CALVINO, Mario
Nacque a Sanremo il 26 marzo 1875 da Giovan Bernardo e Assunta Gugno. Compiuti i primi studi nella città natale, si laureò a Pisa, nel 1899, in scienze agrarie con la tesi Breve studio sull'agricoltura del territorio di Sanremo (in L'agricoltura italiana, XXV-XXVI [1899-1900], pp. 1-48). Dopo due anni fu nominato direttore della cattedra ambulante di agricoltura della provincia di Porto Maurizio (l'attuale Imperia), carica che mantenne fino al 1908. All'attività di questi anni si deve l'introduzione della fertirrigazione del garofano e dell'uva da tavola St. Jeannet var. Servant, molto diffusa nella zona di Dolceacqua, e l'attiva propaganda per la intensificazione e l'estensione della floricoltura. Sulla base delle analisi del terreno dimostrò quali erano i fabbisogni nutritivi delle rose. Nella viticoltura e nell'olivicoltura diede impulso alla pratica del sovescio e della concimazione chimica. Promosse l'uso dello zolfo per debellare l'oidio e l'adozione del solfato di rame (poltiglia bordolese) come nuova arma per combattere la peronospora. Fu convinto assertore dell'innesto dei vitigni europei su radice (piede) americana per la lotta indiretta contro la fillossera. Intraprese un'intensa campagna per il diradamento e la ricostruzione degli oliveti, il rinnovo dei prati e pascoli di alta montagna quale premessa del miglioramento del patrimonio zootecnico.
I consorzi agrari cooperativi di Oneglia, Valnervia e Sanremo, sorti negli anni 1904 e 1905, ebbero il C. come presidente; egli svolse una parte importante anche nell'impianto di un oleificio modello a Monteleone Calabro dopo il terremoto del 1905. È legata al suo nome l'istituzione di frantoi e di cantine sociali a Pontedassio e Valnervia, di vivai cooperativi (i primi in Italia) a Porto Maurizio e Vallecrosia per la diffusione di nuove varietà di fruttiferi e vitigni.
Per elevare il livello dell'istruzione professionale agricola divulgò le conquiste della tecnica agronomica e floricola per mezzo del periodico L'agricoltura ligure. Lo attiravano in modo particolare i tropici e i relativi problemi agricoli. Già nel 1900 aveva compiuto un viaggio ai centri di studio e di sperimentazione orticola della Francia. Nell'estate 1908 incontrò l'ambasciatore messicano a Washington, Joacquin Casasus, in viaggio turistico per l'Italia, che lo invitò nel Messico, paese suscettibile di colture di fiori e di primizie per l'esportazione, caldeggiate dal Calvino. Così nel 1909 fa nominato capo del Dipartimento di orticoltura della Stazione agraria centrale e insegnante di agricoltura, fioricoltura e moltiplicazione delle piante nella Scuola nazionale di agricoltura del Messico. Nel 1913 assunse la direzione della Stazione agraria centrale e la vicedirezione della Scuola nazionale di agricoltura, dove rimase fino al 1915. Nel frattempo svolse funzione di segretario della Società agraria messicana e diresse il settimanale Boletín. Dopo un breve intervallo di tempo in qualità di capo del Dipartimento di studi agrari, il governo messicano lo nominò nel 1916 direttore dei Servizi agricoli dello Yucatán.
In quegli anni però le condizioni sociali del Messico non erano favorevoli alla sperimentazione agraria. Pertanto ai primi del 1917 il C. si trasferì a Cuba in qualità di direttore della Stazione sperimentale agraria della "Cuba Cane Sugar Corporation" e quindi come esperto in agricoltura tropicale presso la presidenza della Repubblica. Nel 1919 assunse la direzione della Stazione sperimentale agronomica di Santiago de las Vegas e nel 1922 gli fu affidata una missione nel Brasile per studiare la coltivazione della Manihot palmata Muell. Arg. Per incarico della "Chaparra Sugar Co." fondò a San Manuel (1923) una Stazione sperimentale per lo studio della canna da zucchero e una scuola agraria per i figli dei coloni, istituzioni che diresse fino al 1925 insieme con la rivista Chaparra agricola da lui fondata e dedicata alla coltivazione ed all'utilizzazione della canna da zucchero. Alla vigilia del suo ritorno in patria, avvenuto nel 1925, fu inviato nelle isole Hawaii per studiare il metodo locale della coltivazione della canna da zucchero.
Nel frattempo era stata fondata a Sanremo la Stazione sperimentale di floricoltura "Orazio Raimondo", della quale fu nominato direttore nel luglio 1925. Mantenne la direzione della Stazione per ventidue anni e dopo una interruzione di quasi un biennio, per raggiunti limiti di età, ancora per un periodo di altri due anni fino al dicembre 1950.
Una delle sue attività iniziali fu l'introduzione di specie e varietà nuove soprattutto dalle zone subtropicali e tropicali con l'intento di acclimarle. Fecero parte della sua collezione avocado (Persea drymifolia Cham et Schlecht. e P. gratissima Gaertn) e pompelmo (Citrus paradisi Macf.), insieme con varie specie da fiore ed ornamentali, da fecola, da frutto, da zucchero, da essenza. Tra le numerose varietà di rose che erano importate da tutto il mondo figuravano Grüss an Coburg, President H. Hoover, Texas Centennial, Julien Potin, Dame Edith Helen, Vierlanden, Souvenir de D. van Gon. Anche l'introduzione di varie specie di Dianthus, Bougainvillea Agopanthus, Genista, Prunus, Ornithogalun, Croton, Hedychium, Photinia, Vitis, Mahonia, Jasminus, Anigosanthos, nerine, rododendri e ninfee fu opera del Calvino. Egli comprese che il mezzo più importante del progresso della floricoltura era il miglioramento genetico delle piante. Indirizzò pertanto il lavoro della Stazione sperimentale in questo senso insegnando anche ai floricoltori la tecnica dell'ibridazione.
Nel 1927 conseguì la libera docenza in orticoltura. Compì varie missioni agricole in Europa e Africa: nelle isole dell'Egeo, in Tripolitania, in Somalia, nell'oltre Giuba, nel Kenia, nel Tanganica e nello Zanzibar. Dal 1927 al 1928 fu consulente della Società saccarifera italo-somala e successivamente della Società agricola italo-somala. Nel 1939 venne nominato membro del Consiglio nazionale delle ricerche. Dal 1934 collaborò con il Servizio chimico militare allo studio delle piante secondarie di gomma elastica e tra l'altro dimostrò sperimentalmente la possibilità della coltivazione del guaiule nelle zone calde d'Italia. Nel periodo 19361938 fu incaricato del corso di coltivazioni tropicali e subtropicali della facoltà di agraria di Torino. Dal 1936 fece parte della Commissione per la coltivazione del sorgo zuccherino e dal 1939 della Commissione per lo studio delle piante da cellulosa presso l'Ente nazionale per la cellulosa e per la carta. Finita la seconda guerra mondiale, collaborò, come presidente di Commissione del ministero per la Costituente, agli studi per la riforma agraria elaborando un programma di 24, punti che riguardavano le previdenze più urgenti in favore dell'agricoltura in tutta la regione ligure, dalla fascia costiera floricola e olivicola alla montagna, dalla edilizia rurale al credito agrario, dalle comunicazioni stradali ai trasporti aerei.
Il C. fondò e diresse alcuni periodici: Haciendas y ranchos (Città del Messico, 1910-13); Boletín de la Sociedad agricola mexicana (Città del Messico, 1910-14); Sección de agricoltura, in Diario de Mexico (Città del Messico, 1910-13); Agricoltura, quintas y jardines, in Heraldo de Cuba (Avana, 1923-24); Chaparra agricola (S. Manuel, Cuba, 1924-25); La costa azzurra agricola e floreale (Sanremo, 1925-43); Il giardino fiorito (Firenze, 1931-44 e 1946-47).
Il C. morì a Sanremo il 25 ott. 1951.
Opere: Il C. lasciò circa centoventi pubblicazioni, fra le quali figurano: Conferenza inaugurale della Cattedra ambulante di agricoltura per la provincia di Porto Maurizio, Oneglia 1901; Relazione sull'attività della Cattedra ambulante di agricoltura per la provincia di Porto Maurizio, Ibid. 1902-1908; La nuova agricoltura nella provincia di Porto Maurizio, Ibid. 1905; La riforma della olivicoltura, Ibid. 1905; Il fleotripide dell'olivo, Ibid. 1908; Relazione sulla olivicoltura in Italia e provvedimenti presi per il suo sviluppo, Ibid. 1909; Piante e coltivazioni da introdursi e sperimentarsi in Rodi e nelle Isole Egee, in L'agricoltura coloniale, XXII(1928), n. 5, pp. 163-185; Gomma elastica italiana, in Pubblicazione della Stazione sperimentale di floricoltura, n. 2, Sanremo 1934, pp. 1-11; La produzione floricola italiana nei confronti con la produzione estera concorrente, in Il Convegno nazionale di fioricoltura, Ibid. 1934, pp. 1-7; L'orticoltura delle regioni tropicali e subtropicali italiane, in Pubblicazione della Stazione sperimentale di fioricoltura, n. 8, Ibid. 1935, pp. 1-7; Come ottenere nuove varietà di fiori mediante l'ibridazione, Ibid., n. 13, Sanremo 1936, pp. 1-23; Agricoltura tropicale e subtropicale. Considerazioni e proposte, in Giornale di agricoltura della domenica, XLVI (1936), n. 28, p. 233; Nuove idee e nuovi sistemi sugli innesti, Ibid., XLIX(1939), n. 7, p. 319; Nuova tecnica colturale del garofano, in Humus, II (1946), n. 12, pp. 16-18; Innovazioni nellatecnica colturale delle rose e dei garofani, in Atti del Congresso nazionale della floricoltura italiana, Sanremo 1948, pp. 27-36; Rose e garofani nei metodi di coltivazione, in Pubblicazione della Stazione sperimentale di floricoltura, n. 39, Ibid. 1948, pp. 1-11; I brevetti orticoli, in Giornale di agricoltura, LVIII(1948), n. 14, p. 91.
Bibl.: R. Ciferri, M. C., in Archivio botan., s. 3, XXVIII (1952), 1, pp. 62-64; E. Mameli Calvino, M. C., in Annali della sperimentazione agraria, n.s., VI (1952), Supplemento, pp. I-XI; A. Pirovano, Onoranze a M. C. in occasione dell'inaugurazione della nuova sede della Stazione sperimentale di floricoltura, ibid., n.s., VI (1952), pp. CXL-XCLVIII.