato a Siena alla cattedra di diritto amministrativo, di cui rimase titolare fino al 1955, quando fu eletto dal Parlamento membro della Corte costituzionale. A Siena ricoperse anche saltuariamente l'incarico di diritto ecclesiastico (1929-30 e 1932-36), di diritto internazionale (1947-1948), di istituzioni di diritto pubblico (1948-49), di scienza delle finanze (1949-1951), di diritto agrario (1951-55).
Il B. fece le sue prime esperienze politiche nelle file del partito repubblicano, al quale si era iscritto negli anni degli studi universitari, spintovi dal Calamandrei cui fino da allora si era legato con profonda amicizia. Nel 1925 aveva firmato il "manifesto" del Croce, ma gli anni che seguirono furono per lui anni di completo ripiego nell'attività scientifica e didattica. I temi di ricerca e di studio che egli scelse sono tuttavia spesso testimonianza della sua non sopita inclinazione verso problemi reali dell'amministrazione e della vita pubblica. Il saggio su Le pensioni di guerra (Roma 1925) ne è un esempio con la nitida individuazione del fondamento giuridico della prestazione, nella responsabilità oggettiva dello Stato, come pure la breve monografia sul tema Ordine pubblicoe diritto pubblico nei rapporti familiari (Siena 1927), in cui il B. polemizzava a fondo con le tesi organicistiche che, rifacendosi al Cicu, conducevano a una pubblicizzazione dell'istituto familiare.
Di notevole interesse è la sua monografia su Italia,S. Sede e Città del Vaticano (Padova 1931), dove, a seguito della stipulazione dei patti lateranensi, il B. prese in esame il problema della qualificazione della S. Sede come soggetto di diritto internazionale, cogliendone la natura nell'attività esplicata da questa all'interno della comunità internazionale e negandone nel contempo il carattere di ente statuale, mancandovi il requisito del popolo ed essendo il territorio posto "soltanto come garanzia di indipendenza di un potere spirituale". Tesi questa che ebbe allora il merito di chiudere tra i giuristi la discussione sul carattere temporale della sovranità della S. Sede, risolvendone tutte le implicazioni sul piano del diritto internazionale.
Il lavoro scientifico più significativo del B. è senz'altro la monografia sull'Atto complesso in diritto amministrativo (Siena 1927), ove, sviluppando un concetto già espresso, ma non dimostrato, dallo Zanobini, affermò il carattere univoco della volontà dell'atto rispetto al suo scopo, in cui vengono identificandosi tutte le singole volontà che partecipano al processo formativo dell'atto stesso. Su questa falsariga il B. enucleava la distinzione tra atto complesso e procedimento, e la tematica dei requisiti e degli effetti della volontà complessa, anche nei suoi riflessi civilistici e processuali. Con questo lavoro vanno ricollegati altri suoi studi - oltre ai corsi universitari e numerosi contributi su temi vari in riviste specializzate - su L'atto amministrativo inoppugnabile e i limiti dell'esame del giudice civile (Padova 1932) e il lavoro sulla nuova disciplina dei rapporti tra giurisdizione ordinaria e giurisdizione speciali amministrative, Le questioni ed i conflitti di giurisdizione e di attribuzione nel nuovo codice di procedura civile (Padova 1941).
Nel 1944 il B. aderiva al Partito d'azione, divenendo prima membro del comitato centrale e poi suo rappresentante nella consulta nazionale. Fece parte del primo governo De Gasperi (1945-46) come ministro del Commercio con l'estero. Il ruolo che vi svolse fu notevole almeno in due occasioni, nella preparazione del provvedimento di amnistia dove i suoi suggerimenti e le sue riserve sul progetto originario presentato da Togliatti nel Consiglio dei ministri furono, nella redazione definitiva, in parte accolti (vedi del B., Come nacque l'amnistia, in Il Ponte, III [1947], pp. 1090-1107), e nella definizione delle modalità tecnico-giuridiche circa il passaggio di poteri dalla corona agli organi provvisori dello Stato repubblicano, dopo il referendum istituzionale.
Nei giorni seguenti il voto del 2 giugno, prima della lettura dei risultati da parte del presidente della Cassazione, il problema si pose drammaticamente sul tavolo del governo. Il ricorso a un decreto reale di abdicazione era espediente pericoloso sul terreno politico e poco confacentesi con il nuovo corso istituzionale. La formula fu chiesta al B., che suggerì l'approvazione di una legge in base alla quale passavano al presidente del Consiglio non i poteri, ma l'esercizio delle funzioni del capo dello Stato, e ciò ope legis, senza bisogno d'alcun decreto, conosciuti pubblicamente i risultati del referendum.
Nel 1947, in seguito allo scioglimento del Partito d'azione, il B. aderiva al Partito socialista italiano: in quello stesso anno fu a capo della missione italiana incaricata della stipulazione dei trattati commerciali con l'Uruguay e l'Argentina e fu inoltre eletto dall'Assemblea costituente membro effettivo dell'Alta Corte per la regione siciliana. Tra il 1951 e il 1955 fu consigliere comunale socialista a Siena, dove s'impegnò nella realizzazione del piano regolatore della città, che avrebbe negli anni seguenti salvaguardato il centro storico dallo sviluppo edilizio della città. Al B. risalgono pure i primi progetti del dopoguerra di trasformare Siena in città universitaria, dotandola, di collegi, nuovi istituti di ricerca e facoltà; in qualità di rettore dell'università, carica che tenne dal 1944 al 1955, più volte rieletto dal corpo accademico all'unanimità, promosse la fondazione della prima Scuola universitaria per l'assistenza sociale in Italia e la Scuola di perfezionamento in discipline bancarie per i laureati in legge.
Nel 1955 il B. veniva eletto dal Parlamento membro della Corte costituzionale. Ebbe un ruolo di primo piano nel difficile compito d'inserimento dell'attività del nuovo organo costituzionale nella vita delle istituzioni, suggerendo la necessaria compenetrazione nell'attività giurisdizionale del problema dei rapporti con gli altri organi dello Stato, in specie con il Parlamento e il governo. Proprio quando la prima fase di inserimento delle attività della Corte nella vita istituzionale poteva dirsi conclusa, il B. moriva a Siena il 15 maggio 1959.
Bibl.: C. Furno, Ricordo di M. B., in Mondo operaio, VII (1959), pp. 40 s.; M. Cantucci-A. Raselli, M. B. maestro di diritto e di vita, in Studi senesi, s. 3, LXXII (1960), pp. III-XXIX (con bibl. delle opere del B.); G. Branca, M. B ..., Roma 1960; Nuovo Digesto Ital., II, ad vocem.