LABROCA, Mario
Nacque il 23 nov. 1896 a Roma da Nicola e da Albina Pastina. Dopo gli studi classici e la partecipazione alla prima guerra mondiale divenne allievo di O. Respighi e di G.F. Malipiero, diplomandosi poi in composizione al conservatorio di Parma nel 1921. Nell'agosto 1922 dimorò a Berlino, dove compose i Ritmi di marcia, per pianoforte solo, dedicati a G. Sommi Picenardi, pubblicati a Vienna nel 1926 dalla Universal-Edition. Sempre nel 1922, su invito di A. Frateili, iniziò l'attività giornalistica scrivendo per L'Idea nazionale di Roma. Avrebbe collaborato poi anche con Il Tevere (1926-28), Il Lavoro fascista (1929-36), Scenario e La Rassegna musicale, divenendo uno dei più noti e stimati critici musicali italiani; rinunciò però a svolgere regolarmente questa professione nel 1935.
La carriera di organizzatore musicale iniziò nel 1923, quando con A. Casella, con Malipiero e sotto l'egida di G. D'Annunzio nacque la Corporazione delle nuove musiche, che si adoperò per la diffusione della musica contemporanea in Italia, presentando prime esecuzioni di opere di B. Bartók, I. Stravinskij e P. Hindemith, e il Pierrot lunaire di A. Schönberg, diretto dall'autore in una memorabile tournée nel 1924. Sempre nel 1923 l'Italia entrò a far parte della Società internazionale per la musica contemporanea (SIMC), la quale organizzò festival di musica da camera - tra i primi, quelli di Venezia del 1925 (il terzo) e di Siena del 1928 (il sesto) - che contribuirono non poco all'affermazione di autori e generi allora ancora desueti, operazioni a cui il L. diede un valido apporto. Il 10 apr. 1927, al teatro Comunale di Bologna, G. Marinuzzi diresse la sua Sinfoniaper piccola orchestra (si tratta, probabilmente, della sinfonia per orchestra da camera pubblicata a Vienna dalla Universal-Edition nel 1925).
Altre opere composte negli anni Venti sono la Suite per pianoforte (Milano 1922), la Sonatina per violino e pianoforte del 1923 (ibid. 1948), la Suite per viola e pianoforte (ibid. 1923; eseguita a Roma il 30 maggio 1930), un Trio con pianoforte (Vienna 1926), un primo Quartetto per due violini, viola e violoncello (1923), Tre liriche per canto e pianoforte (Bologna s.d.), le opere per bambini La principessa di Perepepé, su libretto di B. Bartolazzi (Roma 1927) e Le tre figliole di Babbo Pallino, su testo di M. Pompei (ibid. 1928), nonché, secondo C. Schmidl, un Concerto per pianoforte e orchestra obbligata, un Concerto per violino e pianoforte, e i balletti La mantide religiosa (trama e scenario di C.E. Oppo) e Il serraglio (in collaborazione con N. Fiorda, trama di L. Folgore).
Il Quartetto n. 2 per archi (Milano 1933) venne presentato dal Quartetto di Roma al festival di Venezia nel settembre 1933, e dal Quartetto Poltronieri il 7 apr. 1934, a Firenze, a palazzo Vecchio, nell'ambito del XII festival della SIMC. Dal giugno all'agosto 1933 il L. compose uno Stabat Mater per soprano, coro a 4 voci miste e orchestra; la riduzione dell'autore per canto e pianoforte uscì nel 1934, mentre la partitura venne poi pubblicata da Ricordi nel 1940 (fu eseguito il 29 maggio 1948 al teatro Comunale di Firenze, per l'XI Maggio musicale fiorentino, diretto da A. Lualdi).
Dal 1930 il L. diresse il Consorzio italiano dell'opera lirica (che riuniva i dieci maggiori teatri lirici italiani) e dal 1935 venne chiamato (con due giovani compositori quali G. Petrassi e G. Rosati alle sue dipendenze) come capodivisione dell'Ispettorato del teatro, diretto da N. De Pirro (poi Direzione generale per il teatro e la musica) nel ministero della Cultura popolare.
Appassionato da sempre di teatro (aveva partecipato in gioventù quale comparsa a numerosi spettacoli d'opera al teatro Costanzi di Roma), dal 1925 solidale di O. Vergani nell'avventura del teatro Odescalchi di Roma, nel 1936 il L. divenne sovrintendente del teatro Comunale di Firenze, organizzandovi le varie edizioni del Maggio musicale fiorentino fino al 1944. Curò la regia de LaCenerentola portata in tournée in Germania dal Maggio nel 1941, ripresa nella stagione lirica invernale successiva (19 marzo 1942). Il 23 maggio 1942 M. Rossi diresse per l'VIII Maggio musicale Il ritorno di Ulisse in patria di C. Monteverdi, con la regia del L., che si cimentò anche con La grançeola di A. Lualdi, sempre diretta da Rossi (18 ott. 1942), e il Flauto magico (18 marzo 1944), ripresentato (15 apr. 1944) al IX Maggio musicale, confermando la sua dedizione al capolavoro mozartiano, cui già alcuni anni prima il L. aveva dedicato uno studio critico (Il Flauto magico di Mozart, Firenze 1939).
Nel contempo non rinunciò tuttavia alla composizione: nel 1937 uscì presso Ricordi la partitura della Sonata per orchestra e pianoforte concertante, mentre Suvini Zerboni pubblicò Tre liriche per voce di mezzosoprano e pianoforte, su versi di G. Vigolo; il 2 apr. 1940 il Quartetto Ferro presentò al teatro delle Arti di Roma il suo Quartetto n. 3 (del 1939; eseguito anche il 19 dic. 1949 a Milano e il 28 apr. 1952, al teatro della Pergola di Firenze, per il XV Maggio musicale). Sovrintendente della Fenice di Venezia nel 1946-47, direttore artistico della Scala di Milano dal 1947 al 1949, fu successivamente condirettore alla direzione centrale dei programmi della RAI fino al 1958. Nel 1958 e poi ancora nel 1962 fu presidente del Consiglio internazionale della musica dell'UNESCO e dal 1959 tornò all'incarico di direttore artistico della Fenice (anche quale responsabile del festival internazionale della Biennale, fino al 1972). Accademico di S. Cecilia, dal 1960 insegnò storia della musica all'Università per stranieri di Perugia. Anche se vi si dedicò con minore intensità, il L. non rinunciò all'attività compositiva nemmeno nel secondo dopoguerra: le Tre cantate sulla Passione di Cristo per basso, coro e orchestra, su testi in latino della Vulgata - eseguite il 12 sett. 1950 al festival di Venezia (con B. Christoff diretto da Rossi), il 1° apr. 1951 al Comunale di Firenze (direttore C.M. Giulini) e il 27 febbr. 1953 al Comunale di Bologna (con R. Panerai, direttore N. Sanzogno) - vennero pubblicate da Suvini Zerboni nel 1952. Il 23 nov. 1958 furono eseguiti a Firenze Otto madrigali di Tommaso Campanella (direttore R. Lupi, baritono M. Borriello). Inoltre, negli anni Cinquanta compose musiche di scena per Il corvo di C. Gozzi (1953) ed Elettra di Sofocle (1956) e le musiche per il documentario Notturno a Cnosso della RAI, che ebbe il premio Italia (1953). Un episodio autobiografico raccontato nelle sue memorie (L'usignolo di Boboli) offrì al L. negli anni Sessanta lo spunto per un libretto d'opera: musicata da A. Tansman, la favola in un atto L'usignolo di Boboli andò in scena al festival de Cimiez di Nizza il 22 luglio 1965 (ed. Ricordi).
Il L. morì a Roma il 1° luglio 1973.
L'importanza della sua figura va individuata essenzialmente nell'azione mirata a favore della diffusione della musica del Novecento e di un'idea di spettacolo basata non più sulla validità di alcune singole componenti, ma su un disegno unitario di forte stampo registico. J. Copeau, C. Pavolini, G. Salvini, R. Simoni, M. Sironi furono tra le firme di punta del suo Maggio musicale fiorentino; tra i compositori eseguiti in quegli anni a Firenze spiccano F. Alfano, F. Busoni, Casella, V. Frazzi, Malipiero, cui si aggiungono le prime assolute de Igiganti della montagna di L. Pirandello (1937) e di Volo di notte di L. Dallapiccola (1939), e direttori quali V. De Sabata, F. Previtali, T. Serafin. La Biennale di Venezia con il L. visse uno dei suoi periodi più stimolanti, che vide tra l'altro la prima assoluta di Intolleranza 1960 di L. Nono alla Fenice nel 1961, e che proiettò il festival tra le manifestazioni di punta dell'avanguardia internazionale.
Scritti (scelta): Il "San Francesco d'Assisi" [di Malipiero], in Trifalco, marzo 1922; G.F. Malipiero, in Anbruch (Vienna), settembre 1925; Il teatro all'aperto e l'esperienza del "Maggio", in Scenario, VI (1937), agosto, n. 8; Il teatro di Malipiero, in La Rassegna musicale, febbraio-marzo 1942; Aspetti della vita musicale in Italia, in Accademia nazionale di S. Cecilia - Manifestazioni di attività culturali (suppl. alla rivista Santa Cecilia), luglio 1953; Parole sulla musica, Milano 1954; Malipiero musicista veneziano, Venezia 1957; L'usignolo di Boboli (Cinquant'anni di vita musicale italiana), ibid. 1959; O. Respighi. Catalogo delle opere, introduzione di M. Labroca, Milano 1965; Arte di Toscanini (con V. Boccardi), Roma 1966; Nostalgia per il "grande personaggio", in Francesca da Rimini (programma di sala), Venezia, teatro La Fenice, 13 marzo 1969, pp. 279-289.
Fonti e Bibl.: G. Rossi-Doria, Giovani musicisti italiani. L. - Massarani - Rieti, in Il Pianoforte, V (1924), 12, pp. 303-309; Due secoli di vita musicale. Storia del teatro Comunale di Bologna, a cura di L. Trezzini, Bologna 1966, II, pp. 168, 216; L. Pinzauti, Il Maggio musicale fiorentino dalla prima alla trentesima edizione, Firenze 1967, ad ind.; F. D'Amico, La parte di Gatti e quella di L., in Nuova Riv. musicale italiana, VII (1973), pp. 171-175; L. Arruga, La Scala.Con una testimonianza di M. L., Milano 1975, pp. 9-19; F. Nicolodi, Gusti e tendenze del Novecento musicale in Italia, Firenze 1982, ad ind.; Id., Musica e musicisti nel Ventennio fascista, Fiesole 1984, ad ind.; R. Zanetti, La musica italiana nel Novecento, Busto Arsizio 1985, ad ind.; P. Latini, Il teatro delle Arti. Le attività musicali dal 1937 al 1943, Roma 1991, pp. 41 s., 97; Musica in scena. Storia dello spettacolo musicale, Torino 1995, ad ind.; H. Sachs, Musica e regime, Milano 1995, ad ind.; M. Messinis, Ballo, Piovesan, L. alla Biennale Musica, in Nuova Riv. musicale italiana, XXXV (2001), pp. 365-369; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 795; Suppl., p. 450; Enc. dello spettacolo, VI, coll. 1121 s.; The New Grove Dict. of music and musicians (ed. 2001), XIV, pp. 87 s.; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, IV, p. 238; Die Musik in Geschichte und Gegenwart (ed. 2003), X, coll. 959 s.